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Retinopatia: solo 1 diabetico su 4 controlla regolarmente la vista

È una delle complicanze più comuni e invalidanti del diabete, che in Italia interessa circa un milione di pazienti. Tuttavia, sono ancora troppo pochi le persone diabetiche che verificano lo stato di salute degli occhi con la periodicità indicata dalle linee guida.

L’esame del fondo oculare andrebbe eseguito al momento della diagnosi di diabete di tipo 2 e, in caso di esito negativo, una volta ogni due anni; nel diabete di tipo 1 dovrebbe essere fatto cinque anni dopo la diagnosi e successivamente una volta all’anno.

Tuttavia, avverte l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) solo il 25% dei soggetti diabetici viene sottoposto allo screening annuale per la retinopatia.

Per questo l’AMD ha lanciato una proposta che potrebbe rendere più semplice l’accesso da parte dei pazienti allo screening.

L’ipotesi è quella di promuovere una maggiore diffusione della retinografia, esame che, rispetto al fondo oculare, può essere eseguito da un operatore addestrato (non necessariamente un medico) e non richiede la dilatazione della pupilla. L’esame così realizzato viene inviato a un medico che può realizzare un valutazione a distanza.

«Evidenze internazionali e studi condotti in Italia hanno dimostrato la piena efficacia di programmi di prevenzione secondaria attraverso la telemedicina, dotando le strutture di base di un retinografo e ricorrendo alla tele refertazione differita da parte dell’oftalmologo», ha spiega il presidente AMD Domenico Mannino nel corso del convegno “La microangiopatia diabetica: focus on retinopatia diabetica” in corso a Roma.

«In questo modo, oltre a un sensibile contenimento dei costi, si possono garantire il raggiungimento e il monitoraggio della quasi totalità della popolazione diabetica, sicuramente raddoppiando, se non triplicando i numeri attuali relativi ai pazienti che si sottopongono a screening per la retinopatia diabetica».

Il monitoraggio della retinopatia è una componente fondamentale per garantire al paziente diabetico una buona qualità di vita e l’autonomia nel lungo termine.

«Il mancato screening della retinopatia diabetica e la sua inadeguata gestione, in assenza di un’adeguata risposta organizzativa, condurrà a un aumento dei casi di riduzione della capacità visiva fino alla perdita della vista», ha affermato Riccardo Candido, consigliere nazionale AMD. «Prima ancora di arrivare a questo esito estremo, la retinopatia diabetica è già una problematica molto invalidante, che impatta sulla quotidianità del paziente, con conseguente crescita dei costi diretti, dovuti alla gestione della patologia e indiretti, dovuti alle giornate lavorative perse o al pensionamento precoce. Si stima che nel periodo 2015-2030 questa malattia produrrà un aggravio di costi pari a 4,2 miliardi di euro».

Tratto da: Healthdesk, 29 ottobre 2018