5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Il rpporto osservasalute 2009

 

La crisi colpisce la salute degli italiani:
due su tre «evitano» il dentista
Al nord più soddisfazione per il servizio sanitario rispetto al sud, dove costa di più. Aumenta il consumo di antidepressivi. Solo una persona su cinque fa sport
IL RAPPORTO OSSERVASALUTE 2009
La crisi colpisce la salute degli italiani:
due su tre «evitano» il dentista
Al nord più soddisfazione per il servizio sanitario rispetto al sud, dove costa di più. Aumenta il consumo di antidepressivi. Solo una persona su cinque fa sport
ROMA - La crisi economica colpisce soprattutto la bocca degli italiani, sia nel senso che vanno molto meno dal dentista sia per ciò che mangiano, sempre più lontano dalla dieta mediterranea e sempre più causa di problemi di salute come l'obesità soprattutto al sud. La fotografia è scattata dal rapporto Osservasalute, giunto alla settima edizione, presentato a Roma al policlinico Gemelli.
SI RISPARMIA SU DENTISTA E ALIMENTI - A trascurare la salute della bocca sarebbero quasi i due terzi degli italiani, si legge nel documento, mentre solo il 39,7% si è potuto permettere di sedersi dal dentista. Sul fronte della dieta gli italiani sembrano costretti a dover fare economia, e consumano poca frutta e verdura: solo il 5,6% mangia le cinque porzioni raccomandate al giorno.
MENO SPORT PIÙ ANTIDEPRESSIVI - Questo dato, unito al fatto che solo un italiano su cinque pratica uno sport regolarmente, rende i cittadini del bel Paese sempre più grassi: oltre uno su tre è in sovrappeso. In forte aumento invece è il consumo di farmaci antidepressivi, che è salito del 310% dal 2000 al 2008. Diverse sono le conferme del divario tra nord e sud che emergono dal rapporto: gli abitanti delle regioni settentrionali sono ad esempio più attenti alla salute, meno grassi e sedentari.
CRESCONO I TUMORI AL SUD - Il Sud, invece, presenta crescenti fattori di rischio per malattie cardiovascolari e tumori, che infatti, proprio nelle regioni meridionali registrano un aumento di incidenza. Il divario è confermato anche dai giudizi sulla sanità da parte dei cittadini, molto migliori al nord. Il documento, che fa un check up della sanità italiana e dello stato di salute dei cittadini è frutto del lavoro di 176 ricercatori distribuiti su tutto il territorio che collaborano con l'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma.
SANITÀ: SUD SPENDE DI PIÙ, MA CITTADINI INSODDISFATTI- Il divario Nord-Sud sul fronte della sanità si sta allargando, ed è testimoniato dal gradimento dei cittadini, sempre più basso nelle regioni meridionali. Secondo il rapporto Osservaslute 2009 se in Trentino Alto Adige si arriva quasi al 70% di soddisfatti, in Calabria la percentuale è del 14%. A riportare un giudizio maggiormente positivo sono infatti le Province Autonome di Bolzano e Trento e la Valle d'Aosta con la quota di coloro che esprimono un punteggio elevato (voto da 7 a 10) pari rispettivamente al 68,5%, 60,2% e 59,8% per gli uomini e 68,5%, 57,7% e 59,1% per le donne. Decisamente inferiore è la quota di cittadini soddisfatti di Calabria, Sicilia e Campania: rispettivamente 14,6%, 21,2% e 22,8% per gli uomini residenti in queste regioni e 15,9%, 21,6% e 23,0% per le donne. Secondo i dati del rapporto, stilato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, alla maggiore soddisfazione non corrisponde una maggiore spesa. Per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica rispetto al PIL, si osserva un marcato gradiente Nord-Sud, con un minimo di 4,97% della Lombardia ad un massimo di 10,58% della Sicilia. Il Nord denuncia una percentuale della spesa sanitaria pubblica corrente media rispetto al PIL pari al 5,56%, il Centro pari al 6,61% e il Mezzogiorno (Sud ed Isole) pari al 9,73%. «Il Rapporto anche quest'anno conferma una progressiva divaricazione tra le diverse aree del Paese, con le regioni del Centro-Sud che appaiono sempre più in difficoltà - osserva Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio - E le premesse per il futuro non sono rosee, perchè all'aggravarsi dei fattori di rischio non fa fronte nè un'adeguata strategia preventiva, nè una di diagnosi precoce e pronta risposta terapeutica da parte delle Regioni più in difficoltà».
ANZIANI SEMPRE PIÙ SOLI, LO È UNO SU QUATTRO - Oltre un anziano su quattro in Italia vive da solo, ma non sempre ha l'adeguata assistenza per la sua condizione, soprattutto al Sud. È la provincia di Trento ad avere il primato (33,4%) mentre fanalino di coda è la Basilicata (22,9%). Il rapporto Osservasalute 2009, in cui sono stati elaborati dati Istat, afferma che il 27,1% degli over 65 vive in un nucleo monofamiliare, con una schiacciante maggioranza per le donne: 36,9% contro il 13,6%, soprattutto per la più alta speranza di vita. A questo fenomeno non sempre corrisponde però un adeguato aiuto: il dato nazionale dell'Assistenza domiciliare integrata, pari a 34,3 casi trattati, è in aumento rispetto al 2006 (31,9 per 1.000), ma la probabilità per un anziano del Sud di essere assistito è pari a meno della metà rispetto a un anziano del Nord (19,3 per 1.000 abitanti contro 43,8). Anche per la presenza di strutture ltc (long term care) si nota un netto gradiente Nord-Sud. Il tasso complessivo è pari a 11,2 strutture ogni 100 mila abitanti. In tutto sono 223 mila gli anziani ospiti nei presidi residenziali di ltc. Particolarmente elevato appare il tasso di strutture nella Provincia Autonoma di Trento ed in Valle d'Aosta. Tra le regioni del Centro e del Sud, solo Toscana, Marche e Molise presentano un valore superiore alla media nazionale. La differenza è evidente considerando l'offerta di posti letto: tutte le regioni del Nord presentano un tasso di posti letto per 100.000 abitanti più elevato della media nazionale (511,5), mentre al Centro-Sud solo Marche e Molise superano tale valore. «Sebbene vi siano disomogeneità geografiche l'assistenza agli anziani sembra supportata da una rete di servizi socio-sanitari territoriali, sia domiciliari che residenziali in continuo sviluppo - ha dichiarato Antonio de Belvis, ricercatore dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - Non sappiamo però quanto questo sviluppo sia realmente corrispondente ai bisogni socio-assistenziali degli anziani e in che misura l'assistenza risponda a criteri di appropriatezza ed efficienza».
(Fonte Agenzia Ansa)
Tratto da: Corriere della Sera Salute, 16 marzo 2010