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La denervazione renale abbassa la pressione sanguigna, una metanalisi conferma

La denervazione simpatica renale (RND) è efficace nella riduzione della pressione nei pazienti ipertesi. La dimostrazione è arrivata da una metanalisi, condotta da Herbert Aronow, della Brown University di Rhode Island, su 6 studi (977 pazienti in totale) che avevano confrontato la RND basata su catetere con un controllo sham. I risultati pubblicati su JACC rassicurano così sull'efficacia di questa tecnica, messa in discussione da uno degli studi inclusi (SYMPLICITY HTN-3): nonostante sia quello più rigoroso e ampio, gli autori ipotizzano che la popolazione di pazienti esaminata non fosse quella ideale, che la procedura non fosse ottimale o che la misurazione della pressione in ambulatorio non fosse il modo migliore per valutarne la riduzione.

«Gli studi successivi sono tutti molto piccoli, quindi possono essere considerati solo una prova di concetto: ora dobbiamo condurre uno studio più ampio per vedere se possiamo confermare i risultati» ha aggiunto Aronow. Nella metanalisi è stato dimostrato che la RND si associa alla riduzione della pressione arteriosa sia sistolica che diastolica nelle 24 ore e diurna misurata in ambulatorio. Rispetto agli studi di prima generazione, quelli di seconda riportavano risultati migliori, forse a causa della tecnica procedurale utilizzata, dei regimi anti-ipertensivi prescritti, dell'individuazione dell'endpoint o dei pazienti arruolati. Infatti gli autori notano che i pazienti con ipertensione combinata hanno mostrato risultati migliori rispetto a quelli con sola ipertensione sistolica. Sverre Kjeldsen, dell'Oslo University Hospital, in Norvegia, commenta in un'editoriale correlato: «Il complessivo abbassamento della pressione sanguigna di 6 mm Hg a seguito della RND osservato negli studi di seconda generazione è relativamente modesto e corrisponde all'effetto di un farmaco antipertensivo». Al contrario, una percentuale di pazienti ha mostrato un abbassamento drammatico della pressione qualche mese dopo la procedura. «Una selezione di pazienti negli studi futuri e un miglioramento della tecnica faranno sì che i pazienti con ipertensione potranno beneficiare della RND» conclude Kjeldsen.

J Am Coll Cardiol. 2019. Doi: 10.1016/j.jacc.2018.12.082

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30947915

J Am Coll Cardiol. 2019. Doi: 10.1016/j.jacc.2019.02.008

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30947916

Tratto da: Medicinainterna33, 17 aprile 2019