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Diabete, un batterio pastorizzato per non ingrassare e ridurre il rischio cardiovascolare

Contro sovrappeso, diabete di tipo 2 e rischio cardiovascolare un aiuto potrebbe arrivare da un batterio, Akkermansia muciniphila, presente in maniera abbondante nella flora intestinale di individui sani.

La somministrazione di questo batterio, nella sua versione pastorizzata (ovvero non come microorganismo vivente ma trattato termicamente) si era dimostrata efficace nel ridurre, nei topi, la probabilità di sviluppare obesità e diabete. Oggi lo stesso gruppo di ricerca che aveva ottenuto questi risultati ha testato l’uso del batterio anche su volontari umani. E ne ha confermato la sicurezza e l’efficacia: l’integrazione del batterio nella dieta è stata in grado di prevenire condizioni come il prediabete e abbassare il rischio cardiovascolare.

Gli scienziati, coordinati dall’Università Cattolica di Lovenio, nei Paesi Bassi, hanno pubblicato i risultati su Nature Medicine.

Abbassare il rischio cardiovascolare

Ogni giorno una persona su tre muore a causa di una malattia o un evento cardiovascolare fatale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E queste patologie rappresentano in assoluto le prima causa di morte a livello globale. Fra i fattori di rischio cardiovascolare modificabili ci sono sovrappeso, obesità, pressione alta, diabete, ipercolesterolemia e fumo. Per questo, oltre alle raccomandazioni su abitudini e stili di vita sani, medici e ricercatori cercano strategie per contenere questi fattori di rischio. in questa direzione va il lavoro degli scienziati che studiano da tempo il microbioma intestinale umano, l’insieme di tutti microorganismi presenti nell’intestino, che assume un ruolo sempre più centrale sulle condizioni di salute. Studi di alcuni anni fa, ad esempio, avevano dimostrato che la maggiore o minore quantità del batterio Akkermansia muciniphila nella flora intestinale può influenzare diabete e obesità.

I precedenti nei modelli animali

Per approfondire questo aspetto, i ricercatori hanno studiato la validità di un approccio basato sulla somministrazione del batterio vivo o pastorizzato nei topi, come integratore alimentare. Nel 2017 gli stessi autori hanno mostrato che l’assunzione da parte dell’animale del batterio pastorizzato fornisce una protezione (superiore rispetto a quella del batterio vivo) contro l’insulino-resistenza, che può portare al diabete di tipo 2, contro l‘ipercolesterolemia e l’accumulo del tessuto adiposo, tutti fattori di rischio cardiovascolare.

Il batterio che abbassa il colesterolo

Una volta ottenuti questi risultati sugli animali, gli autori hanno cercato di capire se effetti simili fossero riscontrabili anche nell’essere umano. Così, allo stesso modo, hanno osservato gli effetti dell’integrazione sia con batteri vivi che con quelli pastorizzati in un gruppo di 32 volontari in sovrappeso o obesi con insulino-resistenza per tre mesi.

L’integrazione alimentare con il batterio è risultata semplice da seguire e non è stata associata a effetti collaterali. Oltre alla tollerabilità, gli autori hanno confermato l’efficacia del batterio, soprattutto nella forma pastorizzata. In più, gli scienziati hanno osservato una diminuzione dei marcatori dell’infiammazione del fegato, un leggero calo del peso (circa 2,3 kg in media in tre mesi) e un abbassamento dei livelli del colesterolo. Mentre nel gruppo di controllo, quello che ha assunto un placebo, l’insulino-resistenza e l’ipercolesterolemia continuavano a peggiorare.

Stando ai risultati di questo studio pilota, il batterio Akkermansia muciniphila, specialmente nella forma pastorizzata, potrebbe essere utile come integratore per ridurre il rischio di sviluppare alcune delle patologie più diffuse al mondo. Prima però saranno necessari studi su più larga scala.

Riferimenti: Nature Medicine

Tratto da: Galileonet, 06 luglio 2019