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Monitoraggio glicemico nel paziente diabetico: in corso di sviluppo un test sulla saliva

Nel prossimo futuro il controllo glicemico nel diabete potrebbe passare dalla saliva e non più dalla goccia di sangue, secondo quanto si legge in un articolo pubblicato su Plos One firmato da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'Università di Strathclyde nel Regno Unito. «I test sul monitoraggio salivare, per ora condotti in laboratorio, hanno segnato un tasso di precisione del 95,2%» precisa Matthew Baker, coordinatore del progetto di ricerca, frutto della collaborazione tra l'Università di Uberlandia a Minas Gerais in Brasile, i Nanosensors Laboratories di Vale do Paraiba a San Paolo, in Brasile, e il College of Dentistry dell'Università canadese di Saskatchewan. «L'analisi del sangue per lo screening, il monitoraggio e la diagnosi del diabete è molto diffusa, ma allo stesso tempo è piuttosto invasiva e dolorosa. Inoltre, la necessità di perforare le dita più volte al giorno può portare alla formazione di callosità nella maggior parte dei pazienti, cosa che aumenta la difficoltà di campionamento. Infine, ci sono circostanze in cui il prelievo, anche se molto limitato, potrebbe essere pericoloso» scrivono gli autori, spiegando che la saliva riflette diverse funzioni fisiologiche, e che la ricerca di un metodo di monitoraggio senza reagenti, non invasivo e specifico è di grande interesse. «Nello specifico, si tratta della tecnica di spettroscopia ATR-FTIR, acronimo per Attenuated total reflectance Fourier transform infrared» riprende il ricercatore, che assieme ai colleghi ha usato la spettroscopia ATR-FTIR per valutare la saliva di ratti non diabetici (ND), diabetici (D) e diabetici trattati con insulina (D+I) per identificare potenziali biomarcatori salivari correlati al monitoraggio del glucosio. «Rispetto ai ratti ND e D+I, la classificazione dei ratti D è stata raggiunta con una sensibilità del 100% e una specificità del 93,3 e del 100% usando le bande spettrali a 1452 cm-1 e a 836 cm-1, rispettivamente» aggiunge Baker. E conclude: «I biomarcatori salivari spettrali rappresentano un'opzione innovativa e promettente per il monitoraggio del diabete con una tecnologia non invasiva».

PlosOne 2020. Doi: 10.1371/journal.pone.0223461

https://doi.org/10.1371/journal.pone.0223461

Tratto da: Diabetologia33, 29 aprile 2020