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Inibitori SGLT2, una possibile protezione contro problemi renali nel diabete

Gli inibitori del co-trasportatore Sodio-Glucosio di tipo 2 (SGLT2), potrebbero aiutare i pazienti affetti da diabete di tipo 2 a diminuire il rischio di problemi renali. In un nuovo studio, questi farmaci sono stati associati a un rischio ridotto di eventi renali rispetto agli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV (inibitori della DPP-4). «Completando i dati dei trial clinici, questo studio fornisce un ulteriore supporto per l'uso degli inibitori SGLT2 in un ampio range di pazienti con diabete di tipo 2» scrive il primo autore Björn Pasternak, del Karolinska Institutet in Svezia, nell'articolo pubblicato su BMJ. Studi clinici avevano già dimostrato che gli inibitori SGLT2 proteggono la funzione renale nel diabete, anche se il loro effetto sugli eventi renali nella pratica clinica resta poco chiaro. Un gruppo internazionale di ricercatori, usando i registri nazionali (2013-2018) di Svezia, Danimarca e Norvegia, ha identificato quasi 30.000 prescrizioni di inibitori SGLT2 e un numero equivalente di prescrizioni di inibitori della DPP-4, individuando così i nuovi utilizzatori dei farmaci (età media 61 anni). Ebbene, gli inibitori SGLT2 rispetto agli inibitori della DPP-4, sono stati associati a un rischio ridotto di eventi avversi renali: 2,6 eventi per 1.000 anni-persona contro 6,2 eventi per 1.000 anni-persona, ovvero una differenza assoluta pari a -3,6 eventi per 1.000 anni persona o un rischio inferiore del 58%. È stata inoltre dimostrata una maggiore riduzione del rischio nei pazienti con malattia renale cronica. Da notare che lo studio è di tipo osservazionale e che i risultati potrebbero non essere generalizzabili. In un editoriale correlato, Steven Smith, della University of Florida negli Stati Uniti, afferma che i risultati vanno interpretati con cautela e che altri studi potrebbero aggiungere ulteriore sostegno per un più ampio accesso a questi farmaci, non solo nei paesi ad alto reddito, ma anche nei paesi a basso reddito in cui il burden della malattia renale è sproporzionatamente elevato. In un articolo di analisi, anche questo apparso su BMJ, gli autori spiegano che gli inibitori SGLT2 hanno ricevuto diversi avvisi di sicurezza gravi dall'approvazione, ma con una differenza delle comunicazioni tra i diversi enti regolatori (americani, australiani, canadesi ed europei) in numero, tempestività e forza. «È necessaria una maggiore trasparenza per assicurare al pubblico l'imparzialità della valutazione delle prove e garantire che le decisioni riflettano i valori pubblici» scrivono Alice Bhasale, del Charles Perkins Centre in Australia, e colleghi.

BMJ. 2020 Apr 29;369:m1186. doi: 10.1136/bmj.m1186.

https://doi.org/10.1136/bmj.m1186

BMJ. 2020. Doi: 10.1136/bmj.m1584.

https://doi.org/10.1136/bmj.m1584

BMJ. 2020. Doi: 10.1136/bmj.m1107.

https://doi.org/10.1136/bmj.m1107

Tratto da: Medicinainterna33, 12 maggio 2020