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Trattamento del piede diabetico: la lotta alle amputazioni ha un’arma in più

All’Ospedale San Donato di Arezzo si utilizza un’innovativa terapia di medicina rigenerativa per il trattamento del piede diabetico, metodica che consente di ottimizzare il rischio di amputazione.

Il diabete nel tempo può danneggiare i piccoli nervi dei piedi e i piccoli vasi con conseguente riduzione della sensibilità e aumento del rischio di lesioni e ulcere. Per questo è sempre molto importante per la persona con diabete – oltre ovviamente a un buon controllo della propria malattia – aver cura dei propri piedi, ogni giorno così da prevenire e/o comunque rallentare e contrastare la comparsa di una complicanza come il piede diabetico.

All’Ospedale San Donato di Arezzo, un’equipe multidisciplinare guidata dalla Dott.ssa Alessia Scatena, Direttore della UOC Diabetologia & Malattie Metaboliche, composta dal Dott. Pasquale Petruzzi (Direttore della UOSd Radiologia Interventistica), il Dott. Nico Attempati (radiologo interventista), il Dott. Leonardo Ercolini (Direttore UOC Chirurgia Vascolare) ha attivato un’innovativa terapia cellulare autologa (che utilizza un prelievo di cellule dal paziente stesso) i cui risultati clinici sono stati anche pubblicati sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Medicine.

“Da alcuni anni – dichiara Alessia Scatena – ci occupiamo di ricerca clinica per la cura dei pazienti diabetici con ischemia critica d’arto ad alto rischio di amputazione, utilizzando un’innovativa terapia di medicina rigenerativa che si basa sul prelievo e l’utilizzo di cellule del sangue periferico del paziente stesso: le cellule mononucleate per rigenerare il tessuto ulcerato del piede diabetico.

“Abbiamo messo assieme un team di grande livello e abbiamo condotto uno studio su 76 pazienti con piede diabetico la cui situazione non poteva più essere trattata senza intervento chirurgico.

Questo percorso, durato due anni, ha mostrato un esito clinico positivo nei pazienti con piede diabetico e ischemia critica non rivascolarizzabile, riducendo in modo significativo il tasso di amputazione e migliorando la sopravvivenza e la guarigione delle ferite”.

“I risultati ci hanno mostrato – continua la D.ssa Scatena – un tasso di amputazione più basso nel gruppo trattato con la nuova terapia rispetto al gruppo di controllo, una sopravvivenza a due anni superiore all’80% e un tasso di guarigione dell’86.6%”.

“Fatto molto importante è che il concentrato cellulare è stato prodotto direttamente in sala operatoria con un Sistema Point of Care dedicato, certificato per terapia cellulare umana (Hematrate Blood Filtration System della Cook Regentec)”.

“Un risultato molto positivo, quindi, che evidenzia una volta di più che l’azione che mette assieme varie professionalità è molto efficace nel risolvere situazioni anche particolarmente critiche e complesse. Ad Arezzo – conclude Scatena – l’equipe multidisciplinare che si occupa della cura dei pazienti con piede diabetico può contare sulla forte collaborazione con diversi professionisti, il Dott. Leonardo Bolognese (UOC Cardiologia), il Dott. Francesco Liistro (UOSd Cardiologia Interventistica), il Dott. Danilo Tacconi (UOC Malattie Infettive), il Dott. Gino Parca (UOC Medicina Interna), il Dott. Mario Felici (UOC Geriatria) e il Dott. Paolo Conti (UOC Nefrologia), ognuno dei quali gioca la sua parte nella difficile battaglia contro  questa temibile complicanza del diabete: il piede diabetico.

Il piede diabetico è molto più frequente di quello che si possa immaginare. I numeri in Italia, nonostante siano in miglioramento, evidenziano ancora circa 7mila amputazioni agli arti inferiori all’anno. “Con questa nostra terapia stiamo agendo proprio per ridurre questi numeri ed evitare traumatiche amputazioni” sottolinea la D.ssa Alessia Scatena.

Reference

Alessia Scatena, Pasquale Petruzzi, Filippo Maioli et al – Autologous Peripheral Blood Mononuclear Cells for Limb Salvage in Diabetic Foot Patients with No-Option Critical Limb Ischemia. J Clin Med 2021, 10(10), 2213

Comunicato stampa dell’Azienda Usl Toscana sud est, Arezzo, Grosseto, Siena

Tratto da: Diabete.com, 11 settembre 2021