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Diabete gestazionale: il rischio si riduce con una dieta sana all’inizio della gravidanza

Le donne incinte sovrappeso o obese che seguono un’alimentazione di qualità e antinfiammatoria riducono il rischio di diabete gestazionale. Cerali, integrali, verdura, frutta e grassi “buoni” possono fare la differenza anche quando sono presenti altri fattori di rischio.

Può insorgere al secondo o terzo trimestre di gravidanza manifestandosi con un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. È il diabete gestazionale, una condizione che colpisce il 17 per cento delle donne incinte nel mondo con conseguenze a breve e a lungo termine sia per la madre che per il bambino. Particolarmente a rischio sono le donne che iniziano la gravidanza in condizioni di sovrappeso o obesità. Seguendo una dieta corretta però già dal concepimento, le probabilità di sviluppare il diabete gestazionale si riducono notevolmente. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Università di Turku, in Finlandia, conducendo una sperimentazione su 351 donne sovrappeso o obese incinte.

Prima di essere sottoposte alla prima visita, le donne avevano compilato quotidianamente un diario inserendo tutti gli alimenti consumati durante i tre pasti nelle settimane precedenti. Gli scienziati hanno classificato gli alimenti in base ai loro nutrienti e all’impatto sul metabolismo degli zuccheri.

La qualità della dieta delle donne è stata valutata ricorrendo a due indicatori che per lo più danno risultati sovrapponibili, l’indicatore di qualità IDQ (quality dietary index) e l’indicatore di infiammazione. Il primo è uno strumento che permette di giudicare quanto sia sana una dieta mettendo insieme i dati sulla quantità e la frequenza del consumo di alcuni gruppi di cibi:  cereali integrali, frutta, verdura, latticini, bevande zuccherate, dolci. Una dieta viene considerata di scarsa qualità se ottiene un punteggio inferiore a 10 e di buona qualità con un “voto” superiore a 10  in una scala da zero a 15. Il secondo indice (dietary inflammatory index, DII) misura i cibi in base all’effetto pro- o anti-infiammatorio riferendosi all’impatto su alcuni biomarcatori dell’infiammazione.

Tra tutte le donne che hanno partecipato allo studio, il 23 per cento aveva avuto una diagnosi di diabete gestazionale.

Le donne che seguivano una dieta con un buon punteggio in entrambi gli indicatori, nonostante il fattore di rischio del sovrappeso, riducevano le probabilità di sviluppare l’alterazione metabolica nel secondo o terzo trimestre della gestazione. 

Una dieta che aumenta i marcatori infiammatori è associata  a un aumentato del rischio di sviluppare il diabete mellito gestazionale, così come un maggior consumo di grassi e soprattutto di grassi saturi.

«Il consumo di verdure, frutta e prodotti integrali, oltre a grassi insaturi, è particolarmente importante. Questi nutrienti e alimenti riducono l'infiammazione nel corpo e quindi anche il rischio di diabete gestazionale. Le donne che sono in sovrappeso o obese già prima della gravidanza trarrebbero molto probabilmente beneficio nel seguire una dieta adatta all'inizio della gravidanza», afferma il Kirsi Laitinen dell'Università di Turku,  tra gli autori dello studio.

Con un semplice intervento sull’alimentazione si possono evitare gravi complicanze della gravidanza, coma la preeclampsia, lo sviluppo del diabete 2 nelle madri e la predisposizione all’obesità nei figli, tutte condizioni associate al diabete gestazionale.

Tratto da: Healthdesk, 07 gennaio 2022