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Ictus cerebrale, ogni anno in Italia 12 mila casi

Colpa dell’ipertensione, del diabete, dell’obesità e dei cattivi stili di vita

Danilo Toni, presidente del comitato scientifico di Alice: «L'uso smodato di alcolici e superalcolici aumenta anche di 3-4 volte il pericolo».

Ogni anno, in Italia, 12 mila persone sotto i 55 anni vengono colpiti da un ictus. Ipertensione, diabete, obesità e soprattutto cattivi stili di vita mettono a rischio sempre più giovani, malgrado il 75 per cento dei casi riguardino persone oltre i 65 anni di età.

A sottolineare il crescente pericolo, in occasione della Settimana Mondiale del Cervello, è A.L.I.Ce. Italia Odv, la federazione che riunisce le associazioni che lottano contro gli ictus cerebrali. «L'età avanzata resta uno dei principali fattori di rischio non modificabili», spiega Danilo Toni, direttore dell'Unità di Trattamento Neurovascolare del Policlinico Umberto I di Roma e presidente del Comitato Tecnico-Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Odv. Tuttavia, precisa, «la fascia di età più giovane tende ad essere sempre più a rischio perché sono sempre più diffuse condizioni predisponenti come ipertensione arteriosa, diabete, obesità, sedentarietà e cattiva alimentazione».

Secondo la Federazione è stato inoltre riscontrato, negli ultimi anni, un amento dei casi tra gli under 45 attribuibile a una maggiore diffusione di alcol e droghe: «L'uso smodato di alcolici e superalcolici rappresenta un fattore di rischio sia per l'ictus ischemico che per quello emorragico, aumentando anche di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, ma può costituire anche un fattore precipitante, determinando l'insorgenza dell'evento acuto, ad esempio in occasione di una forte bevuta (il cosiddetto binge drinking)».

La prevenzione ha da sempre un ruolo determinante, dice Toni, per questo motivo «è necessario sottoporsi a periodici controlli medici, che devono essere adeguati al passare degli anni». È poi necessario «concentrare i propri sforzi per seguire uno stile di vita sano, in cui trovino ampio spazio una corretta alimentazione e un'attività fisica costante, tenendo sotto controllo tutti quei fattori di rischio che possono portare a patologie cerebrocardiovascolari».

Tratto da: La Stampa, 15 marzo 2022