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Prevenzione cardiovascolare: le indicazioni su misura in base all’età

La prevenzione giusta all’età giusta. È quella proposta dalla Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare per le malattie cardiovascolari L’argomento nel corso del congresso nazionale della SIPREC in programma a Napoli dal 15 al 17 settembre. Non solo la diagnosi e i trattamenti, ma anche la prevenzione deve essere sempre più di precisione e personalizzata. A cominciare dalla sua declinazione per fasce d’età. Oltre quindi a recepire sulla carta tutte le ultime evidenze dalla letteratura scientifica, in merito ai nuovi target terapeutici per i fattori di rischio tradizionali (ipertensione, dislipidemia, diabete) e alle nuove possibilità terapeutiche, è necessario fare un passo avanti e calare concretamente tutte queste raccomandazioni nella vita di tutti i giorni. Ecco dunque i consigli “personalizzati” degli esperti della SIPREC e declinati per le diverse fasce d’età (giovani 20-45 anni, mezza età 45-65 anni, over 65).

Dislipidemia

«Le statine rappresentano da anni il più importante presidio di prevenzione cardiovascolare primaria nei soggetti con dislipidemia e, in prevenzione secondaria, anche a prescindere dalla presenza di una dislipidemia, cioè di elevati livelli di colesterolo e/o trigliceridi. Il rapporto efficacia/sicurezza di questi farmaci è nettamente favorevole; una recente metanalisi del gruppo di Oxford ha infatti dimostrato che molti degli effetti collaterali attribuiti alle statine, in particolare i disturbi muscolari, non sono imputabili a questi farmaci, che dunque non andrebbero sospesi, né dal paziente, né dal medico», spiega Massimo Volpe, presidente della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC).

Diabete

Negli ultimi anni l’armamentario terapeutico del diabete si è arricchito di farmaci (inibitori di SGLT2 e agonisti di GLP-1) che, oltre a controllare questa condizione, hanno un effetto importante sulla prevenzione di scompenso cardiaco ed eventi cardiovascolari. Si tratta però di cure costose che vanno riservate ai soggetti che hanno un rischio cardiovascolare maggiore.

Aspirina

«In prevenzione primaria l’aspirina non è per tutti. Le linee guida nord-americane per la prevenzione cardiovascolare suggeriscono un uso della terapia anti-piastrinica differenziato per fasce d’età. Questo perché il beneficio maggiore (anti-trombotico) e il rischio minore (emorragico) dell’aspirina in prevenzione primaria si ha nei soggetti tra i 50 e i 60 anni, con una possibilità di estenderla ai 40enni, in presenza di aterosclerosi periferica documentata. Sopra i 60 anni, l’uso dell’aspirina in prevenzione primaria, va valutato in base al profilo di rischio del singolo paziente e al suo rischio emorragico», ricorda Volpe. E prima ancora dei farmaci, i veri ‘pilastri’ della prevenzione primaria sono la dieta e l’esercizio fisico.

Tratto da: Healthdesk, 20 settembre 2022