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Quando il freddo č nemico della salute

Le basse temperature possono mettere a rischio la salute cardiovascolare e non solo. I consigli della Società Italiana di Medicina Interna.

La credenza popolare vuole che gli ultimi 3 giorni di gennaio -per chi abita nel Nord Italia vengono definiti "i giorni della merla"- siano i più freddi dell'anno. Al di là della veridicità di questo "credo popolare", metereologicamente parlando siamo nel pieno dell'inverno. La media delle temperature minime è la più bassa dell'anno e questa condizione influenza notevolmente -così come le temperature estreme in estate- la salute delle persone, soprattutto gli anziani. Ecco i principali effetti del freddo e come difenderci spiegati dalla Società Italiana di Medicina Interna (SIMI).

IL FREDDO, NEMICO DEL CUORE

«Una delle minacce peggiori del "generale inverno" è quella posta all’apparato cardio-circolatorio, con un’aumentata incidenza di infarti, ictus e un peggioramento delle arteriopatie periferiche (o PAD, quelle a carico delle arterie degli arti inferiori)» spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna. Diverse analisi hanno infatti dimostrato che è nei periodi più freddi dell'anno che aumenta il rischio di "incidenti" cardiovascolari nelle persone maggiormente a rischio. Eventi che si innescano per reazione al cambio di temperatura: «Per evitare di disperdere calore -prosegue l'esperto- i vasi periferici si vanno incontro al fenomeno della vasocostrizione. Questo a sua volta provoca un ridotto afflusso di sangue in periferia e un aumento della pressione arteriosa. È per questo che spesso in inverno è necessario ritoccare verso l'alto i dosaggi della terapia antipertensiva o associare altri farmaci per mantenere sotto controllo i valori pressori». Sbalzi pressori che predispongono ad un maggior rischio di infarto e ictus.

L'IMPORTANZA DELL'IDRATAZIONE

Ipertensione e freddo, a differenza di quanto si possa pensare, espongono anche ad un maggior rischio di disidratazione, fenomeno già più marcato negli anziani. «Oltre a ridurre la pressione in maniera adeguata è necessario assicurare un buon introito di liquidi. Ma assolutamente non di alcol. L'idea che l'alcol riscaldi è una sensazione ingannevole. In realtà, producendo una vasodilatazione periferica, l'alcol favorisce la dispersione di calore. Ragione in più dunque per evitare il consumo delle bevande alcoliche, che non hanno mai effetti benefici» spiega Sesti.

GLI EFFETTI DEL FREDDO SUI POLMONI

Un'altra parte del corpo che risente in maniera importante delle basse temperature è l'albero respiratorio. In inverno, oltre alla maggiore circolazione dei virus respiratori, le malattie respiratorie croniche tendono ad esacerbarsi. «In questa stagione -prosegue Sesti- si manifestano maggiormente patologie come la bronchite ostruttiva (BPCO) e l'asma perché il passaggio di aria fredda lungo le vie aeree provoca irritazione e di conseguenza, tosse, aumento di secrezioni catarrali e una respirazione difficoltosa e affannata. Per questo è importante evitare di uscire di casa nelle ore più fredde, proteggere bene naso e bocca con una sciarpa (e una mascherina, soprattutto quando si sale sui mezzi pubblici affollati) per riscaldare l’aria che inaliamo. In alcuni casi bisognerà inoltre valutare con il proprio medico se è il caso di aggiungere un "puff" di broncodilatatore/antinfiammatorio in terapia. Chi soffre d'asma dovrebbe comunque sempre avere con sé un inalatore in caso di emergenza. Le persone con postumi da Covid-19 devono fare particolare attenzione in caso di freddo e cattivo tempo perché secondo una review pubblicata di recente sul BMJ, la loro funzionalità polmonare può restare compromessa per un tempo variabile dopo l’infezione da Covid e questo li espone a maggior rischio di infezioni respiratorie. Se necessario uscire, oltre a proteggersi bene dal freddo, queste persone dovrebbero indossare una mascherina FFP2, soprattutto negli ambienti affollati e scarsamente ventilati».

ATTENZIONE ALL'ATTIVITÀ FISICA

Sul fronte attività fisica, al di là del rischio cadute, nelle persone più a rischio è molto importante tenere sotto controllo l'intensità dell'esercizio. «Le persone con problemi cardiovascolari noti o i soggetti a rischio (ipertesi, diabetici, persone in sovrappeso) devono stare molto attenti a non fare sforzi eccessivi all'aperto, se le temperature sono rigide. In questa stagione, bene le passeggiate nelle ore calde e nelle giornate di sole, ma per tutto il resto, l’esercizio fisico andrebbe fatto indoor: in palestra, in piscina o in casa. Ricordatevi di vestirvi molto bene anche quando portate il cane fuori, soprattutto al mattino presto e la sera. Grande attenzione infine anche all’attività fisica "indotta" dal cattivo tempo: spalare la neve può rivelarsi decisamente pericoloso per il cuore, come anche cambiare una gomma bucata a temperature polari».

Tratto da: Fondazione Veronesi, 31 gennaio 2023