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Trigliceridi, possono scendere con le buone abitudini (e senza farmaci)

Niente alcol, occhio agli zuccheri, controllo del peso spesso sono misure sufficienti a tenerli sotto controllo. Secondo gli esperti, i farmaci sono indicati per pazienti selezionati.

Colesterolo LDL. Più è basso e meglio è. Per tutti. E soprattutto per chi è ad alto rischio, magari perché ha già avuto un infarto. Su questo non ci sono dubbi. Se cala il colesterolo "cattivo" nel sangue, scende il rischio di infarto, ictus e morte cardiovascolare. Ma il colesterolo, si sa, non è l'unico grasso da monitorare. E ci sono altri indici da tenere sotto controllo. Così, negli esami del sangue spesso si misurano anche i trigliceridi. E se si scoprono alti, magari superiori ai 150 milligrammi per decilitro, ovvero la soglia di normalità? Cosa bisogna fare? La scienza si interroga, anche alla luce di risultati come quelli emersi nello studio Prominent, che ha dimostrato come un farmaco chiamato pemafibrato abbia consentito di abbassare i valori dei trigliceridi, ma senza influire con questo sul rischio di eventi cardiovascolare. Insomma. Si discute. E non ci sono ancora risposte definitive, come spesso accade, ma si può dare qualche consiglio. Anche e soprattutto perché le statine, agendo sul colesterolo, influiscono anche sui valori dei trigliceridi. E forse farmaci specifici per agire specificamente su questo parametro, in termini di rischio cardiovascolare, sono necessari solo in alcuni casi.

Quanto "pesano" davvero su cuore ed arterie

Se i trigliceridi sono elevati, nel tempo possono favorire lo sviluppo di aterosclerosi e quindi influire anche sul rischio di infarto, ictus e altre patologie cardiovascolari. Ma non basta. Lasciando stare cuore ed arterie, possono influenzare anche la salute del pancreas, aumentando - se davvero molto alti - il rischio di pancreatite. Detto questo, la scienza si interroga sul fatto che possano essere considerati un fattore di rischio indipendente. O meglio: avere i trigliceridi sopra la norma è un chiaro segno che qualcosa non va nell'organismo. E questo certo va controllato. L'innalzamento di questi grassi, si osserva spesso nelle persone con diabete, negli ipertesi, in chi ha un girovita ampio. E questo, questo sì, si traduce in un maggior rischio di patologie cardiache ed ictus. oltre a sono una sorta di "bandierina" che accompagna. "I trigliceridi sono la principale riserva energetica dell'organismo: in pratica in questa forma i nutrienti vengono depositati nel tessuto adiposo e possono essere impiegati dal fegato - spiega Ciro Indolfi, Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia. Per questo elevati valori di trigliceridi nel sangue contribuiscono ad alzare i valori di colesterolo LDL".

Come mantenere i valori bassi

Sotto i 150 milligrammi per decilitro i valori di trigliceridi sono normali. Fino a 200 sono borderline. Vengono considerati propriamente alti da 200 a 499 e poi molto alti se superiori. "Per mantenerli sotto controllo bisogna innanzitutto perdere il peso in eccesso, riducendo le calorie: ricordate che quelle extra si convertono in trigliceridi e quindi se si abbassa l'introito calano anche i trigliceridi - ricorda Indolfi. Ed è importante l'attività fisica visto che l'esercizio regolare può far abbassare questi grassi e aumentare il colesterolo HDL".

Per il resto, le scelte a tavola vanno fatte con intelligenza. Andrebbero limitati più possibile zucchero e carboidrati raffinati visto che questi alimenti possono favorire un incremento dei trigliceridi. "Sul fronte dei grassi consiglio di sostituire i grassi saturi presenti nelle carni con i grassi più sani presenti nei vegetali e invece della carne rossa, conviene mangiare il pesce ricco di acidi grassi omega-3, come lo sgombro o il salmone - riprende Indolfi. Ultima regola: bisogna limitare gli alcolici: sono ricchi di calorie e zuccheri e hanno un effetto particolarmente potente, in negativo, sui trigliceridi".

Quando usare i farmaci

Le raccomandazioni delle Linee guida sulla Prevenzione Cardiovascolare della Società Europea di Cardiologia del 2021 relative ai trattamenti farmacologici dei pazienti affetti da ipertrigliceridemia dicono che le statine sono fortemente raccomandate come primo farmaco di scelta per ridurre il rischio di infarto ed ictus in pazienti ad alto rischio con ipertrigliceridemia. "Si possono poi prendere in considerazione farmaci come feno e bezafibrato quando si è raggiunto l'obiettivo di LDL e i trigliceridi rimangono alti - conclude l'esperto. In pazienti ad alto o altissimo rischio con trigliceridi superiori a 135 milligrammi per decilitro nonostante il trattamento con statine e misure dello stile di vita, acidi grassi omega-3, come icosapent-etil a dosaggi farmacologici raccomandati, potrebbero essere considerati in combinazione con una statina. Ricordate che, a differenza del colesterolo LDL, non ci sono obiettivi terapeutici per i trigliceridi, ma può comunque essere utile farli scendere. Gli stili di vita possono aiutarci. E molto".

Tratto da: La Repubblica Salute, Federico Mereta, 25 aprile 2023