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Un’infanzia difficile favorisce la comparsa del diabete

Lo stress nei bambini può incidere negativamente sul sistema nervoso, immunitario ed endocrino, ma anche indurre comportamenti malsani. È per questo che le avversità sperimentate nell’infanzia favoriscono il diabete 2 in età giovanile.

Un’infanzia difficile aumenta il rischio di sviluppare precocemente, alle soglie dell’età adulta, il diabete di tipo 2. La colpa è dello stress che può incidere negativamente sul sistema nervoso, endocrino e immunitario ma che può anche favorire comportamenti poco salutari già in età adolescenziale, come sedentarietà, disturbi del sonno, eccessivo consumo di alcol, dieta malsana, noti fattori di rischio  per l’obesità e le malattie metaboliche.  Uno studio appena pubblicato su Diabetologia dimostra che chi è stato vittima di maltrattamenti da piccolo, chi è cresciuto in una famiglia povera, chi ha convissuto con genitori o fratelli affetti da malattia mentale va incontro a maggiori probabilità di sviluppare il diabete 2 tra i 16 e i 38 anni.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenaghen ha condotto uno studio sulla popolazione danese nata tra il 1° dicembre 1980 e il 31 dicembre del 2001 raccogliendo i dati da una ampia indagine sulle condizioni di vita e sulla salute dei bambini danesi. Il campione, da cui sono stati esclusi tutti i bambini con una diagnosi di diabete in età pediatrica, è stato suddiviso in tre categorie in base alle difficoltà affrontate durante l’infanzia: privazione materiale (povertà familiare e disoccupazione dei genitori a lungo termine), perdita o minaccia di perdita di un famigliare (malattia somatica del genitore, malattia somatica del fratello, morte del genitore, morte del fratello) e problemi familiari (affido, malattia psichiatrica del genitore, malattia psichiatrica del fratello, abuso di alcol da parte dei genitori, abuso di droghe da parte dei genitori e separazione materna).

All’interno delle tre categorie, i bambini sono stati divisi ulteriormente in 5 gruppi: bambini con livelli relativamente bassi di avversità durante l'infanzia (54%), bambini con una deprivazione materiale specifica nella prima infanzia (20%), bambini con una privazione materiale durante l'infanzia e l'adolescenza (13%), bambini con livelli relativamente elevati di malattie somatiche o morte in famiglia (9%); e bambini con livelli relativamente elevati di avversità in tutte e tre le dimensioni (3%).

In totale lo studio ha coinvolto oltre 1 milione e 270mila individui. Di questi, 2.560 donne e 2.300 uomini hanno sviluppato il diabete di tipo 2 lungo il periodo di follow-up.

I bambini più a rischio erano quelli del gruppo con il livello di avversità maggiore e di sesso maschile. Nel gruppo più problematico, caratterizzato da alti tassi di avversità in tutte e tre le dimensioni, il rischio di sviluppare il diabete era del 141 per cento più alto negli uomini e del 23 per cento più alto nelle donne rispetto al gruppo con il livello di avversità più basso. Il dato si traduce in 36,2 casi in più ogni 100mila abitanti per gli uomini e 6,4 casi in più per le donne.

Lo studio mostra che le persone che hanno sperimentato nel corso dell’infanzia avversità di diverso tipo, come la povertà, la malattia o la morte di un parente, i conflitti famigliari hanno un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 in età giovanile rispetto a coloro che sono stati esposti a bassi livelli di avversità durante l'infanzia. In base a questi risultati è possibile sostenere che una parte dei casi di diabete 2 insorti nella giovane età adulta potrebbe essere evitata attraverso interventi precoci per ridurre o addirittura eliminare l’effetto negativo dello stress sulla vita dei bambini.

Tratto da: Healthdesk, 27 aprile 2023