5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi è importante!
C.F. 98152160176

Rischio cardiovascolare: TC più utile del profilo genetico

Attualmente, per valutare il rischio di eventi cardiovascolari, i medici utilizzano misure come la valutazione della pressione sanguigna o dei livelli di colesterolo, ma alcune persone possono comunque andare incontro a eventi cardiovascolari anche in assenza di indicazioni rilevate da questi parametri. Tuttavia, l’analisi degli studi pubblicata da JAMA ha dimostrato che la TC è migliore della genetica nel prevedere il rischio.

Nel prevedere il rischio di malattia cardiaca ed eventi come l’infarto nelle persone di mezz’età, la tomografia computerizzata (TC) è più utile rispetto alla profilazione genetica. È la conclusione cui è arrivata l’analisi di due studi condotta da un gruppo di ricercatori della Northwestern Medicine Feinberg di Chicago (USA) e pubblicato da JAMA.

Attualmente, per valutare il rischio di eventi cardiovascolari, i medici utilizzano misure come la valutazione della pressione sanguigna o dei livelli di colesterolo, ma alcune persone possono comunque andare incontro a eventi cardiovascolari anche in assenza di indicazioni rilevate da questi parametri.

Gli scienziati hanno quindi iniziato a studiare i fattori di rischio genetici. Tuttavia, l’analisi degli studi pubblicata da JAMA, confrontando la genetica con la tecnica di imaging nel rilevare il calcio nelle coronarie, ha dimostrato che la TC è migliore della genetica nel prevedere il rischio di malattie cardiache nella mezza età.

L’analisi è stata condotta su 3.208 adulti inclusi in due studi, uno americano e uno olandese, con un follow-up fino a 17 anni. Andando a classificare le persone coinvolte in base al rischio, è emerso che i dati genetici non influenzano le categorie di rischio, mentre quando si considerano i risultati ottenuti alla TC, la metà dei partecipanti passa a un gruppo ad alto rischio.

“Trovare il modo migliore per identificare chi è a rischio di sviluppare malattie cardiache può aiutare a determinare come bisogna agire per ridurlo”, ha dichiarato l’autore principale della ricerca, Sadiya Khan, secondo il quale “questa scoperta può supportare medici e pazienti nella gestione del rischio di malattie cardiache. I dati delle TC, inoltre, aiutano a identificare le persone che possono beneficiare di farmaci per ridurre il rischio di malattie cardiache”.

Fonte: JAMA 2023

Tratto da: Quotidiano Sanità, 25 maggio 2023