Chirurgia bariatrica e diabete, remissione e perdita di peso a lungo termine
Le comorbilità legate all'obesità comportano un notevole impatto economico ed è noto come gli individui con obesità presentino rischio maggiore di malattie metaboliche e aumento della mortalità per tutte le cause.
Negli ultimi decenni l'obesità e le sue conseguenze sono diventate un grave onere sanitario: le comorbilità legate all'obesità comportano un notevole impatto economico ed è noto come gli individui con obesità presentino rischio maggiore di malattie metaboliche e aumento della mortalità per tutte le cause. «La prevenzione e il trattamento dell'obesità sono obbligatori», afferma Mariluce Barrasso, UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Policlinico L. Vanvitelli di Napoli. «Un approccio terapeutico globale per l'obesità può portare alla remissione o alla prevenzione della progressione delle complicanze associate. Tra gli approcci esistenti, la chirurgia bariatrica ha dimostrato di ottenere i risultati più favorevoli in termini di perdita di peso, prevenzione e remissione delle comorbilità», osserva lo specialista (Ikramuddin S, et al. JAMA 2018).
«Per i pazienti affetti da obesità e diabete (DM2), la chirurgia bariatrica può portare alla remissione di entrambe le patologie», riferisce Barrasso (Lager CJ, et al. Obes Surg 2017). «Alcuni studi hanno messo a confronto il by-pass gastrico (GB) e la sleeve gastrectomy (SG) a 2 e 4 anni dall’intervento chirurgico, dimostrando risultati più favorevoli per il GB in termini di perdita di peso e di remissione di DM2, ipertensione e dislipidemia», commenta l'esperta (Peterli R, et al. JAMA 2018). «La perdita di peso nel post-operatorio può variare in maniera sostanziale in base alle comorbilità di partenza; pertanto, alcuni lavori hanno cercato di quantificare l'effetto del DM2 sulla perdita di peso dopo la chirurgia bariatrica», prosegue lo specialista.
«Un recente studio», riferisce Mariluce Barrasso, UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Policlinico L. Vanvitelli di Napoli, «ha avuto l’obiettivo di quantificare l’impatto del DM2 sulla perdita di peso post-chirurgia bariatrica». «Disegno e setting: studio di coorte retrospettivo, i cui dati sono stati estrapolati dalla Michigan Bariatric Surgery Cohort (MI-BASiC)», osserva l'esperta. «Criteri di inclusione: pazienti di età > 18 anni sottoposti a GB o SG presso l'Università del Michigan tra gennaio 2008 e novembre 2013, con indice di massa corporea (BMI) > 40 kg/m2 o BMI > 35 kg/m2 più una comorbilità legata all'obesità», commenta lo specialista. «I criteri di esclusione includevano: precedente intervento di chirurgia bariatrica; impossibilità di completare l'intervento a causa di risultati operatori inattesi; intervento chirurgico eseguito per un motivo diverso dall'obesità e dalle sue comorbilità», continua Barrasso.
«Queste le caratteristiche dei pazienti considerati: sono stati inclusi 714 pazienti, 564 (79%) di sesso femminile. Al momento dell’intervento, l’età media era 44.4 anni e il BMI medio 48.6 kg/m2», riporta l'esperta. «I due gruppi erano simili tranne che per peso e BMI (significativamente maggiori nel gruppo sottoposto a SG), HbA1c e colesterolo totale (significativamente più elevati nei pazienti che effettuavano GB), ma non vi erano differenze significative di comorbilità», riferisce lo specialista. «Dei 714 pazienti inclusi, 380 sono stati sottoposti a GB (BMI medio 47.3 ± 0.4 kg/m2, diabetici 39.2%) e 334 a SG (BMI medio 49.9 ± 0.5 kg/m2, diabetici 32.3%)», prosegue Barrasso. «Dati raccolti: nel programma multi-disciplinare di chirurgia bariatrica per adulti dell'Università del Michigan, i pazienti venivano sottoposti a una valutazione pre-operatoria e seguiti nel post-operatorio dal chirurgo e dai dietologi a 2 settimane e 2 mesi», osserva l'esperta.
«Il follow-up successivo con l'endocrinologo e il dietista era a 6 e 12 mesi dopo l'intervento e successivamente ogni anno per valutare e trattare i problemi di assistenza a lungo termine», commenta lo specialista. «È stata eseguita una revisione medica elettronica retrospettiva e i dati sono stati ricavati dalle visite effettuate prima dell'intervento e ogni anno dopo l'intervento a 1-5 anni», riferisce Barrasso. «Sono state adottate le seguenti definizioni (Cadena‐Obando D, et al. BMC Endocr Disord 2020): perdita di peso totale (TWL): differenza tra il peso prima dell'intervento e il peso in un determinato momento dopo l'intervento; percentuale di TWL (TWL%): TWL divisa per il peso pre-intervento; eccesso di peso (EW): differenza tra il peso iniziale e il peso ideale (BMI a 25 kg/m2); percentuale di perdita di EW (EWL%): percentuale di TWL su EW», conclude lo specialista.
«Questi i risultati», afferma Mariluce Barrasso, UOC di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Policlinico L. Vanvitelli di Napoli. «Perdita di peso: nel primo anno i pazienti sottoposti a GB hanno perso 42.8 ± 0.6 kg ed il loro BMI è diminuito di 15.2 ± 0.2 kg/m2, mentre i pazienti sottoposti a SG hanno perso 34.3 ± 0.7 kg e il loro BMI si è ridotto di 12.2 ± 0.2 kg/m2 (p < 0.0001)», riporta lo specialista. «Ciò ha comportato un calo del 31.2 ± 0.4% del peso totale e una diminuzione del 69.1 ± 1.0% dell’EW nel gruppo GB e un decremento del 25.1 ± 0.5% del peso totale e del 54.7 ± 1.1% dell’EW nel gruppo SG (p < 0.0001)», prosegue l'esperta.
«Impatto del DM2 sulla perdita di peso: nei 5 anni di follow-up i non diabetici hanno presentato maggiore riduzione dell’EW», continua Barrasso. «Dopo l'aggiustamento per le covariate, l'analisi multi-variata per misure ripetute ha mostrato che, rispetto ai soggetti senza DM2, i soggetti affetti da DM2 vanno incontro a una percentuale significativamente inferiore di TWL (p = 0.0023) e di EWL% (p = 0.0212)», osserva lo specialista. «La presenza di DM2 ha determinato un impatto negativo sulla TWL, risultata più evidente nel gruppo sottoposto a GB rispetto a SG», commenta l'esperta.
«Dopo chirurgia bariatrica, i pazienti obesi diabetici hanno presentato una perdita di peso inferiore rispetto agli obesi non diabetici, con una differenza evidente al primo anno di follow-up, che si è mantenuta nel periodo successivo», riferisce lo specialista. «Nei diabetici il GB ha consentito di ottenere un calo ponderale maggiore rispetto alla SG», prosegue Barrasso. «Rispetto ai diabetici, gli obesi non diabetici hanno una probabilità 1.5 volte superiore di raggiungere un BMI < 30 kg/m2; inoltre, si prevede che, rispetto ai non diabetici, i diabetici perdano circa il 15% in meno in termini di punti sul BMI, soprattutto se vengono sottoposti a un intervento di GB», osserva l'esperta.
«Questi risultati suggeriscono che i pazienti affetti da obesità e DM2 dovrebbero avere aspettative diverse sui risultati di perdita di peso quando si sottopongono a chirurgia bariatrica», commenta lo specialista. «Per ogni paziente candidabile a chirurgia bariatrica è di grande importanza avere prima dell’intervento una proiezione della perdita di peso ottenibile e comprendere i fattori che possono influire su tale proiezione (ad esempio controllo glico-metabolico pre-intervento)», continua Barrasso. «Lo studio ha il merito di fornire queste informazioni aggiuntive, utili sia ai chirurghi che ai pazienti», riporta l'esperta. «Inoltre, diversamente da altri lavori scientifici, è stato condotto su un campione più ampio di soggetti, con una maggiore prevalenza di pazienti di sesso femminile e per un follow-up più prolungato», prosegue lo specialista. «Tuttavia, non sono ancora noti i meccanismi alla base della minor perdita di peso nei diabetici sottoposti a chirurgia bariatrica», conclude Barrasso.
Clin Endocrinol (Oxf) 2023, 99: 285-95. doi: 10.1111/cen.14922.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37041100/
Tratto da: Endocrinologia33, 25 marzo 2025