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Aip: “Auspichiamo una crescente sinergia con i farmacisti per sviluppare podologia sul territorio”

“Al fine di avere una «podologia sul territorio», sempre più necessaria per migliorare la qualità della vita della popolazione del nostro Paese, che è in prevalenza composta da persone anziane, è indispensabile sviluppare una costante sinergia tra il Farmacista ed il Podologo. Questo perché il farmacista è la prima persona, come il Medico di medicina generale, con cui il paziente viene a contatto, e valutata la specifica esigenza, suggerirà al paziente una visita podologica, per esempio nel caso in cui il paziente, affetto dalle patologie legate al diabete, chiede al farmacista un callifugo, quest’ultimo gli potrà consigliare di andare dal Podologo”.

Questa la posizione dell'Associazione italiana podologi (Aip), rappresentata dal presidente Valerio Ponti, e dal presidente onorario, Mauro Montesi, lo scorso 5 ottobre alla 6ª edizione di FarmacistaPiù, il congresso nazionale dei farmacisti italiani presso il Mico di Milano.

Aip ha proseguito, dichiarando: “È importante, in un’ottica multidisciplinare, interagire con figure professionali capaci di fare prevenzione ed educazione del paziente, soprattutto nei casi di soggetti a rischio. A sua volta, il Podologo valutata la patologia consiglierà la cura farmacologica idonea (limitatamente a parafarmaci e farmaci da banco), e invierà il paziente al farmacista. Questa sinergia tra Podologo e Farmacista, e più in generale tra i vari Professionisti sanitari si deve creare non solo in un’ottica di una cura più adeguata del paziente, ma, anche, per combattere la problematica dell’abusivismo professionale”.

Bisogna ricordare, infatti, che l’Aip da anni porta avanti la lotta contro l’abusivismo professionale, purtroppo sempre più diffuso, e lo fa segnalando all’Albo i casi, che poi vengono a sua volta segnalati ai Nas e alle Asl. Lo scorso maggio sulla stampa locale di Treviso è stato riportato il fatto che un'infezione partita dall'alluce del piede sinistro è stata considerata la causa che ha portato al decesso di Maria Buso, 82enne moglianese morta all'ospedale Ca' Foncello. Come riportato da Il Gazzettino di Treviso però, a rendere ancor più tragico il decesso dell'anziana signora sarebbe il fatto che l'infezione all'alluce sarebbe partita da un piccolo taglio non medicato al termine di una normalissima pedicure. Lo scorso febbraio l'anziana ospite del Gris si era infatti sottoposta ai trattamenti di cura offerti dal Centro anziani.

Quello sopradescritto è solo l’ultimo in ordine temporale, dei tanti casi che si sono succeduti nel corso degli anni. Alla base di casi analoghi, vi è il fatto che nelle RSA per avere un risparmio in termini economici non viene prevista la presenza del Podologo, ma bensì quella dell’estetista che in base alla Legge 1/90 dovrebbe svolgere pedicure estetico. Con ciò, fatto molto grave, non si applica quanto prevede la normativa di settore, ossia: - il Podologo, in possesso della Laurea abilitante, è il professionista sanitario al quale è riservata la trattazione terapeutica delle patologie del piede, in conformità al D.M. n. 666/1994.

In conclusione, l’Aip ha ricordato come sia fondamentate fare attenzione che il professionista:

 - sia in possesso di diploma o di laurea;

 - svolga la sua attività presso strutture sanitarie pubbliche o private;

 - disponga quindi di un vero e proprio studio o ambulatorio di Podologia, nel quale sono presenti le più innovative attrezzature, la sala operativa per i trattamenti podologici nonché appositi locali quali la sala d’attesa, il laboratorio per la lavorazione delle ortesi, l’ambiente per la sterilizzazione dello strumentario.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 13 ottobre 2019