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Tumore della prostata e del pancreas con mutazioni BRCA, conferme per olaparib anche dalla real life #ASCO2020

I risultati positivi di due sottoanalisi del registro americano TAPUR (Targeted Agent and Profiling Utilization Registry) condotte su due coorti di pazienti forniscono evidenze di real life a supporto del ruolo di olaparib nel trattamento del tumore della prostata e del pancreas in fase avanzata caratterizzati da mutazioni dei geni BRACA 1 e 2. Questi dati sono stati presentati durante il congresso (virtuale) dell’American Society of Clinical Oncology.

L’inibitore di PARP olaparib ha mostrato di essere efficace nel trattamento di diversi tumori caratterizzati da mutazioni germinali di BRCA. Il meccanismo di azione di questa categoria di farmaci promuove la morte delle cellule tumorali interferendo con la replicazione del Dna in tumori che, a causa della mutazione genica, possiedono un meccanismo difettoso di riparazione del Dna.

Nelle due analisi presentate all’Asco, olaparib ha determinato una risposta obiettiva o una malattia stabile per almeno 16 settimane in oltre due terzi (68%) dei pazienti con tumore prostatico avanzato e in circa un terzo (31%) dei pazienti con tumore del pancreas, in entrambi i casi portatori di mutazioni inattivanti dei geni BRCA 1 e 2.

"Ha senso che una terapia mirata che funziona bene ed è stata approvata per un tipo di cancro con una particolare mutazione possa essere efficace anche per altri tipi di cancro con la stessa mutazione", ha detto Richard L. Schilsky, Chief Medical Officer e Vice Presidente Esecutivo di ASCO. “Tapur fornisce dati da una popolazione più ampia di quella che era stata inclusa negli studi pilota su olaparib nel trattamento di questi tumori, e supporta la  sua sicurezza ed efficacia in pazienti precedentemente trattati” ha concluso Schilsky.

Registro TAPUR

TAPUR è il primo studio clinico condotto da ASCO. Il registro si è focalizzato sui pazienti in fase avanzata per i quali non esistono ulteriori opzioni terapeutiche e si proponeva l’obiettivo di identificare eventuali terapie target che possono portare benefici in pazienti caratterizzati da specifici profili genomici, nell’ottica di una sempre maggiore personalizzazione della terapia

Si tratta di un “basket trial”, che raggruppa tumori in base a specifiche alterazioni geniche a prescindere dalla sede di localizzazione. A oggi, il registro ha arruolato 1900 pazienti provenienti da oltre 115 centri partecipanti negli Stati Uniti, e rappresenta un esempio per la conduzione di studi simili  in tutto il mondo.

Tumore della prostata

La prima coorte era composta da 29 pazienti con tumore avanzato portatori di mutazioni germinali inattivanti o somatiche dei geni BRAC1/2. Per questi pazienti non erano disponibili ulteriori opzioni di trattamento. Tutti i pazienti avevano malattia misurabile, funzione organica adeguata, valori di performance status ECOG compresi tra 0 e 2.

Nei 25 pazienti valutabili per l'efficacia, il 68% ha avuto una risposta obiettiva (n = 9) o una malattia stabile per almeno 4 mesi (n = 8). Tre pazienti hanno avuto almeno un evento avverso di grado 3 o un evento avverso grave eventualmente correlato a olaparib. Gli eventi avversi segnalati erano coerenti con le indicazioni del farmaco.

Questi dati supportano la recente approvazione di olaparib da parte dell’Fda per il trattamento di pazienti adulti con tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione con deleterie o sospette mutazioni germinali/somatiche del gene di riparazione della ricombinazione omologa (homologous recombination repair, HRR).

Tumore del pancreas

Trenta pazienti con tumore del pancreas avanzato portatori della mutazione inattivante dei geni BRCA1/2  precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino hanno composto la seconda coorte esaminata.

Anche in questo caso, non vi erano opzioni terapeutiche disponibili; i pazienti presentavano malattia stabile, funzione organica adeguata e valori di performance status ECOG compresi tra 0 e 2.

Come per i pazienti con tumore della prostata, il trattamento prevedeva l’assunzione, due volte al giorno, di olaparib al dosaggio di 300 o 400 mg fino a progressione.

Nei 26 pazienti valutabili per l’efficacia, il 31% ha mostrato una risposta obiettiva (parziale in un paziente) o una malattia stabile per almeno 4 mesi. In quattro casi si è verificato almeno un evento avverso di grado 3, verosimilmente legato al farmaco, coerente con le indicazioni.

Anche questi risultati supportano la recente approvazione di olaparib da parte dell’Fda e l’approvazione preliminare europea da parte del Chmp per la terapia di mantenimento di pazienti con adenocarcinoma pancreatico portatori di deleterie o sospette mutazioni del gene BRCA, e potenzialmente offrono indicazioni per la sua estensione a casi di malattia più avanzata.

Abstract 5567: Olaparib (O) in patients (pts) with prostate cancer with BRCA1/2 inactivating mutations: Results from the Targeted Agent and Profiling Utilization Registry (TAPUR) study.

Tratto da: Pharmastar, 05 giugno 2020