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Chirurgia bariatrica, insoddisfacente la remissione a lungo termine del diabete mellito di tipo 2

In un recente commento su "The Journal of Endocrinology and Metabolism", Kratz (2020) pone l'attenzione sul noto fatto che, dopo chirurgia bariatrica, il tasso di remissione a lungo termine del diabete mellito tipo 2 (Dm) si dimostra più basso di quanto ci si potrebbe aspettare a fronte della rilevante perdita di peso corporeo. «L'autore» riporta Carla Micaela Cuttica, Ssd Endocrinologia, Eo Ospedali Galliera, Genova «prende spunto da un recente studio randomizzato controllato (Courcoulas AP, et al. J ClinEndocrinolMetab 2020), che ha paragonato i risultati sulla remissione del Dm2 dopo bypass gastrico Roux-en-Y (Rygb), bendaggio gastrico (Lagb) e interventi sullo stile di vita: a 5 anni il 56% degli obesi sottoposti a Rygb e il 45% di quelli sottoposti a Lagb non avevano necessità di terapia medica per il Dm2, rispetto allo 0% di quelli non trattati chirurgicamente». Gli autori - prosegue Cuttica - concludevano pertanto per la maggiore efficacia della terapia chirurgica.

«Come già altri autori avevano evidenziato in precedenza in pazienti obesi sottoposti a vari tipi di interventi di chirurgia bariatrica (Schauer PR, et al. N EnglMed 2017; Ikramuddin S, et al. JAMA 2018; Mingrone G, et al. Lancet 2015)» fa notare la specialista «anche Courcoulas et al hanno però osservato che, nonostante il calo di peso si mantenga sostenuto, il tasso di remissione del Dm2 (inteso come HbA1c < 6.5% e glicemia a digiuno ≤ 125 mg/dL in assenza di farmaci per il diabete) si riduce nel tempo: a) dopo Lagb: 29% a 1 anno vs 19% a 5 anni; b) dopo Rygb: 60% a 1 anno vs 30% a 5 anni, con solo un caso di remissione completa (intesa come HbA1c < 5.7% e glicemia a digiuno ≤ 100 mg/dL in assenza di farmaci per il diabete)». Per commentare questo fenomeno, Kratz postula l'intervento di vari fattori: microbioma intestinale, metabolismo degli acidi biliari, segnali incretinici, infiammazione cronica, riduzione dell'introito calorico. «Quest'ultima» specifica Cuttica «può produrre effetti benefici sul metabolismo glucidico anche per 1-2 anni (chiamando in causa la riduzione dei depositi lipidici a livello pancreatico ed epatico), per poi ridursi nel tempo quando l'introito calorico torna a superare il dispendio energetico (Affinati AH, et al. Curr Diab Rep 2019; Jackness C, et al. Diabetes 2013; Taylor R, et al. Cell Metab 2018). La ricomparsa del DM2 nel tempo sarebbe la dimostrazione di come la chirurgia bariatrica non possa essere considerata l'unica risposta per la duplice epidemia di obesità e diabete, considerati anche i potenziali possibili effetti collaterali segnalati (malnutrizione, suicidi, alcolismo)» (Patel JJ, et al. NutrClinPract 2017; Castaneda D, et al. Obes Surg 2019; Azam H, et al. Ann TranslMed 2018). Nonostante sia ormai stabilito che i programmi sugli stili di vita al momento non sono in grado di ottenere la remissione del Dm2, spiega l'endocrinologa, per Kratz è essenziale che siano effettuate ulteriori ricerche per comprendere come la composizione della dieta possa migliorare l'omeostasi glucidica ed energetica, sia per migliorare i tassi di remissione del Dm2 dopo chirurgia bariatrica, sia per trattare in maniera più appropriata il Dm2 e magari riuscire anche a prevenirne l'insorgenza.

«In conclusione» commenta Cuttica «l'obesità con tutte le sue complicanze, compreso il Dm2, è una malattia cronica e il suo trattamento deve coinvolgere tutti gli aspetti di prevenzione primaria, secondaria e terziaria. Essenziale si dimostra quindi l'adozione di politiche sociali che conducano ad adottare stili di vita più salutari per la popolazione in ogni fascia di età, in particolare per bambini e adolescenti, promuovendo uno stile di vita sano, caratterizzato da regolare attività fisica e migliori scelte dietetiche, individualizzate ove necessario, per ridurre la massa grassa. Risulta fondamentale l'attenta selezione del paziente da inviare a chirurgia bariatrica, così come è essenziale che il paziente sia seguito nel lungo termine anche nel post-intervento da un team multidisciplinare dedicato».

J ClinEndocrinolMetab. 2020; 105:866-76. Doi: 10.1210/clinem/dgaa006.

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31917447/

Tratto da: Endocrinologia33, 20 gennaio 2021