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Il pancreas artificiale regolato da un algoritmo č preciso e su misura

Come l'organo vero, lo dimostra uno studio di simulazione italiano

Il "pancreas artificiale", ovvero una pompa insulinica disposta nella cavità addominale del paziente con diabete di tipo 1 (insulino-dipendente) autoregola il rilascio di insulina al bisogno in modo personalizzato e del tutto simile a quanto fa il pancreas normalmente nelle persone sane, grazie a un algoritmo di comando personalizzabile, sviluppato tra università di Padova, Pavia e Yale.

Lo suggerisce uno studio pubblicato su APL Bioengineering in cui è stata testata l'efficacia dell'algoritmo con una simulazione. "Non solo l'infusione di insulina è molto più fisiologica perché si riproduce la fisiologia naturale, ma semplifica anche il problema del controllo perché non ci sono ritardi " nella somministrazione, spiega l'autore Claudio Cobelli.

"Quindi, questo significa che si può avere un controllo molto semplice e preciso per gestire le situazioni quotidiane".

L'attuale metodo di somministrazione automatizzata dell'insulina, che si basa su una tecnologia con sensori sottocutanei, richiede che i pazienti inseriscano manualmente il numero di carboidrati che consumano, di fatto comunicando i loro pasti al sistema prima di mangiare. Inoltre, il sistema è lento nel rilevare ed erogare l'insulina. Questi ritardi, insieme alla probabilità di errori nel calcolo manuale dei carboidrati nei pasti, rendono il sistema soggetto a imprecisioni e aumentano il rischio dell'iperinsulinemia, un pericoloso stato di insulina elevata nei pazienti.

Utilizzando un simulatore approvato dalla FDA e progettato per la somministrazione continua di insulina sottocutanea, i ricercatori hanno simulato la somministrazione di insulina.

Hanno sviluppato un modello in grado di tenere conto delle differenze tra i singoli pazienti e hanno convalidato un algoritmo di controllo del microinfusore che non richiede nessuna attività da parte del paziente.

"Questo è un grande vantaggio perché consente la personalizzazione", precisa Cobelli. "Persone diverse hanno esigenze diverse, quindi è necessario personalizzare gli algoritmi".

Tratto da: ANSA, 25 maggio 2023