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E-cig, rischi in aumento tra i giovani. Simi: 700 sostanze nel fumo

Il fumo del terzo millennio, rappresentato appunto da e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, lungi dall'essere innocuo, può comportare molti rischi per la salute umana.

L'aumento del consumo di sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato da parte dei giovani porta a diversi rischi per la salute, dall'infiammazione delle vie aeree fino all'asma e alle alterazioni per il Dna. A evidenziarlo la Società Italiana di Medicina Interna (Simi), i cui esperti (Paola Andreozzi, Giorgio Sesti, Antonello Pietrangelo e altri) hanno fatto una revisione di tutta la letteratura scientifica relativa all'effettivo impatto di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato sulle patologie respiratorie. Tale revisione è stata pubblicata su "Internal and Emergency Medicine". Come fa notare la Simi, il fumo del terzo millennio, rappresentato appunto da e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, lungi dall'essere innocuo, può comportare rischi quali asma, infiammazione delle vie aeree, alterazioni del Dna e maggiore esposizione ai tumori. In una singola nuvola di fumo della sigaretta tradizionale vi sono 700 sostanze chimiche, delle quali molte sono tossiche e cancerogene: "Il fumo di sigaretta è un complesso aerosol dove trovano posto 700 sostanze chimiche diverse (tra le più note, nicotina, monossido di carbonio, anidride carbonica) molte delle quali con proprietà tossiche e cancerogene", fa notare la Simi. Inoltre, "il fumo è ricco di Ros (radicali liberi dell'ossigeno) dannosi per tutte le strutture dell'organismo, comprese le vie aeree". Diversamente i liquidi delle e-cig contengono un minor numero di sostanze, tra cui glicerolo vegetale, propilen glicole, nicotina e acqua. "Le e-cig non producono fumo, ma vapore. L'inalazione del loro aerosol riscaldato può scatenare un'infiammazione delle vie aeree (anche se con minor violenza rispetto al fumo di sigaretta). I vapori delle e-cig sono inoltre tossici per le cellule (soprattutto nei liquidi molto aromatizzati), ne influenzano la proliferazione e ne alterano la morfologia, in modo simile alla nicotina delle sigarette", scrive la Simi. Inoltre, "le e-cig possono stimolare la produzione di Ros che danneggiano il Dna e riducono la vitalità delle cellule". Per quanto riguarda i rischi di asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), chi fuma è maggiormente esposto rispetto ai non fumatori. "Il fumo è un importante fattore di rischio per Bpco e un trigger per l'asma. A fumare purtroppo è ancora un italiano su 4 (quasi uno su 3 nella fascia d'età 18-34 anni) e il numero stenta a ridursi ulteriormente. Il 35-45% dei pazienti con Bpco fuma (solo 1 su 5 non ha mai fumato). Metà delle persone che soffrono d'asma è fumatore attivo o un pentito della sigaretta", si legge nel comunicato Simi. "L'uso di e-cig e prodotti a tabacco riscaldato comporta un aumentato rischio di ammalarsi di asma e/o Bpco e di danneggiare la funzionalità dei polmoni, rispetto ai non fumatori", fa notare Giorgio Sesti, presidente della Simi. "Solo nel caso di un forte fumatore di sigarette tradizionali che non riesca proprio a smettere di fumare, l'impiego di questi prodotti alternativi può trovare una giustificazione, nel tentativo di mitigare il rischio", aggiunge. Particolarmente rilevante è la diffusione della Bpco: "Secondo lo studio Bold (Burden of Obstructive Lung Diseases) la prevalenza mondiale della Bpco è del 10,3%, con un trend in salita. L'Istat attribuisce all'Italia una prevalenza del 5,6% (probabilmente sottostimata)", sottolinea la Simi. Un altro problema degno di nota è il fatto che "il 70% dei fumatori vorrebbe smettere e che in media servono 6 tentativi prima di riuscire nell'impresa", riporta la Simi.

Tratto da: Doctor33, 29 giugno 2024