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Il calcolatore che valuta quanto sono alti i rischi del diabete

Un nuovo test, disponibile anche online, aiuta a prevedere nei diabetici il pericolo di danni alla retina e amputazioni, consentendo di intervenire prima possibile.

Sono due delle complicazioni più terribili ma purtroppo comuni del diabete: cecità e amputazioni non sono rare, ma potrebbero essere prevenute se si potesse sapere in largo anticipo chi è a maggior rischio di andare incontro a danni gravi della retina e della circolazione periferica. Un nuovo algoritmo che calcola la probabilità di cecità e amputazioni è stato da poco messo a punto nel Regno Unito: basato sui dati di oltre 450mila diabetici di tutto il Paese, è disponibile anche online e soprattutto sembra davvero in grado di prevedere chi è in maggior pericolo, consentendo di intervenire in tempo per provare a evitare il peggio.

Un algoritmo basato su dati semplici

Il lavoro di Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland dell’Università di Nottingham è stato pubblicato di recente sul British Medical Journal; le due ricercatrici hanno analizzato i dati di 455mila diabetici inglesi fra i 25 e gli 84 anni, tenendo conto di elementi come razza, indice di massa corporea, pressione arteriosa, abitudine al fumo e così via, per creare un modello matematico in grado di valutare il rischio assoluto di sviluppare cecità e subire amputazioni nei successivi dieci anni. L’algoritmo messo a punto dalle esperte ha un buon grado di efficacia e riesce a discriminare uomini e donne più in pericolo di complicanze; soprattutto, i dati da immettere nel calcolatore online sono semplici e in genere conosciuti dal medico o dal paziente stesso, che può anche utilizzare lo strumento da solo. «Le informazioni su cui si basa il nostro algoritmo sono note ai diabetici o sono comunque parte dei dati che i medici registrano di routine: oltre all’età, il sesso, il numero di anni trascorsi dalla diagnosi di diabete e l’abitudine al fumo, si chiede il livello di emoglobina glicata, se si segue un trattamento antipertensivo, se si soffre di fibrillazione atriale», spiega Hippisley-Cox.

Utile per la prevenzione

In pochi minuti e inserendo nel sistema relativamente poche informazioni si può stimare con un buon grado di precisione se nell’arco di dieci anni sia più o meno probabile una complicazione grave. Un’informazione non da poco perché, come spiega l’epidemiologa, «sappiamo che molti pazienti sovrastimano il proprio pericolo. Questo in linea teorica potrebbe portarli a essere più scrupolosi nella terapia per mantenere meglio sotto controllo il diabete, ma in realtà accade spesso il contrario perché aumenta a dismisura il livello di ansia con effetti deleteri per la gestione generale della malattia. Far conoscere al paziente il suo livello di pericolo in modo più individualizzato e preciso, oltre che eticamente giusto, è importante per prendere decisioni più informate e corrette in merito al rapporto rischio/beneficio di qualsiasi terapia - sottolinea Hippisley-Cox -. Stratificare i pazienti in base al rischio è utile per prevedere trattamenti su misura per ciascuno e anche per mettere a punto programmi di screening per le complicanze più efficienti, che aiutino a intercettare i casi precocemente limitando i danni più possibile». Lo strumento messo a disposizione sul web è il primo a essere stato realizzato per la previsione del rischio di cecità e amputazione; sullo stesso canale è già presente un altro algoritmo dedicato a chi invece non ha ancora una diagnosi di diabete, in grado di stimare in pochi secondi la probabilità di sviluppare la patologia nell’arco di dieci anni. Basta inserire poche informazioni per rendersi conto di quanto sia più o meno grave il pericolo, anche senza avere alcuna formazione medica: un pregio non da poco, perché così chiunque può guardare in faccia la realtà e magari decidere, finalmente, di dare una sterzata al proprio stile di vita per invertire la rotta.

Tratto da: Corriere della Sera Salute, Elena Meli, 06 gennaio 2015