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La Pancreatite Acuta

La pancreatite acuta è una patologia molto grave che, in 1 caso su 10, può portare alla morte entro una settimana dall'esordio: solo diagnosi e intervento chirurgico tempestivi possono salvare la vita.

La pancreatite è un’infiammazione del pancreas che può essere acuta o cronica ma spesso esordisce in modo improvviso, acuto appunto e compromette la funzionalità del pancreas.

Di solito si manifesta con un dolore violento nella parte alta dell’addome che spesso si irradia anche al dorso; può essere accompagnata da vomito e da una compromissione delle condizioni generali a causa del dolore.

La causa principale della pancreatite acuta è la calcolosi della colecisti, seguita dall’abuso di alcol.

Curare la pancreatite cronica e la pancreatite acuta: che differenza c'è?

Mentre nella pancreatite cronica il trattamento principale, insieme alla terapia medica e alla dieta, consiste nell’adottare uno stile di vita sano, limitando tra l’altro l’assunzione di alcol e fumo (spesso concause nell’insorgenza della pancreatite), nella pancreatite acuta dove può instaurarsi anche la necrosi pancreatica, l’intervento chirurgico tempestivo può salvare la vita al paziente!

Ne abbiamo parlato con il Prof. Piero Chirletti, Direttore della UOC Chirurgia Generale e Malattie del Pancreas del Policlinico Umberto I di Roma.

“Quando c’è danno da pancreatite acuta c’è distruzione del tessuto, cioè ci sono aree di tessuto compromesso al punto da andare in necrosi. Queste porzioni di tessuto vanno tolte chirurgicamente per evitare che il processo di necrosi comprometta anche il tessuto vicino”.

La pancreatite acuta può esordire con forme cliniche diverse, seppur sempre importanti:

  • acuta lieve,

  • acuta moderata,

  • acuta grave e severa, necrotizzante.

“La pancreatite acuta viene considerata oggi una malattia ad andamento favorevole, questo in virtù del fatto che molti sono stati i progressi formulati nell’ambito sia terapeutico sia, soprattutto, diagnostico”.

Tuttavia nel 10 % dei casi di pazienti con pancreatite acuta grave, percentuale invariata rispetto al passato, la prognosi è ancora oggi infausta.

“I pazienti con pancreatite acuta grave-severa che muoiono entro la prima settimana dall’esordio della malattia – spiega prof. Chirletti - muoiono nella stragrande maggioranza per lo sviluppo di una insufficienza multiorgano, quella che si chiama la MOFS (Multiple Organ Failure Syndrome), per la quale tutte le terapie che a volte si sono attuate, finiscono per essere poco attendibili e anche fallimentari”.

L’intervento chirurgico salva-vita

L’intervento chirurgico tempestivo è fondamentale per togliere gli elementi necrotici che producono citochine, tossiche per l’organismo. Tutto sta ad arrivare in tempo utile evitando così il diffondersi della necrosi!

“È su questo accento che vorrei porre la vostra attenzione perché la pancreatite grave all’esordio (non tanto la pancreatite acuta lieve o la pancreatite acuta moderata o severa) innesca una risposta infiammatoria sistemica così severa, quella che si definisce la cytokine storm - letteralmente una tempesta di citochine in circolo - che finisce per danneggiare il polmone, il cuore, il cervello, i reni; per cui questi pazienti muoiono nella prima settimana dall’esordio della malattia”.

“È proprio per questi casi che, grazie all’esperienza maturata dalla nostra Unità operativa all’interno del Policlinico, abbiamo formulato un percorso terapeutico specifico che ha finito per darci molte soddisfazioni e ci ha consentito di ridurre la mortalità di questo strettissimo gruppo di malati che, purtroppo, spesso non vengono trattati in altre Istituzioni, scendendo dal 60-70% al 24% dei casi. La mortalità rimane elevata ma sicuramente sono progressi meritevoli di interesse per questo, ripeto, gruppo limitato di pazienti”.

Tratto da: Policliniconews, Roberta Manfredini, 03 gennaio 2019