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Piede diabetico, quali dispositivi utilizzare per curarlo in caso di ulcera neuropatica

Le cure per tale patologia sono legate alla necessità di trattamento della lesione ulcerativa nel momento in cui si è instaurata. Il percorso di terapeutico è differente quando si ha di fronte una neuropatia diabetica o una vasculopatia periferica.

In Italia sono circa 300 mila le persone colpite dal cosiddetto piede diabetico. Rappresentano il 5% della popolazione di pazienti diabetici nel nostro Paese (4 milioni di soggetti) e incidono per almeno il 25% della spesa complessiva per l’assistenza di chi è affetto da tale patologia (secondo i numeri più recenti diffusi dalla Società italiana di diabetologia, risalenti al 2019). Le cure per il piede diabetico sono legate alla necessità di trattamento della lesione ulcerativa nel momento in cui si è instaurata. Il percorso di cura, tranne alcuni elementi comuni, è differente quando l’ulcera è neuropatica, conseguente della neuropatia diabetica, o quando l’ulcera è ischemica, ovvero legata alla presenza di una vasculopatia periferica.

Di cosa parliamo

Piede diabetico è un termine che indica in maniera generica tutte le problematiche cliniche che interessano il piede dei pazienti diabetici e che hanno come causa specifica il diabete. Sono pertanto patologie legate alle due complicanze croniche del diabete che interessano gli arti inferiori:

  • la neuropatia diabetica: ossia una cattiva sensibilità prevalentemente a carico degli arti inferiori che si manifesta con formicolii, crampi, disordini dell’andatura ed alterazioni percettive;
  • la vasculopatia periferica: una condizione patologica attribuibile a disordini nella circolazione ematica delle arterie (ovvero a una cattiva circolazione sanguigna).

La manifestazione più comune è l’ulcerazione del piede (definita comunemente ulcera diabetica). In realtà tutta una serie di altre condizioni cliniche, che vanno dalla secchezza cutanea fino ad arrivare a tipiche deformità delle dita o del piede, fanno parte del quadro clinico definito come piede diabetico. L’infezione rappresenta una complicanza sia delle lesioni di origine neuropatica sia di quelle di origine ischemica, e configura un terzo quadro che viene definito come piede infetto.

Piede diabetico, come si manifesta

Riconoscere il piede diabetico è possibile sin dai primi sintomi, tra i quali: aumento della temperatura del piede, alterazione della sensibilità (con perdita di risposta agli stimoli termici, tattili e dolorifici degli arti inferiori), formicolii (possono insorgere di notte e compromettere il sonno), pelle fredda al tatto e pallida (può essere un importante campanello di allarme), sensazione di “punture di spillo” a livello dei piedi e delle gambe. Nel tempo questi sintomi possono evolvere e, nel caso in cui si associ un serio danneggiamento dei nervi del piede, si potrò manifestare: comparsa di ulcere, deambulazione scorretta, infezioni (che possono progredire fino a raggiungere i piani profondi della pelle e arrivare alle ossa).

Lo sviluppo di un piede diabetico è sempre preceduto da un lungo periodo (in termini di anni) di diabete mal curato o trascurato con glicemia costantemente elevata. In altri casi si manifesta in pazienti che non sapevano di essere diabetici: a volte il piede diabetico può essere la manifestazione clinica con cui si scopre un diabete non noto ma già di lunga durata.

Una lunga durata di malattia non adeguatamente controllata è alla base dello sviluppo delle complicanze croniche del diabete come la neuropatia periferica o l’arteriopatia. Tali complicanze rappresentano i fattori di rischio alla base del piede diabetico e la loro individuazione permette di definire esattamente il rischio di andare incontro a ulcerazione del piede. Utilizzando specifici test è possibile definire esattamente, per ciascun paziente, il rischio di andare incontro a processi ulcerativi, ed è quindi possibile adottare misure di prevenzione adeguate al livello di rischio.

Le complicanze alla base del piede diabetico

Come già indicato, affinché si sviluppi il piede diabetico è necessario che sia presente almeno una complicanza cronica tra neuropatia e vasculopatia periferica.

La neuropatia sarà responsabile di una ridotta sensibilità del piede. Per tale motivo il piede sarà più vulnerabile a condizioni esterne quali calzature troppo strette o temperature eccessive che si possono incontrare. Inoltre la neuropatia sarà responsabile di una modalità diversa di cammino con la comparsa di iper-carichi plantari nella cui sede si sviluppano poi tipicamente le ulcere neuropatiche.

La vasculopatia periferica rende i piedi più vulnerabili a causa dell’insufficiente irrorazione di tutte le strutture del piede e soprattutto della pelle a causa del ridotto apporto di ossigeno. La cute diventa progressivamente più fragile e può così andare incontro a ulcerazioni di difficile guarigione proprio a causa dell’insufficiente apporto di sangue. A seconda della entità della neuropatia e o della vasculopatia si potrà definire un rischio ulcerativo nei singoli pazienti diabetici.

Come si cura

Come specificato in precedenza, le cure per il piede diabetico possono cambiare a seconda del trattamento della lesione ulcerativa nel momento in cui si è instaurata. Prendendo in esame il caso di ulcera neuropatica, possono essere diversi i trattamenti da applicare in base alle caratteristiche che la contraddistinguono. Tali caratteristiche sono le seguenti.

  • Localizzazione: sempre nelle aree di carico plantare;
  • ipercheratosi: la presenza di un orlo di ipercheratosi che circonda l’ulcera è indicativa del fatto che l’ulcera si è sviluppata in un’area in cui il sovraccarico plantare ha determinato inizialmente un callo (ipercheratosi);
  • fondo dell’ulcera: è sempre presente un tessuto rosso sanioso con scarsa tendenza al sanguinamento, perché il tessuto di granulazione, necessario per i processi riparativi viene a essere mortificato dalla persistenza dell’ipercarico. Per questo motivo l’ulcera, in assenza di idonei presidi necessari per scaricare il piede, tende a cronicizzare senza mostrare alcun segno di guarigione.
  • assenza di dolore: tipicamente le ulcere neuropatiche si sviluppano in pazienti diabetici con neuropatia periferica. In presenza di neuropatia le fibre nervosa deputate alla trasmissione del dolore sono coinvolte e quindi non più in grado di trasmettere il dolore.

Medicazioni personalizzate e piano terapeutico

Di conseguenza, un corretto trattamento del piede diabetico dovrebbe prevedere: l’uso di medicazioni personalizzate e piano terapeutico atto a garantire la rivascolarizzazione dell’arto interessato, la rimozione dei tessuti non vitali e loro medicazione con dispositivi medici sterili pre-imbibiti a base di poloxamer efficaci nella rimozione e lo sbrigliamento della ferita, in grado anche di inibire la proliferazione di batteri anaerobi e nel favorire la cicatrizzazione delle ferite. Infatti, il poloxamer è un tensioattivo non citotossico che abbassa la tensione superficiale tra due liquidi o tra un solido e un liquido. È stato dimostrato che il tensioattivo a base di poloxamer previene, rompe e rimuove il biofilm consentendo una pulizia e uno sbrigliamento efficaci ed accurati delle ferite.

Tratto da: Aboutpharma in collaborazione con Welcare, 13 aprile 2022