Vitamina B6 e rischio di ipoglicemia nei pazienti diabetici. Lo studio
Considerate fino ad oggi benefiche, l’uso delle vitamine in caso di diabete non sembra comportare benefici; anzi, in alcuni casi può portare anche potenziali rischi.
Un’analisi genetica su larga scala ha identificato un’associazione tra i livelli circolanti di vitamina B6 e un aumentato rischio di ipoglicemia nei pazienti con diabete mellito. Nessuna correlazione significativa è emersa per le vitamine A, C e D rispetto alle principali complicanze diabetiche. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Food Science & Nutrition.
Lo studio ha utilizzato dati di randomizzazione mendeliana (MR) e varianti genetiche associate alle concentrazioni vitaminiche per valutare eventuali relazioni causali con le complicanze del diabete. Sono stati inclusi dataset GWAS relativi a 563.289 soggetti di origine europea, e analizzate 2, 1, 10 e 166 varianti genetiche (SNPs) rispettivamente per le vitamine A, B6, C e D.
Tra le complicanze valutate figurano retinopatia, neuropatia, nefropatia, maculopatia e chetoacidosi diabetica. Le analisi, condotte secondo le linee guida STROBE-MR, non hanno evidenziato associazioni statisticamente significative per le vitamine A, C e D.
L’unico segnale positivo riguarda la vitamina B6, la cui concentrazione è risultata associata al rischio di ipoglicemia nei pazienti diabetici. Tuttavia, l’associazione si basa su una singola variante genetica (rs4654748) e, secondo gli autori, richiede conferma in studi futuri.
I ricercatori sottolineano che, nonostante in passato siano stati ipotizzati potenziali benefici delle vitamine nel trattamento delle complicanze diabetiche, i risultati ottenuti non supportano un ruolo protettivo delle vitamine A, C e D nel contesto delle complicanze croniche del diabete. Al contrario, l’eccesso di vitamina B6 potrebbe rappresentare un fattore di rischio non trascurabile.
Alla luce di questi dati, gli autori invitano a evitare l’uso generalizzato di integratori vitaminici nei pazienti diabetici, promuovendo invece strategie di supplementazione personalizzate e basate su evidenze cliniche.
Tratto da: Doctor33, 02 luglio 2025