Fazio: allarme obesitā per i bambini italiani il 36% č troppo grasso
Il 23,6%, dei bambini italiani è sovrappeso mentre il 12,3% è addirittura obeso. Questi i dati diffusi oggi dal Ministro Fazio nel corso del consueto questiontime della Camera dei deputati. Tra le cause principali di questo fenomeno decisamente preoccupante la troppa tv, il poco movimento e le merendine ipercaloriche.
I nostri figli sono a rischio obesità? Probabilmente sì. Il dato allarmante è stato comunicato dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che nel corso del questiontime di oggi alla Camera, rispondendo ad un’interrogazione del deputati Pdl, Baldelli e Mussolini, ha snocciolato dati inquietanti secondo cui il 36% dei bambini italiani è troppo grasso, il 23,6% dei bambini è sovrappeso e il 12,3% a è addirittura obeso.
Questo perchè ha detto il Ministro i bambini “saltano la prima colazione, consumano merende con calorie e grassi, un terzo non mangia abbastanza frutta e verdura, solo un terzo fa attività fisica adeguata e tutti vedono troppa tv, la metà dei bambini italiani ha un televisore in camera”.
I dati riferiti dal responsabile del dicastero della Salute sono presi dall’indagine “Okkio alla salute”, condotta dall’Istituto superiore di sanità per conto del ministero.
Fazio, nel ricordare che l’indagine è stata condotta su un campione di 46.000 bimbi in 2.600 scuole ha sottolineato che “nelle scuole si fa poca attività fisica” e quindi l’obesità infantile è “un problema di sanità pubblica” che richiede “politiche intersettoriali che coinvolgono non solo il ministero della Salute e le Regioni ma anche il ministero dell’Istruzione, quello dell’Agricoltura e dei trasporti, le Province, le associazioni scientifiche e i produttori di alimenti”.
Ecco dunque le strategie del ministero per arginare il problema che si basano “su 4 punti: sana alimentazione, attività fisica, lotta contro l’alcol e lotta contro il tabacco con alleanze con le scuole”.
Oltre ad “un tavolo tecnico – ha concluso Fazio – con il ministero dell’Istruzione per l’indirizzo della ristorazione scolastica e un protocollo d’intesa con la Società italiana di pediatria per promuovere programmi di sorveglianza”.
Tratto da: quotidiano sanità, 23 febbraio 2011