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Prediabete: l'emoglobina glicata č un efficace marcatore di future complicanze

L'uso dell'emoglobina glicata (HbA1c) per diagnosi precoce dei pazienti affetti da pre-diabete può facilitare anche l'identificazione dei soggetti a rischio di gravi complicanze di salute nel decennio successivo, secondo quanto emerge da un'analisi dei risultati dello studio ARIC, Atherosclerosis Risk in Communities, appena pubblicata su The Lancet Diabetes & Endocrinology. «L'obiettivo era quello di capire chi è ad alto rischio non solo di diventare diabetico, ma anche di sviluppare complicanze come malattie renali e cardiovascolari o di morire per qualsiasi causa, e l'HbA1c sembra essere il marcatore che meglio risponde a questi requisiti» spiega la prima firmataria dell'articolo Betania Warren della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora.

«Allo studio ARIC hanno preso parte adulti di mezza età appartenenti a quattro comunità in North Carolina, Mississippi, Minnesota, e Maryland, inseriti in un follow-up durato oltre due decenni» spiegano i ricercatori, che hanno seguito 10.844 persone misurandone la glicemia a digiuno e l'emoglobina glicata tra il 1990 e il 1992 e altri 7.194 individui con glicemie a digiuno e dopo due ore dal pasto misurate tra il 1996 e il 1998. E i risultati mostrano che l'uso della HbA1c non solo è utile nella diagnosi precoce dei pazienti con pre-diabete, ma aumenta anche le probabilità di scoprire le persone a rischio maggiore di malattie renali, malattie cardiovascolari e di morte per qualsiasi causa. Inoltre, per valutare se i risultati ottenuti fossero generalizzabili in termini di popolazione, gli autori hanno svolto un'ulteriore analisi utilizzando i dati NHANES, National Health and Nutrition Examination Survey, da cui sono emersi risultati simili. Conclude Warren: «Identificare i soggetti con prediabete può spingerli più facilmente ad adottare uno stile di vita sano in grado di ridurre il rischio futuro di diabete. Allo stesso tempo, l'uso della HbA1c permette di identificare con maggiore precisione le persone a più alto rischio di complicanze».

Lancet Diabetes Endocrinol. 2016. doi: 10.1016/S2213-8587(16)30321-7

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27863979

tratto da: Doctor33, 29 novembre 2016