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Obesità. Chirurgia bariatrica aumenta aspettativa e qualità di vita dei pazienti. Non è un intervento estetico

Gli esperti dicono “no” ai messaggi che transitano sul web e la indicano come un trattamento finalizzato al solo dimagrimento. Servono una corretta informazione, Centri di riferimento dedicati, Pdta assistenziali e “Obesity Unit” con team multidisciplinari qualificati per la presa in carico del paziente obeso. Questi i temi della terza edizione del “Live surgery workshop: update in chirurgia bariatrica laparoscopica” al Policlinico Tor Vergata di Roma.

Bisogna fare luce sull’obesità e sulla chirurgia bariatrica. La prima è una vera e propria patologia cronica invalidante e come tale va trattata, mentre la seconda è una tecnica chirurgica finalizzata a curarla aumentando l’aspettativa e la qualità di vita del paziente obeso, anche perché è sempre più sicura e all’avanguardia anche grazie a tecniche mininvasive avanzate. Eppure, viene ancora percepita soprattutto come un intervento di chirurgia estetica. Questo a causa anche dei messaggi spesso fuorvianti che transitano sul web e inducono a non dare il giusto valore a una strategia terapeutica che può diventare, per questi pazienti, un vero e proprio risolutivo giro di boa. Appena il 2% del totale degli obesi gravi si sottopone all’intervento chirurgico e un’ampia fetta di malati continua ad evitarla esponendosi così a grandi rischi per la propria salute.

Bisogna quindi aggiustare il tiro fornendo da un lato una corretta informazione e dall’altro realizzare una rete organizzata di strutture pubbliche con Centri di riferimento dedicati, Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali e “Obesity Unit” con team multidisciplinari qualificati (dallo psichiatra, al nutrizionista, al diabetologo, al chirurgo) che possano prendere in carico il paziente obeso. Una gestione ottimale e moderna del paziente quindi, che contribuisce anche a ridurre l’impatto della spesa sul sistema.

Questi i temi sotto i riflettori della terza edizione del “Live surgery workshop: update in chirurgia bariatrica laparoscopica” che ha riunito al Policlinico Tor Vergata di Roma chirurghi, infermieri e personale sanitario per una giornata di aggiornamento, formazione e scambio sulla corretta gestione del paziente obeso grave, tramite il ricorso alla chirurgia bariatrica laparoscopica. Una giornata di confronto che ha visto protagonisti i chirurghi di tutta Italia operare in diretta e confrontarsi sulle tecniche chirurgiche più innovative.

I numeri dell’obesità. In Italia si contano quasi 6 milioni di obesi e 500mila grandi obesi, 1 bambino su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso. Soprattutto ogni anno muoiono 57mila persone per le complicanze di questa malattia, circa una ogni 10 minuti. Uno scenario allarmante che nel resto del mondo si aggrava: secondo l’Oms gli adulti in sovrappeso sono ben 1,9 miliardi, di questi circa 600 milioni sono obesi. Numeri importanti che si traducono inoltre in costi significativi per i Sistemi sanitari, anche a causa delle co-morbosità legate all’obesità: sovrappeso e eccesso ponderale sono responsabili di circa l’80% dei casi di diabete, del 55% dei casi di ipertensione e del 35% di quelli di cardiopatia ischemica e di tumore.

“Oggi, soprattutto da quanto emerge dai social network, ma non solo – ha spiegato Paolo Gentileschi Professore di Chirurgia, Responsabile dell’UO di Chirurgia dell’Obesità del Policlinico di Tor Vergata e Coordinatore Scientifico del Workshop – la chirurgia dell’obesità viene ancora veicolata come chirurgia estetica, come un trattamento chirurgico finalizzato al solo dimagrimento. E così vediamo sui social post dei pazienti con le foto del ‘prima e dopo’ l’intervento. Il messaggio che arriva non è corretto: la chirurgia bariatrica è una terapia efficace, purtroppo l’unica, di una grave malattia. È principalmente finalizzata a curare l’obesità in quanto patologia cronica polidistrettuale, e ad aumentare l’aspettativa di vita e la qualità di vita dei pazienti obesi, non ad ottenere un risultato meramente estetico. Ma non solo, leggiamo sui media notizie come ‘muore dopo l’intervento per dimagrire’ – ha aggiunto – anche in questo caso sono messaggi allarmistici e quindi pericolosi. L’informazione che deve passare è un’altra: la chirurgia bariatrica è sicura soprattutto se realizzata da professionisti, in strutture adeguate, con tecniche mininvasive e all’avanguardia e non deve essere vista come pericolosa.

Ma quali sono le strategie terapeutiche per curarla? Sicuramente bisogna agire su più fronti: si va da un regime ipocalorico associato a un programma di attività fisica, fino un trattamento farmacologico in grado di supportare il paziente per modificare gli stili di vita. Ma nei casi più gravi, la soluzione, dopo un’attenta valutazione interdisciplinare (chirurgo, nutrizionista, psichiatra, diabetologo) è la chirurgia bariatrica che, tramite il ricorso alle tecniche d’avanguardia oggi a disposizione, può rivelarsi più efficace della dieta e dell’attività fisica, consentendo un calo di peso significativo e il miglioramento o addirittura la scomparsa delle patologie associate.

“Quello dell’obesità è un fenomeno che è rimasto costante nel tempo – ha commentato Luigi Piazza, Presidente Sicob – parliamo di circa cinque milioni e mezzo di pazienti obesi e, di questi, molti potrebbero essere arruolati alla chirurgia bariatrica. Un trattamento chirurgico che è cresciuto in termini di offerta e di qualità come è emerso dal bilancio annuale della Sicob: sono stati infatti 17.500 gli interventi realizzati nel 2017 in Italia. Eppure nonostante l’offerta terapeutica sia aumentata siamo ancora lontani dai numeri della Francia dove vengono realizzate circa 48mila procedure annue. Questo ci deve far riflettere perché nelle obesità gravi, la chirurgia rappresenta la soluzione migliore e più incisiva. È un’arma vincente – ha aggiunto – che deve essere maneggiata con estrema cautela da persone competenti. E oggi, nei Centri d’eccellenza autorizzati allo svolgimento della chirurgia bariatrica, gli alti volumi degli interventi garantiscono ai pazienti livelli di sicurezza elevati e la certezza di essere in mani sicure”.

Centri di eccellenza, Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali e “Obesity Unit” con team multidisciplinari qualificati sono i tasselli fondamentali per supportare le cure al malato obeso.  “La chirurgia bariatrica – ha detto Gentileschi – è un tipo di trattamento altamente specializzato, che deve essere svolta in Centri dedicati, pochi in Italia e pochissimi a Roma. Ospedali dove è presente un’equipe multidisciplinare composta da chirurghi, endocrinologi, pneumologi, internisti e psichiatri, e dove vengono svolti in media almeno 100 interventi l’anno. Solo la pratica clinica quotidiana – ha concluso – può portare ad una elevata specializzazione, necessaria per eseguire l’intervento in totale sicurezza. Per questo al Policlinico Tor Vergata è stata aperta un’Obesity Unit e avviato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato per garantire alti standard di sicurezza e snellire e modernizzare la gestione della chirurgia dell’obesità”.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 29 marzo 2018