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Tumore del pancreas: un altro piccolo passo avanti con la target therapy

Un anno di vita in più. Ma non per tutti: solo per i pazienti con determinate caratteristiche. È un lieve barlume di speranza che proviene da un piccolo studio in real world condotto su poco più di 100 persone. Ma è già molto. Perché stiamo parlando di tumore al pancreas, una delle neoplasie più aggressive che esistano, nei confronti della quale la medicina è attualmente sprovvista di armi efficaci. Meno di un paziente su 10 sopravvive 5 anni dopo la diagnosi e la ricerca di nuove terapie non fa significativi passi avanti da decenni a questa parte.

In questo contesto ogni piccolo progresso merita attenzione perché potrebbe indicare una strada che vale la pena perseguire.

In questo caso la strada più promettente è quella della medicina di precisione, la target therapy che prende di mira alcuni specifici cambiamenti molecolari delle cellule tumorali.

Come dimostrato nello studio su Lancet Oncology i pazienti affetti da tumore al pancreas che posseggono quelle alterazioni e ricevono la target therapy in aggiunta alle terapie tradizionali, come chemioterapia, allungano la sopravvivenza di un anno in confronto a chi riceve solo la chemioterapia.

Le particolari alterazioni molecolari osservate in alcuni (circa il 25%) pazienti e non in altri vengono quindi viste come un’ancora di salvezza per la ricerca. Ora come ora per il tumore al pancreas l’opzione terapeutica migliore sembra quella delle terapie target.

Il nuovo studio su Lancet Oncology è il primo a dimostrare che questo approccio è effettivamente vantaggioso. «I nostri risultati mostrano che i pazienti con determinate alterazioni molecolari possono trarre notevoli benefici dal ricevere una terapia combinata. Abbiamo dimostrato che la sopravvivenza globale mediana dei pazienti con carcinoma pancreatico avanzato che presentavano alterazioni sottoposti a terapia combinata è di 1 anno in più rispetto a quelli che ricevono solamente una terapia non mirata», scrivono gli autori dello studio. 

I ricercatori hanno condotto un’analisi retrospettiva sui dati provenienti dal Pancreatic Cancer Action Network’s Know Your Tumour, un registro statunitense di pazienti con tumore del pancreas che erano stati sottoposti a test sulle caratteristiche molecolari del tumore.

Circa un quarto dei pazienti possedeva le alterazioni molecolari adatte a diventare bersaglio della terapia.

Su 189 pazienti, 46 avevano ricevuto la terapia personalizzata disegnata su misura per le specifiche caratteristiche del tumore in aggiunta alla chemioterapia, mentre gli altri avevano ricevuto solo la chemioterapia. I pazienti trattati con la target therapy avevano una sopravvivenza di circa 31 mesi dalla diagnosi in confronto ai 18 mesi di chi si era sottoposto esclusivamente alla chemioterapia.

«Nonostante solo un piccolo numero di pazienti nello studio ha ricevuto la target therapy, i risultati sono promettenti. Nessun altro tipo di terapia ha offerto benefici di sopravvivenza di questa portata ai pazienti con tumore del pancreas. I nostri risultati suggeriscono che adottare un approccio ispirato alla medicina di precisione per cui i pazienti ricevono terapie mirate alle specifiche caratteristiche dei tumori potrebbe avere effetti significativi sulla loro prospettiva di sopravvivenza», ha dichiarato Michael Pishvaian a capo dello studio.

Gli scienziati fanno notare però che i test per valutare la specificità molecolare del tumore non sono facilmente accessibili, per i costi o la mancanza di strutture attrezzate, e molti pazienti vengono esclusi da questa opzione  capace di offrire loro un beneficio aggiuntivo rispetto alla terapia standard.

Tratto da: Healthdesk, Michele Musso, 11 aprile 2020