Sostenere iniziative finalizzate a stimolare la frequenza di attività fisica volta in particolare a soggetti con fattori di rischio intermedi o patologie croniche conclamate rappresenta una priorità della sanità pubblica ed anche per la Regione Sardegna, che si adopera a riguardo per sviluppare le condizioni favorevoli affinché ciò sia reso possibile mantenendone alta l’attenzione.
“L’attività fisica e l’esercizio fisico – spiega l’assessore Armando Bartolazzi a Quotidiano Sanità - contribuiscono in ogni età a migliorare la qualità della vita, influendo positivamente sulla salute e sul benessere delle persone anche attraverso processi di inclusione e di aggregazione sociale. L’inattività fisica e la sedentarietà concorrono, invece, al carico di malattie croniche che impediscono un invecchiamento in buona salute, con un impatto maggiore nelle aree e nei gruppi di popolazione più svantaggiati. Per noi dunque promuovere anche l’attività fisica rappresenta una priorità”.
“In proposito – prosegue l’assessore -, il Piano regionale della prevenzione (PRP) 2020-2025 adottato con la delibera risalente al dicembre 2021, attraverso il Programma predefinito (PP 2) “Comunità attive”, si propone di promuovere, nella popolazione di tutte le età, l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo per contribuire al controllo delle "malattie croniche non trasmissibili" (MCNT) e ridurne le complicanze, mediante azioni rivolte sia ai soggetti sani, sia a quelli affetti da patologie croniche, con particolare attenzione ai gruppi più svantaggiati per condizioni personali o socio-economiche (solitamente meno attivi e più difficili da raggiungere e coinvolgere), allo scopo di migliorare in entrambi il livello di efficienza fisica e di benessere”.
“Ricordo che già nel precedente ciclo di programmazione, attraverso specifici programmi del Piano regionale di prevenzione (PRP) 2014-2019, era stato perseguito l’obiettivo di promuovere e diffondere la pratica dell’attività fisica sia nella vita quotidiana sia in "occasioni organizzate" e di sperimentare un modello organizzativo regionale per la prescrizione dell’attività fisica e dell’esercizio fisico nelle persone con patologie croniche”.
“In attuazione, dunque, al programma predefinito PP 2 Comunità attive - Azione 5 del PRP 2020-2025, si è reso ora necessario aggiornare le linee di indirizzo regionali per la promozione o prescrizione dell’attività fisica e dell’esercizio fisico in persone con patologie croniche sensibili in armonia alla delibera ad essi dedicata risalente al settembre 2017, sia con riferimento ai modelli organizzativi, tenuto conto delle esperienze già realizzate nei territori, sia riguardo alle patologie eleggibili, in base alle ultime evidenze scientifiche disponibili con l’inclusione, quindi, di nuovi ambiti specialistici”.
“In relazione a ciò, è stato costituito un Gruppo di lavoro multi-disciplinare che ha coinvolto i professionisti del Ssr più sensibili al tema e che hanno contribuito alla redazione del documento, che abbiamo approvato in Giunta, che reca le nuove “Linee di indirizzo per la prescrizione di esercizio fisico strutturato (EFS): modello organizzativo, patologie eleggibili, protocolli operativi e modulistica”. L’obiettivo generale perseguito con queste nuove linee di indirizzo è quello di proseguire la sperimentazione di un modello regionale di promozione e diffusione dell’attività fisica o esercizio fisico, anche mediante lo strumento della prescrizione a persone con fattori di rischio intermedi o patologie croniche conclamate, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili”.
“In che modo. Ciò, sia attraverso l’estensione a nuove categorie di pazienti della prescrizione di esercizio fisico strutturato, quali le persone con problematiche respiratorie o con malattie reumatiche, tra cui la fibromialgia, persone affette da sindrome metabolica, obesità e dislipidemia, persone anziane con o senza deficit cognitivi; sia con l’aggiornamento delle indicazioni cliniche per le categorie di pazienti già inclusi negli indirizzi regionali previsti dalla delibera del settembre 2017, quali le persone a rischio cardiovascolare basso, moderato, alto, molto alto; le persone affette da cardiopatia ischemica cronica e post acuta a basso rischio clinico; e coloro che sono affetti da scompenso cardiaco cronico stabile. Ancora, le persone affette da ipertensione arteriosa; quelle affette da diabete mellito di tipo 2 o da sclerosi multipla e sindrome di Parkinson; le persone con esiti di stroke. Ci sono anche le persone affette da neoplasia del colon, della mammella, della prostata e altre neoplasie.
“Si è pensato inoltre alla rivisitazione del modello organizzativo di arruolamento, prescrizione e somministrazione, con particolare riferimento al ruolo delle equipe multidisciplinari e dei MMG e PLS, quali prescrittori dell’attività fisica e dell’esercizio fisico in sinergia con il medico dello sport laddove necessario, e al completamento della formazione sia dei medici che effettuano la prescrizione, sia dei chinesiologi delle attività motorie preventive e adattate che operano in fase di somministrazione; ancora, alla prosecuzione della sperimentazione in ambito sanitario (palestre aziendali) delle attività di somministrazione dell’esercizio fisico, nei limiti delle risorse vincolate agli obiettivi del Piano regionale della prevenzione, ed infine alla sperimentazione nel territorio, in ambito extra-sanitario, di “situazioni organizzate” per la somministrazione dell’esercizio fisico, anche mediante specifiche intese/accordi con gli stakeholder del territorio” – conclude Bartolazzi.
Tratto da: Quotidiano Sanità, Elisabetta Caredda, 07novembre 2025