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Obesità, integrare le opzioni di trattamento per una terapia più personalizzata ed efficace

Data di pubblicazione: 15/09/2025

Nella gestione dell'obesità i modelli di trattamento integrati che combinano stile di vita, strategie farmacologiche e/o chirurgiche sono probabilmente quelli che offrono i risultati più efficaci e sostenibili. Una revisione della letteratura pubblicata sulla rivista Cureus evidenzia l'importanza di una strategia personalizzata e della ricerca continua per perfezionare la selezione dei pazienti e migliorare l'integrazione delle opzioni terapeutiche.

L'obesità è una malattia cronica, recidivante e multifattoriale, con una prevalenza in aumento e notevoli oneri sanitari ed economici. Nonostante i progressi significativi nei trattamenti sia medici che chirurgici, medici e pazienti si trovano ancora ad affrontare la mancanza di linee guida chiare e comparative per personalizzare la terapia in base ai fattori di rischio individuali, alla gravità della malattia e alle comorbilità.

Le modifiche dello stile di vita attraverso dieta ed esercizio fisico hanno un'efficacia limitata per le persone con obesità grave (BMI ≥35 kg/m²) oppure obesità con comorbilità. Le linee guida di pratica clinica dell'American Gastroenterology Association (AGA) raccomandano fortemente l'uso della farmacoterapia in aggiunta all'intervento sullo stile di vita negli adulti con obesità.

La farmacoterapia è stata sempre più utilizzata per aumentare la perdita di peso, con i farmaci più recenti come semaglutide e tirzepatide che hanno dimostrato risultati promettenti nel raggiungimento di una riduzione del peso clinicamente significativa. L'AGA suggerisce l'uso di semaglutide 2,4 mg, liraglutide 3,0 mg, fentermina-topiramato a rilascio prolungato (ER), naltrexone-bupropione ER e fentermina, e dietilpropione (sulla base di evidenze di bassa certezza), per la gestione a lungo termine del sovrappeso e dell'obesità.

Tuttavia, come con gli approcci di gestione dello stile di vita, la sola terapia farmacologica spesso non consente ai pazienti con obesità grave di ottenere una perdita di peso duratura, evidenziando la necessità di approcci alternativi o aggiuntivi. Inoltre, i progressi della tecnica chirurgica e le evidenze a lungo termine supportano la valutazione precoce della chirurgia bariatrica, anche nei pazienti con obesità di classe I (BMI 30-34,9 kg/m²) e malattia metabolica significativa.

La chirurgia bariatrica ha dimostrato risultati superiori rispetto agli interventi non chirurgici in termini di perdita di peso, profilo lipidico (colesterolo totale, trigliceridi, colesterolo HDL), pressione arteriosa (sistolica e diastolica), controllo glicemico e rischio cardiovascolare complessivo nella maggior parte dei parametri clinici. Nonostante questi vantaggi, la chirurgia bariatrica è associata a rischi operatori, carenze nutrizionali e complicanze postoperatorie (oltre a costi iniziali elevati), il che spinge la ricerca in corso a ottimizzare la selezione dei pazienti e migliorare i risultati a lungo termine.

Obiettivo di questa revisione della letteratura era valutare criticamente i punti di forza e i limiti degli interventi medici rispetto a quelli chirurgici per la gestione dell'obesità confrontando efficacia, sicurezza e risultati a lungo termine, fornendo spunti per una gestione personalizzata dell'obesità.

Nessuna opzione da sola porta a risultati ottimali

Anche se le modifiche dello stile di vita e del comportamento da sole comportano rischi minimi, sono considerevolmente meno efficaci rispetto alla combinazione con trattamenti farmacologici o chirurgici/endoscopici. Le attuali farmacoterapie, in particolare i GLP-1 agonisti e i doppi agonisti come tirzepatide, rappresentano un cambiamento di paradigma nella gestione non chirurgica del peso, nonostante permangano dubbi sulla loro efficacia e sicurezza a lungo termine.

La chirurgia bariatrica offre i risultati più efficaci e duraturi in termini di perdita di peso, migliorando significativamente le comorbilità correlate all'obesità e la sopravvivenza a lungo termine. Comporta tuttavia maggiori rischi iniziali, potenziali complicanze, carenze nutrizionali e costi più elevati.

Nel complesso, la farmacoterapia e la chirurgia bariatrica sono risorse ancora poco sfruttate nella gestione dell’obesità. Il trattamento viene generalmente deciso in base al BMI e alla presenza di criteri clinici che rendano il paziente idoneo a opzioni chirurgiche o non chirurgiche. Inizialmente, la maggior parte dei professionisti propone modifiche dello stile di vita, eventualmente accompagnate da farmaci. Prima di iniziare una terapia farmacologica è tuttavia necessario considerare attentamente il profilo degli effetti collaterali, in particolare quelli gastrointestinali, che potrebbero essere mal tollerati.

Se il paziente non risponde alle strategie conservative, può essere indirizzato verso la chirurgia bariatrica, soprattutto in presenza di patologie correlate all’obesità come il diabete di tipo 2. L’intervento richiede un’approvazione medica, ma è generalmente ben tollerato e comporta poche complicazioni nel periodo perioperatorio e postoperatorio.

Necessità di integrare i trattamenti e personalizzare la terapia

Con l’aggravarsi dell’epidemia globale di obesità, diventa urgente adottare strategie terapeutiche efficaci, personalizzate e sostenibili. Le nuove combinazioni farmacologiche e gli agonisti tripli aprono prospettive promettenti per una gestione più completa dell’obesità, offrendo anche benefici cardiovascolari e metabolici. Studi recenti suggeriscono che l’avvio precoce delle terapie GLP-1 nei soggetti con sindrome metabolica o prediabete può rallentare la progressione verso malattie conclamate. Inoltre, queste terapie mostrano vantaggi funzionali e cardiovascolari anche nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata.

Al contrario, la chirurgia bariatrica continua a dimostrare una maggiore efficacia nel promuovere una perdita di peso duratura, migliorare le comorbilità e aumentare la sopravvivenza a lungo termine, sebbene comporti rischi iniziali più elevati e possibili carenze nutrizionali.

In definitiva, hanno sintetizzato gli autori, i modelli di trattamento integrati che combinano stile di vita, strategie farmacologiche e/o chirurgiche sono probabilmente quelli che offrono i risultati più efficaci e sostenibili nella gestione dell'obesità. Dato che mantenere la perdita di peso nel tempo può essere difficile, un approccio multidisciplinare che coinvolga nutrizionisti, specialisti dell’esercizio fisico e psicologi potrebbe rivelarsi più efficace nel migliorare gli esiti clinici.

Referenze

Akwe J et al. Medical vs. Surgical Obesity Management: A Narrative Review of Efficacy, Safety, and Long-Term Outcomes

Tratto da: Pharmastar, Davide Cavaleri, 14 settembre 2025 


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