Non ci sono solo gli anti PCSK9 nel futuro della lotta al colesterolo. Anche altre molecole sono allo studio. Tra esse abbiamo l'anticorpo monoclonale evinacumab che in pazienti con ipercolesterolemia famigliare omozigote (HoFH) ha ridotto significativamente le LDL-colesterolo. I dati ad interim provenienti dai primi 4 pazienti con HoFH sono stati presentati all'84 congresso annuale della European Atherosclerosis Society che si è svolto a Innsbruck, in Austria.
Neri pazienti si è osservata una riduzione media del 55% dei valori di LDL-C rispetto al basale (range: 25 - 90%) dopo una singola somministrazione sottocutanea di 250 mg di farmaco seguita a distanza di due settimane da una infusione di 15mg/kg IV di evinacumab. Tutti i pazienti erano in trattamento con la massima dose tollerata di statine associate a ezetimibe.
L’endpoint primario era costituito dalla variazione rispetto al basale delle LDL-colesterolo dopo 4 settimane di terapia.
Evinacumab è risultato generalmente ben tollerato senza eventi avversi che abbiamo reso necessaria l’interruzione della terapia.
Lo studio, ancora in corso, arruolerà 8 pazienti con HoFH, quest’ultima è la forma più severa di ipercolesterolemia, che colpisce circa 1000 americani e nella quale il colesterolo cattivo può arrivare a valori di 1.000 mg/dL, pari a 10 volte il valore ottimale.
Evinacumab, è un anticorpo monoclonale che si lega alla proteina angiopoietin-like 3 (ANGPTL3). ANGPTL4 inibisce la lipoproteina lipasi (LPL), un enzima che aiuta ad abbassare i livelli di trigliceridi. Studi precedenti hanno dimostrato che l'attivazione di LPL portava alla riduzione dei trigliceridi circolanti.
Tratto da: Pharmastar, 02 giugno 2016