Da uno studio pubblicato su Jama cui hanno preso parte quasi 30.000 adulti obesi o sovrappeso emerge che, rispetto al placebo, la somministrazione di orlistat, lorcaserina, naltrexone-bupropione, fentermina-topiramato e liraglutide si associa a un calo ponderale di almeno il 5% dopo un anno di terapia, con una maggiore efficacia degli ultimi due farmaci nel raggiungere l'obiettivo. «Nonostante l'approvazione della Food and Drug Administration (Fda) per l'uso a lungo termine nei pazienti obesi con indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 o in sovrappeso con indice maggiore o uguale a 27 e nei soggetti con almeno una comorbilità correlata, tra cui diabete di tipo 2, ipertensione e iperlipidemia, i dati di efficacia comparativa per questi medicinali sono piuttosto limitati» esordisce Siddharth Singh della University of California di San Diego, che assieme ai colleghi ha svolto una revisione sistematica seguita da una meta-analisi che ha incluso 28 studi clinici randomizzati su 29.018 adulti in sovrappeso e obesi trattati per almeno un anno con uno dei cinque farmaci approvati dalla Fda per la perdita di peso a lungo termine e messi a confronto con un altro agente attivo o con placebo.
E analizzando i dati raccolti i ricercatori hanno scoperto che un calo ponderale di almeno il 5% del basale si era verificato nel 23% dei partecipanti trattati con placebo, a fronte del 75% dei soggetti che assumevano fentermina-topiramato, nel 63% di chi assumeva liraglutide, nel 55% di chi usava naltrexone-bupropione, nel 49% dei casi trattati con lorcaserina e nel 44% dei soggetti in cura con orlistat. «Rispetto al placebo, liraglutide e naltrexone-bupropione si associano alle maggiori probabilità di sospensione del trattamento per eventi avversi» scrivono gli autori concludendo che, in ultima analisi, date le differenze in termini di sicurezza, efficacia, e risposta alla terapia, l'approccio ideale per la perdita di peso dovrebbe essere personalizzato, individuando i candidati appropriati per la terapia farmacologica, gli interventi comportamentali e l'approccio chirurgico.
Jama 2016. doi:10.1001/jama.2016.7602
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jama.2016.7602
tratto da: Doctornews, 16 giugno 2016