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Eupati: pazienti sempre più in prima linea

Data di pubblicazione: 28/07/2016

Conoscono le terapie innovative, seguono i procedimenti per l’approvazione dei farmaci, intervengono nelle fasi di ricerca e sviluppo dei medicinali, assumono un ruolo centrale in tante discussioni che riguardano la sanità. Sono i pazienti sempre più preparati che frequentano la European Patients’ Academy on Therapeutic Innovation (Eupati) e l’Accademia dei Pazienti Onlus, il ramo italiano del progetto europeo.

Tra le tante iniziative di formazione proposte da Eupati c’è la Toolbox, la piattaforma online che offre ai pazienti la possibilità di conoscere in maniera approfondita le complesse tematiche su ricerca e sviluppo dei farmaci. Gli italiani sono i più interessati. Su 149 Paesi in tutto il mondo che la utilizzano l’Italia, con 2.500 visite dal 27 gennaio al 7 luglio 2016, si conferma prima in classifica per quanto riguarda gli accessi e l’uso della piattaforma di e-learning, (in totale da tutti i Paesi ci sono stati 30.500 utenti unici e 42.300 visite).

Ottimi riscontri anche dal corso per i “pazienti esperti”, sempre più coinvolti attivamente nelle tematiche di ricerca e sviluppo dei farmaci. Da un recente sondaggio di Eupati, infatti, emerge che prima del corso solo il 12 per cento degli aspiranti pazienti esperti ha svolto un ruolo come consulente per le agenzie regolatorie, quota che sale al 40 per cento dopo il completamento del corso. Dall’8 per cento al 52 per cento è invece l’incremento nell’ambito della consulenza per la ricerca farmaceutica a seguito della formazione Eupati.

«La conoscenza – sottolinea Filippo Buccella, Chairman del Comitato Esecutivo dell'Accademia dei Pazienti Onlus - EUPATI Italia – è la condizione indispensabile per incidere nei processi decisionali. La partecipazione, per poter essere determinante, deve promuovere l’onestà, l’indipendenza e l’autonomia intellettuale del paziente e l’unica arma che può garantire questa qualità è la conoscenza. Stiamo lavorando insieme alle Istituzioni Sanitarie e al Governo per costruire rapidamente regole d’ingaggio che coinvolgano al più presto i pazienti».

Tratto da: Healthdesk, 27 luglio 2016


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