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Malattia renale prima tra le cronicità: un piano nazionale per screening e cure

Un recentissimo studio pubblicato su Jama, che ha analizzato dati delle ultime due decadi estratti dai 183 stati membri dell’Oms, ha dimostrato che il divario tra vita passata in salute e aspettativa di vita si è allargato a livello globale; ossia, l’età media è in aumento ma si vive con un peso maggiore di disabilità in gran parte determinato dall’incremento delle malattie cronico-degenerative (MCD). Da evidenziare, purtroppo, che questa analisi dimostra che l’Italia è seconda solo agli Stati Uniti per entità del divario e peso delle MCD. In Italia, infatti, le MCD colpiscono 24 milioni di persone e sono responsabili dell’85% dei decessi complessivi, con una spesa sanitaria associata alla loro gestione che supera i 65 miliardi di euro all’anno (e si stima che nel 2028 ne spenderemo quasi 80 miliardi).

Tra le cronicità malattia renale al primo posto

Tra le MCD, al primo posto nel mondo si classifica oggi la Malattia Renale Cronica (MRC), per maggiore diffusione, mortalità e costi delle fasi finali della malattia (dialisi, trapianto) rispetto a diabete, malattie cardiovascolari, broncopneumopatie croniche e neoplasie.

In Italia, circa il 10% della popolazione adulta è affetta da MRC. Negli ultimi 30 anni il numero di nuovi casi di dialisi è aumentato del 43%, mentre è aumentata del 41% la mortalità relativa alla MRC, e si stima che nel 2040 sarà la quinta causa di morte nel mondo. I costi relativi alla dialisi in Italia possono arrivare sino a €45.000/paziente per anno, che – considerando la popolazione italiana in dialisi – vuol dire €2,5 miliardi all’anno. Ciò significa che il 2.3% dell’intero budget del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) viene assorbito dallo 0,1% della popolazione. Non tralasciando, poi, i costi del trapianto, stimati al 2022, nell’ultima analisi del Ministero della Salute, in €52.000 per il primo anno e in €15.000 per ogni anno successivo al primo.

L’importanza di una presa in carico precoce

Gli elevati costi sanitari, sociali e umani della MRC evidenziano l’urgente necessità di strategie globali per combattere le malattie renali in fase precoce. Ciò anche alla luce del fatto che la prevalenza delle malattie renali è in costante aumento. Una tendenza destinata a peggiorare a causa dei cambiamenti climatici e demografici, e del dilagare di diabete e obesità (al mondo ormai si contano 850 milioni di malati renali). Sebbene la MRC sia una patologia cronica pandemica, con numeri superiori a quelli di diabete, tumori e malattie cardiovascolari è stata a lungo messa in secondo piano rispetto alle priorità sanitarie. Un gap che ha portato nel corso degli anni a una scarsa consapevolezza, a un’allocazione inadeguata delle risorse e a un accesso limitato alle cure. Basti pensare che milioni di persone ogni anno muoiono nel mondo per mancanza di accesso alla terapia salvavita.

Nuove opportunità terapeutiche offerte dalla ricerca scientifica

Eppure, abbiamo il privilegio di vivere nell’epoca più prolifica della nefrologia in termini di avanzamento della ricerca scientifica e innovazione terapeutica. Le opportunità che si profilano, in parte già delineate dal progresso in atto, sono entusiasmanti. Le nuove possibilità terapeutiche offerte dalla ricerca scientifica, come gli inibitori SGLT2, gli antialdosteronici non steroidei e gli agonisti del recettore GLP-1, mostrano risultati a dir poco entusiasmanti nel rallentare la progressione della MRC e nel mantenere la salute renale. Tuttavia, è necessario agire in fase precoce di malattia per massimizzare l’efficacia terapeutica. Infatti, Il paradosso è proprio che, essendo la MRC silente, ovvero asintomatica fino agli stadi più avanzati, solo il 10% dei malati è seguito dal nefrologo e ha quindi accesso tempestivo ai trattamenti. Questo perché si può perdere oltre il 50% della funzione renale prima che si manifesti qualsiasi sintomo. Un dato allarmante, poiché l’efficacia delle terapie diminuisce proporzionalmente all’aumentare del ritardo diagnostico.

Nefrologia a “porte aperte” per la Giornata mondiale del rene

Per questo, come Società Italiana di Nefrologia (SIN), stiamo lavorando in modo attivo e proattivo. Ne sono un esempio le iniziative di screening gratuiti e le “nefrologie a porte aperte” promosse in tutta Italia in occasione della Giornata Mondiale del Rene in maniera congiunta con la Fondazione Italiana del Rene.

Non solo. Sappiamo che è necessario agire su più fronti, in partnership con la medicina generale, creando reti di collaborazione tra specialisti nefrologi e Medici di Medicina Generale, ma anche con i decisori politici e i rappresentanti istituzionali. Poniamo infine massima attenzione sull’attuale difficoltà di garantire una classe di futuri specialisti nefrologi in grado di far fronte all’emergenza “epidemica” della MRC.

Una legge per gli screening nella medicina generale

In questo quadro assume ancora più valore il lavoro che la SIN - come unica Società Scientifica che riunisce i nefrologi in Italia - sta portando avanti per uno screening nazionale sulla popolazione adulta italiana. Lo stiamo facendo in collaborazione con gli stakeholder istituzionali: lo scorso marzo è stato depositato a Montecitorio un progetto di legge, il cui primo firmatario è il vicepresidente della Camera on. Mulé, proprio mirato a uno screening della MRC nella Medicina Generale.

I Pdta disegnati con le Regioni da Sin e ministero della Salute

Ancora, è prossimo alla approvazione della Conferenza Stato-Regioni il nuovo PDTA della MRC, disegnato da SIN e ministero della Salute, che ha l’obiettivo di ottimizzare i percorsi preventivi, assistenziali e di gestione del paziente con MRC. Il PDTA definisce un percorso di presa in carico, assistenza e accesso alle cure dei pazienti nefropatici, ponendo particolare attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, attraverso non solo un corretto uso dei farmaci nefroprotettivi ma anche la modifica dello stile di vita e della dieta, finalizzata a ridurre il rischio di diagnosi tardive e l’incidenza delle complicanze della MRC, così come il ricorso al trattamento sostitutivo (dialisi o trapianto) che comporta altissimi costi sociali ed economici.

La Giornata Mondiale del Rene, che si celebra il 13 marzo, ha come focus principale la diagnosi precoce della MRC. L’Italia, con la SIN, è il primo Paese al mondo che ha tradotto le esigenze nefrologiche di “public health” in proposte legislative finalizzate alla prevenzione e alla salvaguardia della salute renale.

Luca De Nicola, Presidente della Società Italiana di Nefrologia e Professore Ordinario Università Vanvitelli di Napoli

Tratto da: Il Sole 24 Ore, 14 marzo 2025