Cuore sotto osservazione
Ecco le nuove strategie per ampliare l’uso degli strumenti di valutazione del rischio cardiovascolare
Le malattie cardiovascolari (CVD), soprattutto quelle di origine aterosclerotica (ASCVD), restano la prima causa di morte in Italia, con circa 140.000 decessi all’anno attribuibili a queste patologie. Nonostante i progressi nelle cure e nella prevenzione, il carico di malattia rimane altissimo, anche in termini di ospedalizzazioni, disabilità e costi socio-economici. Secondo dati recenti, oltre il 50% dell’incidenza delle patologie cardiovascolari e più del 20% della mortalità sono riconducibili a cinque fattori di rischio modificabili: ipertensione, colesterolo non-HDL, fumo, diabete e indice di massa corporea.
Un’emergenza silenziosa quella delle malattie cardiovascolari in Italia che richiede strategie di contrasto.
Ecco quindi che è stato pubblicato sul sito del ministero della Salute, il documento, “Valutazione del rischio cardiovascolare individuale” redatto dal Gruppo di lavoro dell’Alleanza Italiana per le Malattie Cardio-Cerebrovascolari. Il documento aggiornato al gennaio 2025, è stato elaborato per promuovere un uso più diffuso e appropriato degli strumenti di valutazione del rischio cardiovascolare, favorendo così strategie più efficaci di prevenzione primaria e secondaria in Italia.
In particolare il documento si propone di discutere il valore clinico degli algoritmi per la stima del rischio di eventi cardiovascolari e mortalità, analizzare i parametri che devono essere utilizzati per la stima del rischio cardiovascolare, valutare l’aggiornamento di quelli già in uso e l’eventuale inserimento di nuovi parametri, nonché di vagliare la possibilità di estendere le carte alla popolazione oltre i 69 anni di età, grazie anche ai più recenti studi di coorte rappresentativi di tutto il nostro Paese.
L’Italia dispone di strumenti consolidati per la stima del rischio cardiovascolare, come le Carte del rischio cardiovascolare e il punteggio individuale sviluppati nell’ambito del Progetto CUORE.
Le proposte per il rilancio. Alla luce della validità predittiva e dell’importanza in ambito preventivo della valutazione del rischio cardiovascolare individuale, secondo gli esperti sarebbe opportuno implementare strategie che favoriscano il più ampio utilizzo di questi strumenti per favorire l’individuazione precoce e la rivalutazione dei soggetti a maggior rischio, come anche previsto dal Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, in particolare dall’obiettivo strategico 1.17 del Macro-Obiettivo 1 (Malattie croniche non trasmissibili).
Per questo sono stati messi nero su bianco alcuni suggerimenti:
Integrazione nelle strategie sanitarie nazionali e regionali Promuovere l’inserimento di raccomandazioni specifiche sulla valutazione del rischio cardiovascolare nei documenti programmatici (come il Piano Nazionale della Prevenzione), indicando:
L’opportunità della valutazione nella popolazione adulta;
Lo strumento da adottare;
Le figure professionali coinvolte;
I contesti applicativi (pratica clinica, screening opportunistici, ecc.).
Monitoraggio degli strumenti di valutazione del rischio cardiovascolare individuale. Implementare un sistema di monitoraggio continuo sull’uso e l’efficacia degli strumenti di valutazione nella pratica clinica, per adeguare e ottimizzare le strategie di prevenzione.
Aggiornamento periodico degli strumenti Garantire l’aggiornamento degli strumenti di calcolo del rischio utilizzando dati recenti su: fattori di rischio e stili di vita (es. Progetto Cuore); mortalità e morbosità cardiovascolare (es. dati istat). Un aggiornamento che richiede una stretta collaborazione istituzionale per la raccolta e l’elaborazione dei dati.
Integrazione nei software clinici Incorporare algoritmi di calcolo del rischio nei software utilizzati dagli operatori sanitari (es. medici di medicina generale) per facilitarne l’uso e velocizzare l’accesso ai dati clinici.
Formazione degli operatori sanitari Potenziare la formazione su: utilizzo, interpretazione e comunicazione del rischio cardiovascolare; evidenze scientifiche di supporto. Destinatari, sia professionisti in attività che studenti e specializzandi, con l’obiettivo di migliorare la motivazione e l’adesione del paziente alle misure preventive.
Coinvolgimento attivo degli operatori sanitari Favorire il coinvolgimento sistematico degli operatori nella pratica quotidiana, tramite iniziative promosse da istituzioni, università, aziende sanitarie e società scientifiche.
Tratto da: Quotidiano Sanità, 16 aprile 2025