Obesità, anticipare la terapia farmacologica può aiutare chi non risponde precocemente alle modifiche del comportamento
I pazienti che, per perdere peso, hanno modificato il loro comportamento per solo 1 mese anziché per 6 mesi prima di iniziare una terapia farmacologica hanno raddoppiato la loro perdita di peso quando hanno assunto un farmaco per la gestione dell'obesità, come riportato da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, dimostrando che molti pazienti potrebbero trarre beneficio dalla prescrizione precoce di farmaci per l'obesità.
La US Preventive Services Task Force (USPSTF) raccomanda ai pazienti che cercano di perdere peso di adottare per almeno 6 mesi un approccio basato sulla modifica dello stile di vita, comprendente una dieta ipocalorica, attività fisica settimanale da moderata a intensa, automonitoraggio dell'assunzione di cibo ed eliminazione dei cibi che scatenano il malessere.
Nonostante questo, una quota sostanziale di persone (35-50%) non raggiunge una perdita di peso clinicamente significativa di almeno il 5%. Quando non si raggiunge l'obiettivo di perdita di peso si raccomanda l’uso di farmaci anti-obesità, ma la loro efficacia tra i non-responder all’intervento comportamentale non è stata stabilita, hanno premesso gli autori.
Migliorare la perdita di peso nei non-responder alla terapia comportamentale
Il presente studio, monocentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato, a gruppi paralleli, ha valutato se l'aggiunta di un farmaco anti-obesità (AOM) alla terapia comportamentale (BT) fosse in grado di migliorare la perdita di peso dopo 24 settimane rispetto a BT con placebo nei non-responder precoci alla BT.
Un totale di 147 adulti con un indice di massa corporea (BMI) ≥31 kg m2 (o ≥28 con comorbilità correlate all'obesità) ha completato una fase di run-in iniziale di 4 settimane con terapia comportamentale. I 76 pazienti che non hanno risposto precocemente e che hanno perso meno del 2,0% del peso iniziale sono stati quindi randomizzati a ricevere per 24 settimane la terapia comportamentale con l’aggiunta di un placebo (BT + P) o del farmaco anti-obesità fentermina alla dose di 15 mg al giorno (BT + AOM). Coloro che invece hanno risposto precocemente hanno ricevuto la terapia comportamentale in modo continuativo e non hanno partecipato allo studio randomizzato.
Obiettivo raggiunto aggiungendo precocemente la terapia farmacologica
Lo studio ha raggiunto l'endpoint primario, in quanto i non-responder precoci assegnati a BT + AOM hanno avuto una maggiore riduzione media del peso, pari al 5,9% dalla randomizzazione alla settimana 24, rispetto al 2,8% di quelli assegnati a BT + P (differenza media 3,1%, P=0,003), dimostrando che i soggetti a rischio di risposta subottimale (perdita <2% del peso iniziale nelle prime 4 settimane) grazie all’aggiunta dei farmaci possono ottenere risultati simili a quelli dei soggetti che rispondono alla terapia comportamentale.
«Abbiamo ottenuto risultati migliori quando abbiamo iniziato a somministrare farmaci in una fase precoce» ha affermato il primo autore Jena Shaw Tronieri, direttrice dei Servizi Clinici presso il Center for Weight and Eating Disorders della Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania a Philadelphia. «I nostri risultati supportano fortemente l'aggiunta di farmaci anti-obesità ai pazienti che non raggiungono una perdita di peso significativa con i soli metodi comportamentali e suggeriscono che il farmaco può essere introdotto precocemente nel trattamento, anziché attendere che il paziente completi un programma completo di 6 mesi. Un intervento precoce è fondamentale, dal momento che i pazienti che non vedono risultati iniziali hanno maggiori probabilità di scoraggiarsi e interrompere del tutto il trattamento».
Per molti pazienti le modifiche dello stile di vita non sono sufficienti
«L'aggiunta o meno di farmaci dimagranti come i GLP-1 agonisti dipende in realtà dal successo della perdita di peso. I pazienti preferirebbero evitare il trattamento farmacologico se ottengono risultati, per via dei potenziali effetti collaterali, ma senza di essi un'ampia percentuale non ottiene un calo ponderale clinicamente significativo, e questi soggetti possono essere individuati abbastanza presto» ha aggiunto Tronieri.
«Il nostro studio ha dimostrato che è possibile stabilire entro un mese chi avrà successo con le modifiche comportamentali e chi no» ha sottolineato affermato il co-autore Thomas Wadden, professore di psicologia in psichiatria presso la Perelman School of Medicine. «Anche se le raccomandazioni dell'USPSTF suggeriscono di continuare con le modifiche comportamentali per 6 mesi, abbiamo dimostrato che tra il 35% e il 40% dei pazienti non perderà peso in modo significativo in questo intervallo di tempo 6 mesi senza ricorrere ai farmaci per l'obesità».
Risultati probabilmente migliori con un GLP-1 agonista
Da rilevare che lo studio ha utilizzato la fentermina come agente anti-obesità, un farmaco di vecchia generazione impiegato per ridurre l'appetito ma molto meno efficace di un GLP-1 agonista, considerato che la perdita di peso prevista è del 5-7% rispetto al 10-15%.
«Possiamo ipotizzare che, se per lo studio fosse stato utilizzato un GLP-1 agonista, sarebbe stato ancora più efficace» ha fatto presente Ziyad Al-Aly, professore associato presso la Divisione di Medicina Generale e Geriatria della Washington University di St. Louis, Facoltà di Medicina.
Referenze
Tronieri JS et al. Anti-obesity medication for weight loss in early nonresponders to behavioral treatment: a randomized controlled trial. Nat Med. 2025 Mar 7.
Tratto da: Pharmastar, Davide Cavaleri, 19 aprile 2025