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Iperglicemia persistente negli adolescenti triplica il rischio di danno cardiaco

Negli adolescenti l’iperglicemia persistente e l’elevata resistenza all’insulina possono aumentare il rischio di peggioramento del danno cardiaco strutturale e funzionale.

Nei giovani con un indice di massa corporea prevalentemente normale, l’iperglicemia persistente e l’elevata resistenza all’insulina possono aumentare il rischio di peggioramento del danno cardiaco strutturale e funzionale, un effetto mediato per due terzi dalla massa grassa, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.

Studi precedenti studi condotti sugli adulti hanno dimostrato che l’iperglicemia e la resistenza all’insulina nei giovani sono un forte predittore del rischio di diabete di tipo 2 nelle persone intorno ai cinquant’anni. È inoltre risaputo che, quanto più è precoce la diagnosi di diabete di tipo 2, tanto più gravi e rapide possono essere le complicanze, se non trattate.

Tuttavia, nessuno studio ha finora analizzato le manifestazioni precoci delle conseguenze di alti livelli di glicemia e insulino-resistenza sul cuore, soprattutto per via della scarsità di valutazioni ecocardiografiche ripetute in un’ampia popolazione di giovani sani, hanno fatto presente gli autori.

Valutazione del rischio di danno cardiaco

I ricercatori hanno seguito 1.595 adolescenti (59,8% di sesso femminile) delle coorte UK University of Bristol’s Children of the 90s di età compresa tra 17 e 24 anni, per valutare le associazioni longitudinali tra iperglicemia persistente e aumento della resistenza all’insulina e il rischio di danno cardiaco.

Sono stati inclusi partecipanti dei quali erano disponibili i dati relativi a glicemia a digiuno e livelli di insulina, oltre che a misurazioni ecocardiografiche della massa ventricolare sinistra indicizzata per l’altezza elevata alla potenza di 2,7 (LVMI2,7, Left Ventricular Mass Index) e altri parametri cardiaci, sia al basale (età: 17 anni; BMI medio: 22) che al follow-up (età: 24 anni; BMI medio: 23), dove l’ipertrofia del ventricolo sinistro era definita da un valore LVMI2,7 ≥ 51 g/m².

L’iperglicemia è stata definita da livelli di glicemia a digiuno ≥5,6 mmol/l (≥6,1 mmol/l), la resistenza all’insulina è stata valutata utilizzando l’Homeostatic Model Assessment for Insulin Resistance (HOMA-IR) e la massa grassa corporea totale è stata misurata utilizzando uno scanner ad assorbimetria a raggi X a doppia energia.

Sono stati analizzati anche gli effetti di mediazione dei lipidi, della proteina C-reattiva ad alta sensibilità, della pressione arteriosa sistolica, della massa grassa corporea totale e della massa magra nelle relazioni tra iperglicemia e insulino-resistenza e alterazioni cardiache.

Maggiori probabilità di danno cardiaco con iperglicemia e insulino-resistenza

La prevalenza dell’iperglicemia è aumentata di cinque volte dai 17 ai 24 anni, indipendentemente dalle soglie glicemiche utilizzate, e la prevalenza di ipertrofia del ventricolo sinistro è aumentata di tre volte nella coorte totale, dal 2,4% al 7,1%.

Una glicemia a digiuno persistente ≥5,6 mmol/l tra i 17 e i 24 anni era associata a un aumento del 46% del rischio di ipertrofia ventricolare sinistra. Il rischio era triplicato se la glicemia a digiuno era persistentemente ≥6,1 mmol/l (odds ratio, OR, 1,46; P<0,001; e OR, 3,10; P=0,021 rispettivamente). Un livello elevato di glicemia riduceva anche il rilassamento del muscolo cardiaco, alterava la normale funzione cardiaca e aumentava eccessivamente la pressione del flusso sanguigno di ritorno al cuore.

Nel complesso, iperglicemia e insulino-resistenza hanno aumentato la probabilità di danno cardiaco progressivo in entrambi i sessi. Per ogni unità di aumento della glicemia, nei partecipanti di sesso femminile è stato riscontrato un aumento della LVMI2,7 cinque volte superiore rispetto a quelli di sesso maschile.

«Questi risultati confermano ulteriormente che anche adolescenti e giovani adulti dall’aspetto sano, per lo più normopeso, possono essere sulla strada giusta verso malattie cardiovascolari se presentano glicemia alta e insulino-resistenza» ha commentato il primo autore Andrew Agbaje, professore associato di Epidemiologia clinica e salute infantile presso la the University of Eastern Finland. «Con sorpresa abbiamo osservato che la glicemia alta può danneggiare gravemente il cuore delle donne cinque volte più velocemente di quello degli uomini, pertanto è necessario prestare particolare attenzione alle ragazze in termini di prevenzione».

«Il peggioramento della resistenza all’insulina e l’aumento della massa grassa creano un circolo vizioso bidirezionale di rinforzo. In questo studio abbiamo osservato che due terzi dell’effetto della resistenza all’insulina sull’eccessiva dilatazione cardiaca erano spiegati dall’aumento del grasso corporeo totale» hanno concluso gli autori. «L’aumento di cinque volte della prevalenza del prediabete entro 7 anni dalla crescita, dall’adolescenza alla prima età adulta, sottolinea l’importanza cruciale dello stile di vita e delle abitudini alimentari, soprattutto dopo che gli adolescenti sono diventati indipendenti dalla propria famigli».

Referenze

Agbaje AO et al. Persistent Hyperglycemia and Insulin Resistance With the Risk of Worsening Cardiac Damage in Adolescents: A 7-Year Longitudinal Study of the ALSPAC Birth Cohort. Diabetes Care. 2025 Apr 29:dc242459.

Tratto da: Corriere Nazionale, 03 giugno 2025