Dapiglutide, nuovo agonista di GLP 1/GLP 2 sperimentale: oltre l'11 % di perdita di peso in 28 settimane
Zealand Pharma ha annunciato i risultati aggiornati di dapiglutide, un agonista recettoriale GLP 1/GLP 2 sperimentale, disegnato per agire simultaneamente su due fronti nella cura dell’obesità e delle patologie infiammatorie correlate.
Il GLP 1 (glucagon like peptide 1) stimola la secrezione insulinica e riduce l’appetito, rallentando lo svuotamento gastrico, mentre il GLP 2 supporta l’integrità della barriera intestinale, contrastando la cosiddetta “leaky gut” e l’infiammazione sistemica a basso grado.
Studio di Fase 1b: protocolli e popolazione
Nel secondo segmento dello studio di Fase 1b (Part 2), 30 persone con un indice di massa corporea (BMI) mediano di 28,8 kg/m² – prevalentemente uomini – hanno ricevuto iniezioni settimanali fino a 26 mg di dapiglutide o placebo, senza modifiche comportamentali.
La scelta della popolazione, composta per il 93–95 % da uomini, ha evidenziato come spesso queste siano meno reattive ai trattamenti anti obesità, suggerendo potenzialmente un effetto sottostimato nell’efficacia del farmaco.
Risultati significativi: peso, sicurezza, tollerabilità
Dopo 28 settimane, i partecipanti trattati con dapiglutide hanno perso in media l’11,6 % del peso corporeo, contro il modesto 0,2 % del gruppo placebo.
Il calo ponderale corrisponde ai migliori agonisti GLP 1 settimanali oggi disponibili, sottolinea il CMO David Kendall.
I dati sono coerenti con quelli di Part 1, in cui dopo 13 settimane si era osservata una riduzione fino al 6,2 % (8,3 % corretta per placebo: +2,1 %).
Dal punto di vista della sicurezza, dapiglutide ha mostrato un profilo tollerabile: gli eventi avversi più comuni sono stati lievi sintomi gastrointestinali, come nausea e vomito, tipici delle terapie incretiniche. Non si sono registrati eventi avversi gravi; due soggetti hanno abbandonato lo studio, uno a causa di effetti gastro-intestinali.
La somministrazione graduata ogni quattro settimane invece che ogni due ha ulteriormente favorito la tollerabilità.
Interpretazioni degli analisti e contesto competitivo
Secondo Jefferies, i risultati sono “incoraggianti”, soprattutto in considerazione del sesso maschile prevalente nel campione e del BMI relativamente basso, fattori che normalmente riducono l’efficacia terapeutica. Gli analisti ritengono plausibile raggiungere cali ponderali superiori al 20 % in fase III, con l’ulteriore vantaggio dell’azione anti infiammatoria legata al GLP 2, potenzialmente efficace contro patologie associate all’obesità, come cardiopatia, steatosi epatica o malattie neuroinfiammatorie.
Stime interne prevedono un fatturato di punta attorno ai 3 miliardi di dollari.
La pipeline di Zealand include anche petrelintide – un analogo dell’amilina – che ha suscitato l’interesse di Roche con un’intesa da 5,3 miliardi di dollari. Anche se altre aziende come Eli Lilly e Metsera stanno sviluppando agonisti simili, la competizione all’interno del cluster dell’amilina è in crescita.
Prospettive future
Zealand prevede di avviare la sperimentazione di Fase III entro il 2025, puntando a convalidare un’azione superiore al 20 % di perdita di peso e a confermare gli effetti benefici su infiammazione e comorbidità correlate. Il successo clinico di dapiglutide potrebbe rappresentare un vero punto di svolta, grazie al suo doppio meccanismo. In un mercato in rapida evoluzione, dove fabbisogno terapeutico e concorrenza sono in rapido aumento, un farmaco in grado di combinare efficacia, sicurezza e vantaggi anti infiammatori avrebbe un potenziale impatto rilevante nelle strategie di cura integrate dell’obesità.
Tratto da: Pharmastar, 22 giugno 2025