Distribuzione del grasso e invecchiamento cardiovascolare, differenze di genere
Una recente ricerca ha mostrato che anche come il grasso si distribuisce nel corpo può determinare la velocità dell’invecchiamento cardiovascolare.
Il grasso viscerale, quello epatico e l’infiltrazione adiposa nei muscoli accelerano l’invecchiamento cardiovascolare, mentre il grasso ginoide nelle donne mostra un effetto protettivo, soprattutto in età fertile. È quanto emerge da uno studio pubblicato sull’European Heart Journal condotto su oltre 21.000 partecipanti della UK Biobank.
I ricercatori hanno stimato l’“età cardiovascolare” applicando modelli di machine learning a dati di risonanza magnetica cardiaca e assorbimetria a raggi X per valutare la distribuzione del grasso corporeo. È risultato che non è il solo indice di massa corporea a determinare il rischio, ma la localizzazione del tessuto adiposo.
Negli uomini il grasso androide, in particolare quello addominale ed epatico, e il tessuto adiposo sottocutaneo addominale aumentavano ulteriormente la velocità di invecchiamento cardiovascolare. Nelle donne il grasso ginoide, distribuito su fianchi e cosce, mostrava invece un ruolo protettivo, soprattutto prima della menopausa.
Il ruolo degli ormoni sessuali è apparso centrale: gli estrogeni modulavano favorevolmente la distribuzione del grasso nelle donne in età fertile, mentre negli uomini gli stessi depositi adiposi rappresentavano un fattore di rischio. Anche i biomarcatori confermavano la tendenza: colesterolo LDL e apolipoproteina B acceleravano l’invecchiamento, mentre HDL, estradiolo e testosterone libero mostravano un effetto protettivo.
Lo studio ha inoltre segnalato che stile di vita e trattamenti farmacologici possono influenzare il quadro: l’attività fisica attenuava ma non eliminava gli effetti negativi del grasso viscerale; la metformina nei pazienti diabetici riduceva parzialmente il danno; gli autori ipotizzano che agonisti del recettore GLP-1 e inibitori SGLT2 possano offrire nuove strategie contro l’invecchiamento cardiovascolare.
FONTE: European Heart Journal
Tratto da: Doctor33 Cardiologia, 02 ottobre 2025