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Algoritmo associato a emoglobina glicata migliora stima del compenso metabolico

Grazie alla potenza della matematica avanzata, combinata con il comune test per misurare la glicemia pregressa, i ricercatori della Harvard Medical School e del Massachusetts General Hospital hanno messo a punto un algoritmo in grado di simulare in modo accurato le fluttuazioni glicemiche a lungo termine che si verificano nei diabetici. Calcolando l'età dei globuli rossi di ciascun paziente, il nuovo metodo offre un computo preciso e personalizzato della media glicemica trimestrale, riducendo in modo significativo il tasso di errore dell'emoglobina glicata (HbA1c) il test più usato per verificare il compenso metabolico di un paziente nei mesi precedenti.

«Quello che attualmente riteniamo essere il gold standard per la stima della glicemia media non è in realtà così preciso come dovrebbe essere» esordisce John Higgins, professore associato di biologia dei sistemi alla Harvard Medical School e patologo clinico al Massachusetts General Hospital, nonché coautore dello studio pubblicato su Science Translational Medicine. «I nostri risultati non solo individuano le cause dell'inesattezza, ma offrono un modo per aggirare l'ostacolo» scrivono i ricercatori, precisando che il dosaggio dell'HbA1c ha prodotto stime fuori bersaglio in circa un terzo degli oltre 200 pazienti nei quali i risultati dei test sono stati analizzati come parte della ricerca.

«Tali inesattezze derivano essenzialmente dalle variazioni nel ciclo di vita delle emazie del singolo individuo» spiegano gli autori, che dopo avere calcolato nuove stime aggiustate per l'età dei globuli rossi ne hanno verificato l'accuratezza predittiva confrontandole con i valori glicemici misurati in modo diretto attraverso dispositivi indossabili di monitoraggio continuo, con campionamento ogni cinque minuti. «Implementando il nuovo modello con i test esistenti la stima del precedente compenso metabolico diventa più precisa, consentendo di migliorare i risultati della terapia ipoglicemizzante. «La stima dei valori glicemici medi del trimestre precedente è il migliore indicatore di controllo della malattia e il fattore predittivo più accurato di complicazioni» ricordano gli autori, ricordando tuttavia che i valori di HbA1c possono essere uguali in pazienti con glicemie medie che differiscono anche di 60 mg/dl.

«E la causa della discrepanza è molto probabilmente l'età dei globuli rossi del paziente: come una spugna imbevuta d'acqua, i globuli rossi più vecchi hanno assorbito più glucosio, mentre in quelli di nuova produzione la quantità di glucosio è ovviamente minore» riprende Higgins. E tenendo conto dell'età dei globuli rossi i ricercatori sono riusciti a compensare il tasso di errore dell'emoglobina glicata. Per esempio, in un paziente con HbA1c pari all'8,1%, la glicemia media dei tre mesi precedenti corrisponde a un valore stimato di 186 mg/dl. Ma normalizzando i dati per l'età dei globuli rosso del paziente la glicemia media è diventata 209 mg/dl, solo un punto più bassa di quella obiettivamente misurata dal monitoraggio continuo. «Correggendo con il nostro algoritmo i valori di HbA1c per l'età delle emazie del paziente è possibile ottenere un risultato che riflette in modo più accurato i livelli glicemici effettivi, consentendo ai medici di adattare di conseguenza la terapia» concludono i ricercatori.

Sci Transl Med. 2016. doi:10.1126/scitranslmed.aaf9304

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27708063

tratto da: Doctornews, 14 ottobre 2016