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Milano-Sanremo, team di ciclisti professionisti con diabete testimonia l'importanza dell'esercizio fisico

Per il quinto anno consecutivo, la prima squadra al mondo di ciclisti professionisti con diabete (il Team Novo Nordisk) ha partecipato alla sua quinta Milano-Sanremo il 23 marzo scorso. Se ne è parlato a Milano, nella sede della Regione Lombardia, alla vigilia della “classicissima” di primavera. Tra gli atleti del Team internazionale vi sono due italiani: Andrea Peron, 30 anni da Camposanpiero (Padova), già da 7 stagioni con la squadra, e il giovane Umberto Poli, 22 anni da Verona, al suo terzo anno da professionista. A entrambi il diabete è stato diagnosticato a 16 anni, ma questo non ha impedito loro di diventare professionisti e poter partecipare diverse volte alla classicissima, dove lo sprinter Peron per due volte è stato in fuga per la maggior parte dei 298 chilometri e il giovane Poli, al suo debutto nel 2017, è partito come il corridore più giovane della gara ed è rimasto in fuga per la gran parte del percorso. La notizia è particolarmente importante per due motivi: da un lato questi atleti rappresentano un esempio per tutti riguardo all'importanza dell'esercizio fisico per la salute, dall'altro testimoniano che il diabete non deve rappresentare un limite allo svolgimento di attività sportiva (anche agonistica ad alto livello, sotto adeguato controllo medico), ma anzi è benefico. A tale proposito, Phil Southerland, cofondatore e Ceo del Team Novo Nordisk, il quale nel 2012 decise di creare questa squadra per ispirare, educare e incoraggiare le persone con diabete in tutto il mondo, ama ripetere che «l'esercizio fisico è il farmaco vincente per la gestione della malattia diabetica che però, purtroppo, non viene ancora prescritto a sufficienza».

Il diabete colpisce oltre tre milioni di persone in Italia. Secondo i dati Istat 2017, in Lombardia ci sono 468mila persone affette dalla patologia, di cui circa 200mila solo a Milano, punto di partenza della “classica di primavera”. Vivere in un'area urbana si accompagna, purtroppo, a cambiamenti sostanziali degli stili di vita: mutano le abitudini alimentari e il modo di vivere, i lavori diventano sempre più sedentari, l'attività fisica diminuisce. Per questo oggi si parla di “diabete urbano” (urban diabetes). Per contrastare questo fenomeno, la città di Milano ha deciso quest'anno di aderire al progetto internazionale “Cities changing diabetes”, iniziativa realizzata in partnership tra l'University College di Londra (Ucl) e il danese 'Steno diabetes center' con il contributo non condizionato di Novo Nordisk. Al progetto, oltre alle amministrazioni comunale e regionale, hanno aderito le Università di Milano, l'Ats di Milano Città Metropolitana, il museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, le componenti accademiche, sociali e scientifiche della città. «Il programma “Cities changing diabetes” si propone come obiettivo di valutare l'impatto dell'urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire queste malattie. I campioni del Team Novo Nordisk, con il loro esempio positivo, quest'anno diventano “Ambassador” del progetto “Milano cities changing diabetes”, per promuovere uno stile di vita sano come strumento per combattere il diabete nelle aree urbane» spiega Federico Serra, Government Affairs; External Relations Director di Novo Nordisk.

«Il programma “Cities changing diabetes” vuole creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare il tema dell'urban diabetes prioritario, mettendo in luce il fenomeno con dati ed evidenze provenienti dalle città di tutto il mondo al fine di identificare le politiche di prevenzione più adatte e migliorare la rete di assistenza» aggiunge Michele Carruba, presidente dell'executive committee di “Milano cities changing diabetes”. «Il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali, scientifiche, sociali e avere i campioni del Team Novo Nordisk come Ambassador è fondamentale per portare in alto i valori di questo ambizioso progetto». Dal suo esordio nel dicembre 2012, il Team ha partecipato a oltre 180 gare, ha corso decine di migliaia di chilometri attraverso più di 30 paesi, incontrando e ispirando milioni di persone con diabete in tutto il mondo. La stagione 2018 ha visto il Team ottenere i migliori risultati conseguiti fino a oggi, classificandosi 11 volte tra i primi cinque e riuscendo a salire sul podio in sette occasioni. Nel corso delle gare, i ciclisti con diabete sono telemonitorati dall'ammiraglia mediante sensori trasmettitori sia per quanto riguarda i valori glicemici sia per quanto riguarda i normali parametri cardiaci e muscolari ai quali sono sottoposti anche gli atleti non diabetici. L'obiettivo - al momento non ancora vicino - è quello di arrivare un giorno a partecipare al Giro d'Italia.

Tratto da: Doctornews, 02 aprile 2019