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Il glucagone: che cosa č importante sapere?

Il glucagone è il principale ormone antagonista dell’insulina. Tra le varie funzioni, promuove a livello del fegato la produzione di glucosio a partire dal glicogeno (glicogenolisi).  Può essere iniettato in caso di grave crisi ipoglicemica – con perdita di coscienza – causata da una somministrazione eccessiva o errata di insulina o di alcuni farmaci ipoglicemizzanti (per es. sulfoniluree). Da oggi disponibile anche in Italia il glucagone per via nasale, più maneggevole rispetto a quello per via iniettiva, ma al momento acquistabile solo a 140 euro con prescrizione medica tramite ricetta bianca ripetibile, per diabetici dai 4 anni in su. A breve dovrebbe essere concessa la copertura SSN. Nell’attesa scopriamo tutto ciò che c’è da sapere sul glucagone con il Prof. Andrea Giaccari, diabetologo e responsabile del “Centro per le malattie endocrine e metaboliche” a cui fa capo il “Team Diabete” del Policlinico Universitario A. Gemelli, a Roma.

Prof. Giaccari, che cos’è esattamente il glucagone?

Il glucagone è – insieme all’insulina – uno dei principali ormoni del metabolismo del glucosio. È prodotto nelle isole di Langherans del pancreas, dalle cellule alfa (l’insulina è prodotta dalle cellule beta). Al contrario dell’insulina, il glucagone ha un’azione iperglicemizzante che soprattutto stimola il fegato a produrre più glucosio nel momento in cui si è a digiuno. Quando mangiamo siamo in grado di smaltire – nelle tre-quattro, massimo cinque ore successive al pasto – quello che abbiamo ingerito; ma il nostro cervello ha sempre bisogno di glucosio, anche quando siamo a digiuno. In queste circostanze, è il fegato che entra in gioco per fornirlo, in seguito a regolazione ormonale ovvero in seguito a una riduzione dell’insulina e a un aumento della secrezione di glucagone.

Come funziona il glucagone? Quali sono le principali differenze con l’insulina?

Come anticipato, il glucagone è un ormone che permette al fegato di riversare nel sangue una maggiore quantità di glucosio (zucchero) che è indispensabile nelle condizioni di digiuno ma in chi ha il diabete tipo 1 o diabete tipo 2 trattato con insulina può anche essere un importante salvavita.

Sappiamo che il rischio della terapia con insulina è quello di incorrere in episodi di ipoglicemia. Chi soffre di diabete impara – in genere – a riconoscere con anticipo i sintomi premonitori dell’ipoglicemia. Alla prima percezione di una crisi di ipoglicemica di grado lieve-moderato (valori < 70 mg/dl), è bene controllare se possibile il livello della glicemia con il glucometro o altri strumenti a disposizione. Se non si dispone di strumenti, è opportuno comunque procedere alla correzione con la Regola del 15, per sicurezza.

Secondo la Regola del 15, l’ipoglicemia va corretta assumendo 15 g di carboidrati “semplici” [pari a circa 3 cucchiaini/bustine/zollette di zucchero in grani o sciolto in acqua o a 1 cucchiaio da tavola di miele o a 125 ml (1/2 bicchiere) di una bibita zuccherata (cola, aranciata ecc.) o di un succo di frutta].

Si rivaluta la glicemia dopo 15 minuti e si ripete la stessa assunzione sino a che la glicemia non risulti superiore a 100 mg/dl.

La correzione dell’ipoglicemia può essere solo temporanea, pertanto la glicemia deve essere misurata ogni 15 minuti, fino al riscontro di almeno due valori normali in assenza di ulteriore assunzione di alimenti zuccherini tra le due misurazioni. È possibile mangiare qualche carboidrato “complesso” (fetta biscottata, biscotti, crackers, grissini) per evitare che la glicemia torni a scendere. Ricordarsi di non utilizzare cioccolato o bibite “light” per correggere un’ipoglicemia.

Per inciso, quali possono essere i sintomi dell’ipoglicemia?

L’ipoglicemia determina molti segni e sintomi, in modo particolare per le sue azioni sul sistema nervoso, specialmente quello centrale. La frequenza e l’intensità dei sintomi è del tutto soggettiva.

Quando sopraggiunge una crisi ipoglicemica, il cervello manda dei segnali di avvertimento, una sorta di “campanello di allarme che è a corto di zuccheri” (neuroglicopenia) accompagnato da un tentativo di rimedio (rilascio di adrenalina e noradrenalina, con funzione iperglicemizzante).

I sintomi si manifestano progressivamente con:

nausea, sensazione di fame, visione doppia, formicolio generalizzato, mal di testa, dolori di stomaco, pallore.

Se la glicemia continua a scendere compaiono altri sintomi più importanti:

cambiamenti repentini di umore, depressione, irritabilità, confusione mentale, stanchezza, sonnolenza, estesa sudorazione, tachicardia, incoordinazione neuromuscolare e vari disturbi visivi, motori e mentali.

Talora si diventa restii a collaborare e perfino aggressivi o “strani” (alcuni familiari affermano “…. si comporta come se avesse bevuto …”).

Un’ulteriore riduzione della glicemia, provoca:

tremori, parole e atti inconsulti, sensazione di angoscia, alternanza di crisi di pianto/riso, sensazione di irrealtà, disorientamento.

Infine, a valori molto bassi di glucosio nel sangue possono comparire:

convulsioni, perdita di conoscenza, paralisi transitorie fino al coma.

Per quali valori appaiono i sintomi dell’ipoglicemia?

Normalmente per glicemie inferiori a 70 mg/dl. Ma questa soglia può variare di molto nelle singole persone, soprattutto in funzione delle glicemie cui il loro cervello è abituato. Ad esempio, una persona con diabete scompensato può avvertire i primi sintomi di ipoglicemia anche per glicemie superiori a 100 mg/dl; nelle fasi di “ricompenso” del diabete, queste persone tendono a iper-correggere ipoglicemie solo sintomatiche, per nulla pericolose, provocando enormi sbalzi della glicemia. Al contrario, molte persone con HbA1c bassa e frequenti ipoglicemie non gravi possono non avere sintomi anche per glicemie fino a 50 mg/dl.

I casi più emblematici sono i pazienti portatori di insulinoma (un tumore benigno del pancreas che produce insulina in modo indipendente dalla glicemia): possono arrivare tranquillamente a 30-40 mg/dl senza sintomi, al massimo un po’ di confusione e cefalea.

I sintomi dell’ipoglicemia sono uguali per tutti?

No. Alcune persone, soprattutto con una lunga storia di diabete poco controllato, perdono la risposta delle catecolamine (adrenalina e noradrenalina). Oltre a perdere la loro funzione protettiva, viene persa gran parte dei sintomi legati al loro rilascio (tremori, agitazione, sudorazione, irritabilità, tachicardia ed altri). Queste persone possono passare da un banale sintomo di stanchezza e sonnolenza direttamente al coma. È proprio per queste persone che è indispensabile avere con sé il glucagone.

Quindi il glucagone è da usare nei casi di ipoglicemia grave?

È proprio in questi casi, quando l’ipoglicemia è talmente grave che la persona non è in grado di essere cosciente e quindi di ingerire zuccheri, non è in grado di avvertire l’ipoglicemia, perché magari stava dormendo o perché ha una forma di diabete controllabile con difficoltà, e anche le persone che sono intorno non possono fare molto… ecco, in tutti questi casi, la somministrazione di glucagone è in sostanza un salvavita, perché il glucagone – avendo un rapido e potente effetto iperglicemizzante – riesce a far superare la crisi alla persona anche in condizioni di coma ipoglicemico e riportarlo a una glicemia a livelli pressoché normali. Il tutto in pochi minuti dalla somministrazione.

In sintesi, quindi, il glucagone è un farmaco salvavita importante da utilizzare – da parte di chi sta intorno al malato – quando la persona con diabete cade in un coma ipoglicemico.  Il glucagone supera qualunque ipoglicemia, qualunque dose di insulina sia stata somministrata permettendo il risveglio della persona con diabete. Ovviamente, è importante imparare ad usarlo in modo corretto e senza farsi prendere dal panico.

Il glucagone è una specie di assicurazione per la vita che chi ha il diabete tipo 1 o anche di tipo 2 in terapia multiniettiva o anche con microinfusore soprattutto per quelle persone che non riescono a gestire molto bene il proprio diabete, che hanno frequenti episodi di ipoglicemia, soprattutto se hanno il diabete da molto tempo e non avvertono più il sopraggiungere di un episodio ipoglicemico. In tutti questi casi, avere a disposizione un set per la somministrazione di glucagone può essere utile e sicuramente permette a tutti di stare più tranquilli. Ovviamente, i familiari dovranno essere adeguatamente istruiti su che cosa fare in caso di emergenza. Si tratta di casi rari, è bene dirlo, ma altrettanto bene organizzarsi al meglio per affrontarli nel modo migliore e più tempestivo possibile. Una sorta di assicurazione contro il coma ipoglicemico: non vorremmo mai usarla ma è bene stipularla, nel caso del diabete, tenere il glucagone a disposizione.

La nuova formulazione spray di glucagone, pronta all’uso, è già disponibile in Italia?

Sinora in Italia, avevamo a disposizione un kit per iniettare il glucagone che va ricostituito e somministrato per via endovenosa o intramuscolo. Quindi, ci vuole in casa qualcuno che sappia fare almeno le iniezioni intramuscolo per poter essere tempestivi in caso di emergenza.

Da poco è disponibile anche in Italia una nuova formulazione spray per via nasale (Baqsimi glucagone spray nasale) quindi molto più maneggevole rispetto alla formulazione per via iniettiva. Voi sapete che gli ormoni peptidici come glucagone e insulina non possono essere somministrati per bocca – a parte che in coma ovviamente non si può ingerire o far ingerire nulla – perché verrebbero distrutti a livello dello stomaco; ma possono essere somministrati per via nasale. Per la stessa insulina, si è tentato di somministrarla per questa via ma al momento sono tentativi sperimentali. La difficoltà è riuscire a mantenere la costanza delle dosi; facciamo un esempio: se somministro 10 unità ma magari quel giorno sono raffreddato quelle 10 unità diventano 8 con importanti conseguenze sulla regolazione della glicemia, considerata anche la necessità di un trattamento estremamente preciso nelle dosi di insulina.

Nel caso del glucagone, questo problema non si presenta essendo somministrata una dose piuttosto importante una tantum. Se per qualche motivo, per esempio un po’ di raffreddore, una parte della dose potrebbe non essere assorbita, comunque quello che rimane e viene assorbito è sufficiente per risolvere il problema di ipoglicemia grave. Il glucagone dà la garanzia di farlo. È chiaro che se siamo di fronte a una persona che non respira con il naso, l’utilizzo di uno spray nasale sarà più difficile ma parliamo di condizioni davvero estremamente rare.

Questa nuova formulazione di glucagone spray nasale potrebbe essere utile, sempre sperando di non doverla utilizzare mai. Acquistarla e tenerla in casa come ancora di salvezza qualora dovesse succedere qualcosa di grave alla persona cara con diabete.

La formulazione di glucagone spray nasale è stata già approvata dalla FDA americana, e anche dalla Comunità Europea (EMA, European Medicines Agency) nel dicembre 2019, e oggi è disponibile anche in Italia ma al momento acquistabile solo a 140 euro con prescrizione medica tramite ricetta bianca ripetibile, per diabetici dai 4 anni in su.

Ci auguriamo che l’AIFA, cioè l’ente regolatorio italiano che stabilisce i prezzi e soprattutto la rimborsabilità dei farmaci, consentirà al più presto di ottenerlo senza costi per le persone con diabete, com’è giusto che sia perché farmaco salvavita.

References

– FDA approves first treatment for severe hypoglycemia that can be administered without an injection, July 24, 2019

– First non-injectable treatment for severe low blood sugar levels

– Highlights of prescribing information. These highlights do not include all the information needed to use BAQSIMI safely and effectively. See full prescribing information for BAQSIMI.

– Pontiroli AE and Tagliabue E – Therapeutic Use of Intranasal Glucagon: Resolution of Hypoglycemia. Int J Mol Sci, 20 (15) 2019 Jul 25

– Larry C Deeb,  Hélène Dulude et al – A phase 3 multicenter, open‐label, prospective study designed to evaluate the effectiveness and ease of use of nasal glucagon in the treatment of moderate and severe hypoglycemia in children and adolescents with type 1 diabetes in the home or school setting. Pediatric Diabetes 2018;19:1007–1013

– Seaquist ER, Dulude H, Zhang MX, et al. A prospective study evaluating the use of nasal glucagon for the treatment of moderate to severe hypoglycemia in adults with type 1 diabetes in a real‐world setting. Diabetes Obes Metab, 20 (5), 1316-1320 May 2018

– Sherr JL, Ruedy KJ, Foster NC, et al. Glucagon nasal powder: a promising alternative to intramuscular glucagon in youth with type 1 diabetes. Diabetes Care 2016; 39: 555‐ 562

– Pontiroli AE. Intranasal glucagon: a promising approach for treatment of severe hypoglycemia. J Diabetes Sci Technol. 2015; 9: 38‐ 43

– Pearson T – Glucagon as a treatment of severe hypoglycemia: safe and efficacious but underutilized. Diabetes Educ 2008; 34: 128‐ 134

Tratto da: Diabete.com, 24 giugno 2020