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Prevenzione cardiovascolare, Anmco: farmaco efficace dopo la malattia

Una riduzione del 23% della morte per eventi cardiovascolari, e di eventi quale infarto e ictus non fatali, per i pazienti in prevenzione secondaria dopo la malattia: è il risultato dello studio indipendente Colcot, finanziato dal governo canadese, condotto sulla base dell'utilizzo della colchicina, farmaco di bassissimo costo e in uso da molti anni. La ricerca ha incluso pazienti dopo un recente infarto miocardico (entro un mese), indipendentemente dai valori di proteina C-reattiva (PCR), e trattati al meglio delle terapie raccomandate per la prevenzione secondaria. A darne notizia è la Fondazione per il Tuo Cuore dell'Anmco-Associazione Nazionale Medici Cardiologi ospedalieri, il cui 51/mo Congresso si è da poco concluso a Rimini.

Un'altra ricerca, lo studio Ischemia finanziato dalla statunitense Nih, ha invece concluso che la terapia medica equivale, nei pazienti con ischemia moderata severa e stenosi coronariche significative, a quella interventistica di rivascolarizzazione. «Al termine di un follow-up medio di 4 anni le due strategie - spiega Aldo Maggioni, direttore Centro Studi della Fondazione - si equivalgono in termini di eventi clinici maggiori (morte cardiovascolare, infarto, ospedalizzazione per angina instabile o scompenso, arresto cardiaco resuscitato). È emersa inoltre una interessante osservazione: dopo 6 mesi dalla randomizzazione si è osservato un eccesso di infarti peri-procedurali nel gruppo interventistico, mentre a 4 anni un eccesso di infarti spontanei nel gruppo terapia medica. Un prolungamento del follow-up, pianificato a 7 anni, potrà fornire ulteriori, decisive informazioni per la pratica clinica».

Al congresso Michele Massimo Gulizia, presidente della Fondazione per il Tuo cuore e Direttore della Cardiologia dell'Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania, ha inoltre annunciato Blitz AF Cancer, «il primo studio al mondo che permetterà di conoscere la reale incidenza di interazioni farmacologiche e dei sanguinamenti (che preoccupano e limitano il corretto uso della terapia anticoagulante) nei pazienti affetti da cancro e fibrillazione atriale».

Tratto da: Doctornews, 01 settembre 2020