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Grande riduzione del rischio di diabete con una modesta perdita di peso

Nelle persone obese la perdita media di solo il 13% del peso corporeo riduce il rischio relativo di sviluppare il diabete di tipo 2 di circa il 40%, oltre a comportare molti altri benefici per la salute. Sono i risultati di un ampio studio del mondo reale presentato all’European and International Congress on Obesity (ECOICO) 2020, che si è tenuto dall’1 al 4 settembre.

Tra gli altri vantaggi conseguenti al calo ponderale vi sono una riduzione del rischio di apnea notturna del 22-27%, ipertensione del 18-25% e dislipidemia del 20-22%.

«La perdita di peso è stata ottenuta utilizzando principalmente diete ed esercizio fisico, ma anche alcuni farmaci e trattamenti chirurgici (chirurgia bariatrica inferiore all’1%). Le modalità con le quali la riduzione di almeno il 10% del peso è stata mantenuta non hanno tuttavia influito sull'impatto positivo sulle complicanze dell'obesità» ha sottolineato Carel le Roux, del Diabetes Complications Research Center, University College Dublin, Irlanda.

Oltre mezzo milione di soggetti valutati

Lo studio ha coinvolto oltre 550mila adulti britannici sottoposti alle cure primarie. Quanti avevano perso tra il 10% e il 25% del loro peso corporeo sono stati seguiti per una media di 8 anni per valutare come il calo ponderale influenzasse il loro rischio di sviluppare condizioni correlate all'obesità.

Al basale, le caratteristiche per l'intera popolazione dello studio includevano un'età media di 54 anni, circa il 50% dei partecipanti aveva ipertensione, circa il 40% aveva dislipidemia e circa il 20% aveva il diabete di tipo 2. Meno del 10% soffriva di apnea notturna, artrosi dell'anca/ginocchio o aveva un’anamnesi di malattie cardiovascolari. Tutti i partecipanti avevano un indice di massa corporea (BMI) di 25-50 kg/m2 all'inizio del follow-up, tra gennaio 2001 e dicembre 2010.

Dopo un periodo di 4 anni i partecipanti sono stati divisi in due categorie in base alla variazione ponderale: un gruppo il cui peso è rimasto stabile (variazione del BMI da -5% a + 5%) e un gruppo che ha perso peso (variazione del BMI da -10% a –25%).

La variazione mediana del BMI nel gruppo che ha perso peso è stata del –13%. I relativi benefici sono stati quindi determinati per tre profili di rischio: riduzione del BMI da 34,5 a 30 (obesità di I livello), da 40,3 a 35 (obesità di II livello) e da 46 a 40 (obesità di III livello). Tutte le analisi sono state aggiustate per BMI, età, sesso, abitudine al fumo e comorbidità al basale.

Risultati più netti per diabete e apnea notturna

Il diabete di tipo 2 e l'apnea notturna hanno mostrato la massima riduzione del rischio. I ricercatori hanno esaminato la riduzione del rischio per varie comorbidità dopo la perdita di peso e hanno rilevato che i rischi di diabete di tipo 2, dislipidemia e ipertensione sono stati invertiti, mentre apnea notturna e artrosi dell'anca/ginocchio hanno mostrato un rischio residuo.

Il rischio di apnea notturna si è ridotto fino al 27% rispetto a prima della perdita di peso, ma si tratta di una condizione che non può essere risolta facilmente se non utilizzando dispositivi meccanici per dormire, hanno spiegato gli autori.

«Sappiamo da molto tempo che un eccesso di peso può aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, e questo nuovo studio si aggiunge alle numerose evidenze che mostrano come un parziale calo ponderale sia associato a una riduzione del rischio» ha dichiarato Lucy Chambers, responsabile delle comunicazioni di ricerca presso l’ente di ricerca britannico Diabetes UK. Ha tuttavia riconosciuto che perdere peso è difficile e che il supporto è importante. «Abbiamo bisogno che il governo riveda al più presto la fornitura di servizi di gestione del peso e ne renda più facile l’accesso».

Bibliografia

ECOICO 2020. Presented September 1-4, 2020. Abstract 0497.

Tratto da; Pharmastar, Davide Cavaleri, 16 settembre 2020