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Diabete 2: più attenzione alle complicanze se insorge da giovani

Un paziente di 60 anni con diabete che ha ricevuto la diagnosi a 50 anni va incontro a meno complicanze di un coetaneo che ha sviluppato la malattia a 30 anni. Ma c’è il rischio che i giovani adulti vengano trascurati perché i loro problemi insorgono più avanti.

Si sta abbassando l’età media della diagnosi di diabete 2 e sta accadendo ovunque nel mondo, in Asia, in Europa, in America. È un fenomeno preoccupante perché chi si ammala da giovane, tra i 20 e i 40 anni, ha un rischio maggiore di andare incontro a malattie cardiovascolari e di morire prematuramente rispetto a chi sviluppa la malattia più avanti negli anni. Lo dimostra uno studio appena pubblicato su Diabetologia che è uno dei pochi ad aver analizzato l’associazione tra l’età dell’insorgenza della malattia metabolica e le conseguenti complicanze.

I ricercatori hanno selezionato dai database più completi della letteratura scientifica, Medline e All Ebm, 26 studi osservazionali condotti in 30 diversi Paesi del mondo, in Asia, Europa e America del Nord, che avevano coinvolto in tutto più di 1 milione e 300mila individui.

Dai calcoli statistici è emerso che esiste un rapporto inverso tra l’età della diagnosi e le complicanze della malattia: aumenta la prima, diminuiscono le seconde. Gli scienziati hanno anche trovato la formula matematica che descrive il fenomeno: ogni anno in più senza diabete è associato a una riduzione del 4 per cento del rischio di morte prematura per ogni causa, del 3 per cento di disturbi cardiovascolari che colpiscono i grandi vasi sanguigni (macrovascolari) e del 5 per cento di disturbi microvascolari (piccoli vasi).

Una persona di 60 anni che ha manifestato i primi sintomi della malattia a 50 anni avrà meno complicanze di un coetaneo che ha ricevuto la diagnosi di diabete 2 quando aveva 30 anni. Più anni si passano con la malattia e più la salute viene compromessa. C’è il pericolo però che i danni del diabete sviluppato in giovane età passino sotto silenzio  perché resta valido il fatto che un giovane con diabete è più sano di un anziano con diabete e i problemi di quest’ultimo attirano maggiori attenzioni nell’immediato.

«Ma le persone con diagnosi di diabete di tipo 2 in giovane età rischiano di sviluppare complicazioni in una fase precoce della vita, in un momento dell'età lavorativa  in cui è più probabile che tali complicazioni causino una maggiore disabilità e una maggiore perdita di produttività rispetto alle persone con diagnosi in età avanzata», commentano i ricercatori.

Sedentarietà, sovrappeso, obesità e alimentazione scorretta sono i principali fattori di rischio per i giovani adulti su cui, dicono gli scienziati, è necessario intervenire con efficaci campagne di prevenzione. Ma non basta. Ridurre l’incidenza della malattia in questa fascia d’età è senza dubbio un obiettivo importante, ma è altrettanto importante gestire al meglio il diabete dopo la diagnosi. La prevenzione e i trattamenti efficaci devono andare di pari passo.

«Le persone che sviluppano il diabete a un’età più giovane hanno un rischio più prolungato di andare incontro a complicazioni significative. Perciò ottenere un buon controllo della glicemia e degli altri fattori di rischio (come il peso e la pressione sanguigna) è particolarmente importante. La consapevolezza di questo pericolo nascosto per i giovani adulti con una diagnosi di diabete 2 sta diventando sempre più importante, dato che le nuove diagnosi in questa fascia di età più giovane continuano ad aumentare», concludono i ricercatori.

Tratto da: Healthdesk, 23ddicembre 2020