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Boom di vendite nel mondo: tutti i benefici dell’olio extravergine di oliva

Tra i simboli del Made in Italy, l’olio extravergine d’oliva fa bene alla salute. E all’economia. Cresciuti, nel 2020, i consumi in Italia (+7,4 per cento), in Europa (+24,7 per cento) e nel mondo (+15,6 per cento). Le previsioni? Entro il 2026 il mercato arriverà a valere 1,8 miliardi di dollari con un incremento del 24 per cento sul quinquennio precedente.

«Le proprietà benefiche dell’olio extravergine sono legate principalmente alla sua composizione. L’alta concentrazione di polifenoli e tocoferoli, infatti, contrasta l’ossidazione delle macromolecole biologiche, leggi DNA, proteine e lipidi, senza contare che aiuta a prevenire cancro, diabete e numerose malattie cronico-degenerative. Tutti ottimi motivi per consumarne a crudo: le alte temperature ne degradano, infatti, i composti». Alice Parisi, biologa nutrizionista, sottolinea i benefici di una delle colonne della Dieta Mediterranea. Che, in tempi di pandemia, ha fatto registrare un boom di consumi.

Con le restrizioni imposte a ristoranti e locali, infatti, le famiglie italiane nell’ultimo anno sono tornate a cucinare in casa e a gestire in maniera ottimale le dispense. Tra i prodotti più acquistati ci sono creme, salse, vellutate, biscotti, grissini, taralli, cracker. L’elemento che li accomuna? L’olio extravergine che, proprio grazie ai riconosciuti effetti salutari, ha visto impennare la domanda. In Italia e all’estero.

I dati parlano chiaro. Da una ricerca della Commissione Europea emerge che per quanto riguarda l’Europa «l’oro giallo», tra ottobre 2019 e settembre 2020, ha registrato un incremento del 15,6 per cento nelle esportazioni verso i Paesi extraeuropei. Su tutti l’Australia (+37,5 per cento), il Brasile (+31 per cento) e il Canada (+28,1 per cento).

Sul fronte italiano, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7 per cento. Un export dinamico che, insieme al +7,4 per cento di vendite alla GDO nei primi undici mesi del 2020 rilevate dall’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), ha compensato le perdite causate dalla chiusura dei ristori.

Secondo Coldiretti in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni. Con questi ritmi il mercato relativo, che nel 2020 valeva 1465,5 milioni di dollari, è destinato a crescere in maniera significativa. Si stima che entro il 2026 arriverà a valere oltre 1,8 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 3,6 per cento.

Diverse, invece, le previsioni del mercato per l’anno in corso, con un calo della produzione pari al 30 per cento sul precedente (dati ISMEA). I motivi? Da ricercarsi nelle alterazioni climatiche e nel batterio Gram negativo Xylella. Un mix che ha letteralmente devastato gli ulivi del Sud, in particolare quelli della Puglia, responsabile da sola del 51 per cento della produzione nostrana.

Il clima più mite al Nord ha d’altra parte favorito incrementi sostanziali. Positiva la situazione in Toscana (+31 per cento), Umbria (+70 per cento) e Liguria (+100 per cento), a dimostrazione del fatto che quando si tratta di agricoltura è fondamentale adattare le coltivazioni al clima. Solo in questo modo si ottengono risultati eccellenti. In quanto a qualità, ad esempio, l’olio extravergine d’oliva italiano, ricco di fenoli e grassi monoinsaturi, è il solo prodotto senza l’uso di agenti chimici e raffinazione industriale. Il che, come si evince da uno studio condotto da ABC News, concorre a diminuire il grado d’infiammazione e il livello di grassi nel sangue, aumentando invece la quantità di HDL, il colesterolo «buono», quello che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache.

Non c’è da stupirsi pertanto se la Mediterranea, di cui l’olio Evo è uno dei cardini, è, per il quarto anno consecutivo, la migliore dieta al mondo secondo US News & World Report, la società di media americana che si occupa principalmente di analisi di mercato e di consigli ai consumatori. Le motivazioni? Più di una. Prima di tutto perché si tratta di uno stile di vita che, in quanto tale, promuove il consumo giornaliero di vegetali: verdura, frutta fresca e secca, cereali, legumi. Preferibilmente locali e biosostenibili. E da condire con olio Evo a crudo. Poi perché tiene bassa l’assunzione di carne rossa, di derivati del latte ad alto contenuto di grassi, di alimenti processati in genere. Tutto con un occhio attento all’ambiente: grazie, infatti, alla significativa componente vegetale, al rispetto per la stagionalità, per la territorialità e la biodiversità degli alimenti, la Dieta Mediterranea favorisce emissioni di gas serra controllate.

Gli italiani sono sempre più sensibili a queste tematiche. Durante il lockdown, ad esempio, «le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sul proprio modo di alimentarsi e questo ha influito e continua a influire su ciò che cercano al supermercato — afferma Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor . Che poi aggiunge: «I consumatori prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani. Per noi è importante fare tesoro di questi dati ed è anche per questo motivo che per i nostri prodotti usiamo solo olio extravergine d’oliva al 100 per cento, evitando l’utilizzo di olio di palma, grassi animali o idrogenati, OGM e conservanti».

Tratto da: corriere.it, Chiara Amati, 14 febbraio 2021