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Colesterolo LDL, come tenerlo sotto controllo dopo un infarto o un ictus

Più basso è e meglio è per la salute di cuore ed arterie: i consigli di Giuseppe Musumeci, direttore di cardiologia dell'azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino.

Il colesterolo LDL è responsabile del meccanismo che porta all'ostruzione delle arterie. Per questo è fondamentale abbassarlo il più possibile, soprattutto per chi ha già avuto un infarto o un ictus.

Nelle pareti delle arterie iniziano a formarsi e addensarsi placche costituite principalmente da colesterolo. Dapprima ostacolano il flusso del sangue, alla lunga possono lesionarsi dando spazio a fenomeni di trombosi che occludono il vaso, con la conseguente insorgenza di infarto, ictus e altri seri problemi circolatori, spesso anche ai danni degli arti inferiori. Il colesterolo LDL, oltre a depositarsi sulla parete dell’arteria in quella che viene definita placca “stabile” (un po’ come il calcare lungo le tubature), può facilitare la rottura della placca stessa. Diventa instabile, con formazione di un’ostruzione che blocca la circolazione nel vaso e provoca l’ischemia. In pratica, la placca è come un vulcano. Se viene ben “coperto” non erutta, ma se lascia andare all’esterno il proprio contenuto può dar luogo al blocco nella circolazione e quindi ad un infarto o un ictus.

La stabilità della placca è quindi un fattore chiave nel controllo della salute delle arterie per tutti ed in particolare per chi è ad alto o altissimo rischio. Portare il colesterolo ai minimi livelli possibili diventa un obiettivo fondamentale di prevenzione secondaria. Se per le persone sane si punta soprattutto sugli stili di vita per controllare i fattori di rischio cardiovascolare, eventualmente associate ai farmaci consigliati dal medico, in chi ha già avuto segni dell’aterosclerosi che hanno “attaccato” le arterie far calare il colesterolo al minimo è fondamentale per ridurre i rischi futuri.

Le linee guida indicano ai pazienti che hanno subito un infarto di mantenere livelli di colesterolo entro i 55 milligrammi per decilitro o addirittura 40 milligrammi per decilitro. Occorre infatti evitare che il vulcano, cioè la placca, erutti e dia il via ad una cascata di eventi pericolosi.

Tratto da: La Repubblica Salute, 14 dicembre 2021