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Adiposità viscerale e rischio cardiovascolare, che ruolo gioca l’alimentazione?

Per adiposità viscerale si intende una tipologia di grasso che si deposita tra gli organi interni della cavità addominale (intestino, stomaco e fegato). Per molti rappresenta un problema puramente estetico (la cosiddetta “pancetta”), ma in alcuni casi può essere dannoso per la salute. L’eccesso di grasso, infatti, è un importante fattore di rischio per numerose patologie, come malattie cardiache, diabete di tipo 2, insulino-resistenza e ipertensione. Il modo migliore per ridurre il grasso viscerale è attraverso la perdita di peso e corrette abitudini alimentari.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Michela Rota, nutrizionista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola, a Milano.

Che cos’è il grasso viscerale?

Il grasso corporeo può essere classificato in due principali categorie, grasso bruno e grasso bianco. In base alla sua posizione nel corpo, il grasso bianco può essere ulteriormente suddiviso in grasso sottocutaneo, viscerale ed ectopico. Il grasso che circonda gli organi interni è generalmente considerato grasso viscerale (si accumula quando si consumano troppe calorie e si fa poca attività fisica). A differenza del grasso sottocutaneo – situato in superficie – il grasso viscerale è situato in profondità attorno agli organi centrali del corpo come il fegato, l’intestino e il cuore.

Perché il grasso viscerale è nocivo per il cuore?

Il grasso viscerale non immagazzina solamente l’energia in eccesso ma produce anche ormoni e sostanze infiammatorie. Nel tempo, questi ormoni possono promuovere un’infiammazione di lunga durata e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Un’infiammazione di lunga durata può infatti causare la formazione di placche all’interno delle arterie, un fattore di rischio importante per le malattie cardiache. Le placche sono formate da colesterolo e altre sostanze, crescono nel tempo e possono rompersi bloccando parzialmente o completamente il flusso sanguigno. Nelle arterie coronarie, un tale evento può privare il cuore di ossigeno e causare un infarto, mentre nelle arterie di piccolo calibro si può verificare una ridotta o totale assenza di perfusione con conseguente sofferenza degli organi e tessuti sottostanti.

Come viene misurato il grasso viscerale?

Il grasso viscerale può essere misurato analizzando la circonferenza della vita. Sono considerati di medio rischio cardio metabolico, valori superiori a 94 cm di circonferenza addominale nell’uomo e a 80 cm nella donna, mentre valori superiori a 102 nell’uomo e a 88 nella donna sono correlati ad un alto rischio di patologie cardio metaboliche.  Altri metodi per monitorare la quantità di grasso addominale sono il rapporto fianchi-vita (bisogna dividere i cm del girovita per quelli dei fianchi) e l’indice di massa corporea (un sistema di misurazione dato dal risultato del rapporto tra il peso corporeo in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri): un BMI compreso tra 25 e 30 indica sovrappeso, mentre un BMI di 30 o superiore è indice di una condizione di obesità e, di conseguenza, di presenza di grasso viscerale.

Quando è necessario rivolgersi allo specialista?

L’eccesso di grasso addominale è in rapporto con la circonferenza della vita, ed il rischio cardiovascolare diventa clinicamente rilevante quando si raggiungono i valori soglia (medio ed alto rischio).

Una abbondante riserva di grasso viscerale è associata a diversi marcatori di patologie metaboliche e cardiovascolari, come: l’insulinoresistenza, l’infiammazione, l’ipertensione, un aumento dei valori di colesterolo, trigliceridi, LDL e VLDL, formazione di placche ateromasiche, calcificazione delle coronarie.

Il continuo rilascio di acidi grassi nella circolazione portale determina, inoltre, una condizione di steatosi epatica per aumento della biosintesi dei lipidi con conseguente incremento del rischio di iperlipidemia, insulinoresistenza, ipertensione e aterosclerosi.

Il consiglio è sicuramente quello di prevenire le complicanze che l’obesità e l’adiposità viscerale comportano.

È utile rivolgersi allo specialista se si raggiungono i valori soglia di rischio per migliorare e, talvolta modificare, le proprie abitudini e stili di vita.

Come posso ridurre il grasso viscerale?

Alcuni cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a ridurre il grasso viscerale, come:

  • Dormire a sufficienza
  • Fare regolare esercizio fisico
  • Cercare di ridurre lo stress
  • Seguire una dieta equilibrata
  • Ridurre il consumo di alcol
  • Smettere di fumare

Che ruolo gioca l’alimentazione?

L’alimentazione è da considerare la migliore alleata per prevenire, contrastare e ridurre il grasso viscerale, in quanto le abitudini alimentari rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo del tessuto adiposo in ogni fase della vita.

La suscettibilità a sviluppare obesità ed altre patologie, tra cui il diabete mellito e la sindrome metabolica, può essere determinata ancor prima della nascita, in quanto lo stato nutrizionale della madre incide sulla programmazione delle cellule che daranno origine, nel bambino, agli adipociti.

L’alimentazione è sicuramente importante, ma non va trascurata nemmeno l’attività fisica, determinante per migliorare lo stato metabolico e la sensibilità insulinica.

Quali alimenti aiutano a ridurre il grasso viscerale?

Una dieta ricca in fibre e con una forte componente di origine vegetale risulta associata a bassi livelli di grasso viscerale, perché basata su prodotti freschi, quindi ricca di nutrienti e con una ridotta densità calorica: frutta e verdura, meglio se di stagione, cereali integrali, proteine vegetali, una buona idratazione, e grassi polinsaturi dell’olio di oliva.

Mentre una dieta a base di alimenti grassi, fritti, alcol, carni lavorate, bevande zuccherate e prodotti raffinati è associata ad alti livelli di grasso viscerale, perché povera di nutrienti e ricca in calorie.

Tratto da: Humanitas Medical Care, 30aprile 2022