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Rischio cardiovascolare: stili di vita corretti e terapie standard spesso non sono sufficienti

Le nuove strategie di prevenzione

In Italia le malattie cardiovascolari sono ancora responsabili del 44% di tutti i decessi e, nei pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare, la probabilità di avere una recidiva è del 50% al primo anno, mentre in caso di evento ricorrente questo si alza raggiungendo il 75% nell'arco dei tre anni successivi.

Le strategie attuali, farmacologiche e non, non azzerano il rischio di nuovi eventi cardiovascolari, ovvero il rischio residuo.

Svariati sono i fattori influenzanti il rischio cardiovascolare residuo, oltre ai fattori noti ma non modificabili quali età, sesso e predisposizione genetica, sono da tenere in considerazione adiposità addominale, pressione arteriosa, insulino-resistenza e fumo. Anche le dislipidemie giocano sicuramente un ruolo importante nella probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare, in particolar modo gli alti livelli di LDL, volgarmente noto come "colesterolo cattivo", ma anche alcune lipoproteine, tra cui la lipoproteina a, e i trigliceridi, che sono microparticelle di grassi che circolano nel sangue.

Tra i fattori da tenere sotto controllo i trigliceridi, che al pari del colesterolo LDL, contribuiscono alla creazione delle placche aterosclerotiche.

Claudio Bilato, Direttore Unità Operativa Complessa di Cardiologia, Ospedali dell'Ovest Vicentino, spiega "La pandemia ha contribuito ad aggravare la situazione. Il Covid-19 ha agito sulle patologie del cuore a diversi livelli: nelle persone colpite dal virus ha generato infezioni del tessuto miocardico, trombosi, aritmie e cardiomiopatie da stress; secondariamente ha contribuito a ritardare la diagnosi, complicando la gestione e l'aspetto di prevenzione delle malattie cardiovascolari e riducendo le ospedalizzazioni per scompenso. Mentre, nel prossimo futuro scopriremo le implicazioni sociali, come isolamento, depressione e ansia, ed economiche che questa pandemia ha lasciato sulla popolazione".

Negli ultimi anni si è compreso che, nonostante i trattamenti per tenere sotto controllo il LDL, rimane una elevata probabilità di incorrere in un nuovo evento cardiovascolare. Infatti, anche i trigliceridi contribuiscono al fenomeno di formazione delle placche aterosclerotiche. Ad oggi sono diverse le misure terapeutiche per tenere sotto controllo il rischio lipidico, tra cui le statine, ezetimibe e i farmaci biologici, ma nonostante questi trattamenti una buona percentuale di pazienti continua ad essere esposta ad un rilevante rischio residuo.

Il ruolo dei trigliceridi è stato rivalutato solo recentemente, quando si è osservato come, nei pazienti con valori di colesterolo normalizzati con statine, la presenza di elevati livelli di trigliceridi costituisse ancora un fattore di rischio cardiovascolare rilevante e quindi come fosse necessario mantenerlo controllato.

I risultati dello studio REDUCE-IT hanno confermato i benefici di Icosapent etile, un estere altamente purificato dell'acido eicosapentaenoico (EPA), disponibile in una formulazione ad alto dosaggio. Si tratta di un farmaco innovativo che ha dimostrato un'efficacia significativa nella riduzione dei livelli di trigliceridi e del rischio cardiovascolare. Nello studio di riferimento REDUCE-IT ha raggiunto il 25% di riduzione del rischio relativo di eventi cardiovascolari: rispettivamente del 31% per gli attacchi cardiaci, 28% per l'ictus e 20% per la morte cardiovascolare.

Tratto da: Doctor33, 03 dicembre 2022