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Possiamo evitare il 10% delle morti premature con 10 minuti di attivitā fisica al giorno

È sufficiente svolgere la metà della quantità di attività fisica raccomandata dalle istituzioni sanitarie per produrre enormi benefici.

Basterebbe che tutti facessimo soltanto la metà dell’attività fisica settimanale consigliata dalle istituzioni sanitarie per evitare almeno 1 decesso precoce su 10. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine da cui emerge che solo 75 minuti di moto alla settimana riducono sostanzialmente i rischi di morte prematura, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro.

Lo studio ha preso in considerazione quasi 200 ricerche che, complessivamente, avevano coinvolto oltre 30 milioni di persone. Sono stati analizzati dati sull’attività fisica dei partecipanti e sulla mortalità e su diverse patologie (da quelle cardiovascolari al cancro).

In generale, a livelli più elevati di attività fisica settimanale era associato un minor rischio di morte prematura e malattia.

Rispetto agli adulti inattivi, coloro che raggiungevano i 150 minuti a  settimana di attività fisica moderata registravano il 31% e il 29% in meno di rischio di morte per tutte le cause e per malattie cardiovascolari; la riduzione nel rischio di morte per cancro era del 15%.

Il rischio di malattie cardiovascolari era inferiore del 27%, quello per cancro del 12% in meno, ma più forte per tumori della testa e del collo, leucemia mieloide, mieloma e stomaco (dal 35% al 22% in meno).

I ricercatori hanno inoltre stimato che, raggiungendo i livelli di attività fisica consigliati, si potrebbe evitare il 16% di tutte le morti premature.

La scoperta più sorprendente è stata però quella che ha visto che, per evitare ben il 10% di tutti i decessi basta la metà dell’attività fisica raccomandata, cioè solo 75 minuti di attività fisica di intensità moderata a settimana.

«Potrebbero essere ottenuti  apprezzabili benefici per la salute della popolazione aumentando i livelli delle persone che sono inattive a solo la metà delle attuali raccomandazioni sulla salute, con ulteriori benefici per tutti che raggiungono almeno il livello raccomandato e minori benefici aggiuntivi oltre a quello», scrivono i ricercatori.

Tratto da: Healthdesk, 03 marzo 2023